Le 5 cose che abbiamo imparato da Ternana-Livorno

Terza, clamorosa, sconfitta in quattro partite per la Ternana, in un avvio di campionato davvero complicato. Stavolta le Fere cadono al cospetto della capolista Livorno, perdendo 3-2 dopo essere andate sopra di due reti: un ribaltone che sa tanto di "suicidio" sportivo e che è emblema del periodo della squadra di Toscano.

1 – Serve ancora tempo (e serenità) per formare la squadra.

Perchè quando arrivi ad un "testacoda" casalingo del genere, con queste condizioni "ambientali" (rumori della piazza e, soprattutto, della proprietà) e di classifica (ultimo posto in graduatoria), si presume che tu debba e voglia affrontare la partita con il coltello tra i denti e la massima concentrazione per 93 minuti. Per l'ennesima volta, invece, la Ternana ieri si è spenta, stavolta dopo i primi ottimi 40 minuti. Poi è bastata una magia individuale (quella di Aramu, contro il Livorno ci può stare) per afflosciare i rossoverdi e farli rientrare dall'intervallo completamente in bambola. Sul 2-2 e con un'intera frazione da giocare, ovviamente, l'inerzia del match era a favore della squadra più forte. Tutto questo perchè la formazione rossoverde non è ancora squadra: poco coesa, poco capace di tradurre in un afflato comune i comuni intenti. Come rimediare? Dando tempo e, soprattutto, fiducia a questo gruppo, nato con un mese di ritardo, e a questo staff di lavorare, senza sentirsi necessariamente messi in discussione.

2 – Difesa, centrocampo e attacco: tutto da rivedere.

Perchè da lavorare c'è, e tanto, con ogni reparto che ha evidenti problemi. A partire dalla difesa, che ha incassato una media di due gol a partita (8 gol in 4 sfide) e che soffre terribilmente alcune situazioni (una su tutte, la difesa in transizione sui contropiedi avversari), passando per il centrocampo (ancora da definire le gerarchie, sperando che Toscano si schiarisca le idee e trovi un assetto convincente e vincente quanto prima) e per l'attacco. Casuale, ieri, il primo gol di un attaccante, a premiare comunque l'ottima prestazione di Belloni. Impalpabili, invece, un nervoso Avenatti, uno spento Ceravolo e un Dugandzic che, quando subentra, tende sempre a spostare poco: ieri come nelle precedenti tre partite, il reparto offensivo rossoverde è stato nettamente bocciato. Ma è in buona compagnia.

3 – Se sei un portiere e non trovi continuità, poi fatichi.

Un assioma tranquillamente applicabile a Luca Mazzoni, parso ieri in una versione pachidermica e lontanissima dagli standard di Livorno. Insicuro nelle uscite, con evidenti responsabilità sul secondo gol (nulla da fare, invece, sulle reti di Aramu e Pasquato), il portierone rossoverde si è mostrato ieri lontanissimo dal faro che dovrebbe dare sicurezza a tutta la squadra, a partire dal reparto difensivo. Lo stesso assunto, però, calza anche la situazione di Andrea Sala: giovane rampante classe '93 in cerca di spazio da protagonista e, tutto sommato, molto vicino alla sufficienza nelle prime tre uscite stagionali. Anche qui ci saranno da stabilire le gerarchie: l'importante è che si dia fiducia, da revocare solo in caso di errori marchiani e determinanti. A chi importa relativamente.

4 – Dai giovani un po' di aria fresca per la Ternana.

Palumbo, Zampa, ma soprattutto Belloni: senza contare il classe '91 Meccariello (buona prova per un 24enne che ha già tanta esperienza), le leve più giovani hanno dato freschezza e qualità alla Ternana. Palumbo, pur dovendo sgomitare contro il folto centrocampo amaranto, ha dato quantità in interdizione e qualità in impostazione e la squadra ha sofferto tantissimo dopo la sua sostituzione; Zampa è entrato sul terreno di gioco con la voglia di spaccare le pietre e Belloni, gol fortunoso a parte, non poteva disputare un debutto migliore in rossoverde: grande corsa e grandissima qualità per una piacevolissima sorpresa. Una lezione da imparare, quella relativa all'impiego dei giovani, per quando si affronteranno altri momenti difficili.

5 – Ora aspettiamo tutti le conseguenze.

Perchè Simone Longarini le ha promesse: l'unico risultato consentito alla Ternana contro il Livorno era la vittoria. Ad arrivare, invece, è stata una clamorosa sconfitta, che ha confermato ancora una volta le attuali lacune dal punto di vista mentale della squadra. Il comunicato post-Modena dell'amministratore unico non ha, sicuramente, contribuito a distendere i nervi, nè per quanto riguarda la piazza, nè per quanto riguarda i tifosi, mentre forse calma e gesso era tutto quello (in realtà il poco) che serviva dopo appena 3 partite su 42, con ancora 39 da affrontare. Ora, però, le conseguenze le aspettiamo, le attendono tutti: ne va della credibilità della proprietà. Cosa succederà? Nessuno può dirlo. Certo è che provvedimenti verso lo staff tecnico sarebbero semplicemente assurdi. Chi scrive, addirittura, si augura che Salerno possa essere come Empoli nella stagione 2012/13.