Le 5 cose che abbiamo imparato da Ternana-Ascoli

Le 5 cose che abbiamo imparato da Ternana-Ascoli

Peggio di così non poteva finire il 2016 rossoverde. Ennesimo derby perso contro l’Ascoli e definitivo tracollo di squadra e classifica, con la necessità di uno strepitoso girone di ritorno per agguantare una salvezza ora davvero difficile da immaginare (perlomeno diretta, figuriamoci tranquilla).

1 – Peggior girone d’andata dal ritorno in B

I numeri certificano il peggior avvio in campionato degli ultimi 5 anni. Mai la Ternana era andata sotto quota 22 punti al giro di boa. Quest’anno, con 4 vittorie, 8 pareggi e ben 9 sconfitte, 20 gol fatti e 30 subiti, i rossoverdi si ritrovano al penultimo posto in solitaria nella classifica del campionato con la miseria di 20 punti raccolti in 21 partite (meno di 1 a partita, per intenderci). Girare a 40 punti a fine anno significherebbe, vista la quota salvezza che quest’anno tende ad alzarsi, quasi sicuramente retrocessione diretta, senza neanche passare per i playout. E allora, per mantenere la categoria servirà un girone di ritorno ancora più positivo di quelli, già felici, delle stagioni passate. Un obiettivo tutt’altro che scontato da raggiungere.

2 – Da 4-5 a 0 punti in tre partite: oltre ogni più fosca previsione

Due scontri diretti in casa e una matricola, seppur terribile, da affrontare in trasferta. Nessuno pretendeva l’en plein da parte dei rossoverdi, ma il bottino di 4-5 punti – da raccogliere per la maggiore in casa – sembrava realistico dopo la breve (seppur fruttuosa) striscia positiva, soprattutto contro Vicenza e Ascoli in importanti scontri diretti. E invece no: 0 punti, 3 sconfitte di cui, appunto, 2 al Liberati e netta involuzione da ogni punto di vista. Fase difensiva, offensiva, situazioni da fermo, trame di gioco e prestazioni individuali di giovani e (soprattutto, a giudizio di chi scrive) “veterani”. Oltre ad una goleada che poteva essere ancora più umiliante e alla constatazione della mancanza di una certa grinta, necessaria in partite come Ternana-Ascoli. E se ci si mette anche la sfortuna – gli alibi non esistono, ma le due traverse ci sono state -, allora ecco che si va oltre ogni più fosca previsione…

3 – Un quarto d’ora di buio. E l’Ascoli è un incubo

Ai punti, la Ternana avrebbe meritato quantomeno di pareggiare. Se non altro per le due traverse colpite (una assolutamente casuale, l’altra frutto della classe cristallina di un talento come Petriccione, ieri neanche lui però bene). Ma non puoi recriminare nulla se, in quello che per la tua tifoseria è praticamente un derby, rimani negli spogliatoi per almeno 15 minuti nella ripresa. E allora diamo a Cesare quel che è di Cesare ad un giovane Ascoli che – sì con buone potenzialità, ma parso nulla di che al Liberati – ha semplicemente fatto il suo. E i bianconeri, tra le squadre sportivamente più “odiate” in assoluto dalla tifoseria rossoverde, si confermano, come il Perugia, un tabù imbattibile dal ritorno in Serie B: terza vittoria consecutiva contro le Fere, terza vittoria consecutiva al Liberati – e, forse, è quello che fa più male -. Resta solo da guardare al passato e allo sfizio toltosi con quei due rigori – quello di Fossati, parato da Brignoli, e quello realizzato in extremis da Vitale – che condannarono di fatto il Picchio, nella B 2012/13, alla retrocessione in Lega Pro al Del Duca. Perchè il passato più recente e il presente sono foschi in casa rossoverde, non solo su questo fronte.

4 – Carbone “in discussione come sempre”

Inaspettato triplo stop consecutivo per la Ternana e classifica che torna a parlare chiaro, dopo la tanta fatica già profusa per riemergere dai bassifondi in cui i rossoverdi si ritrovano nuovamente. In più, “ciliegina sulla torta”, il derby casalingo perso con l’Ascoli, terzo consecutivo, che ha certificato il peggior girone d’andata in assoluto dal ritorno in B. Qual è la posizione di Benito Carbone? Secondo l’allenatore delle Fere, “mi sento in discussione come sempre”. Un Carbone ovviamente molto amareggiato per l’esito del “derbyno”, ma sereno sul suo futuro: “Sono sereno. Ho dato tutto. Non mi sento in discussione sotto questo aspetto, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Avrò le idee più chiare stasera o domani mattina. Non ho sentito ancora nessuno della società. Siamo a tre punti dalla zona salvezza. Da domani si può iniziare a lavorare per migliorare la squadra”. E allora, da domani, l’ex calciatore di Inter e Sheffield Wednesday e manager all’inglese della Ternana sarà atteso da quello che probabilmente si rivelerà essere non un doppio, ma forse triplo lavoro.

5 – Tutti nell’occhio del ciclone. Quali i programmi?

“Fuori le palle”, rivolto a tutti. Prima (con striscioni e cori) e dopo, nella feroce contestazione del pubblico del Liberati, sempre numericamente esiguo. Più uno striscione della Nord probabilmente emblematico del momento e della frustrazione del popolo rossoverdi (ampiamente, tra l’altro, oggetto di goliardico scherno da parte dei furbi tifosi del Picchio): “Longarini ascolano”. La posizione della Curva in merito alla proprietà della società di via Aleardi è chiarissima e riassume, in quelle due parole, episodi e rabbia accumulata non solo negli ultimi mesi, bensì in un arco temporale ben più lungo. Più in generale e nel proprio stile, forse riassume quel sentimento che invece accomuna tutti i tifosi delle Fere a fronte di alcuni episodi di gestione difficilmente comprensibili, della ridottissima comunicazione dei vertici societari e della perdita di affetto e di presenze allo stadio sempre più marcata nei confronti della nostra storica società calcistica, nonchè dei recenti risultati sportivi: scoramento. Uno scoramento reso ancor più profondo dalla sensazione di mancanza di un fine a medio-lungo termine e di programmi e azioni che possano, a detta di molti, “restituire la Ternana alla propria gente”. Ecco, per il 2017 ci auguriamo questo: che le Fere si salvino e, forse ancor di più, che si possa tutti remare verso un ritorno ad uno spirito di appartenenza che è clamoroso che manchi proprio a Terni, perchè così soffriamo tutti. Che la Ternana torni ad essere un po’ più nostra: e per questo serviranno sforzi anche, se non soprattutto, da parte della società.

di Federico Trastulli