Le 5 cose che abbiamo imparato da Ternana-Modena

Le 5 cose che abbiamo imparato da Ternana-Modena

La Ternana coglie un successo preziosissimo contro un buon Modena, che paga però errori grossolani e che lontano dal Braglia non sa proprio vincere. Tre punti di platino, visto che si trattava di uno scontro diretto estremamente importante per la classifica e che le Fere, complessivamente, non sembravano nella loro giornata migliore. Un match ricco di spunti, tra i quali: 

1 – La Ternana in casa… non è male!

Sembra incredibile, ma è vero! Continua la striscia positiva al Liberati e la tradizione favorevole contro i canarini: proprio con la squadra di Crespo, la Ternana ha colto il suo sesto successo stagionale in casa. I numeri, ora, sono… positivi! O quasi: 13° posto nella graduatoria casalinga, con 20 punti in 12 partite (6 vittorie, 2 pareggi e 4 sconfitte), davanti ad Ascoli e Perugia. Non solo, c'è un altro dato interessante: le Fere sono on fire al Liberati, che a giudicare dalle ultime 5 partite è tornato ad essere un "fortino". In questo arco temporale, infatti, i rossoverdi hanno raccolto 13 punti tra le mura amiche – quindi senza mai perdere -, e si tratta del miglior score interno insieme a due contendenti alla promozione diretta come Cagliari e Pescara. Tradotto, da due mesi a questa parte il Liberati è uno dei tre campi su cui nessuno vuole giocare. Dato di straordinaria importanza per la Ternana, che affronterà tanti scontri diretti proprio al Liberati, dove c'è in palio una parte importante di salvezza.

2 – Lo sport è fatto di momenti e svolte.

Tutto può cambiare, da un momento all'altro, soprattutto in una disciplina dai tempi "dilatati" come il calcio. E allora, a livello temporale, si possono prendere due esempi – passatemi i termini, uno "micro" e uno "macro" – di svolta in rossoverde, di cui Ternana-Modena è esempio e, almeno per uno dei due giocatori in questione, forse apice. Per quanto riguarda il cambiamento in piccolo, emblematica la partita di Damiano Zanon: non bene – ha difficoltà a reggere Luppi, che lo salta di netto sull'azione del gol gialloblu; sbaglia qualche appoggio di troppo, ha tempi di esecuzione spesso errati – fino al 58', quando pennella la palla perfetta per la testa di Federico Furlan. Un assist decisivo, che probabilmente gli dà fiducia, visto che da lì in poi la sua prova è praticamente perfetta sia in copertura, sia in fase di spinta. L'esempio in grande, e forse una delle storia più belle di questa Ternana, non può non essere quello di Jens Janse: una sola presenza prima del "debutto" da trequartista esterno a Brescia, che poteva sembrare quasi un "contentino" prima di una partenza annunciata. Che non è arrivata e anzi è stata seguita dalla conferma e dal rilancio dell'esterno olandese, e ora Jens a giocare lì davanti ci ha preso gusto. Ieri una buona prova, coronata dal gol: uno scenario impensabile solo un mese fa. Una bella parabola.

3 – Avenatti ha un bagaglio tecnico straordinario.

È emerso più volte nella partita di ieri, qualora ci fosse ancora bisogno – dopo due anni e mezzo – di sottolineare le sue qualità. A livello di protezione della palla e di dribbling, questo atleta di 1,98 – che parlando di centimetri sembrerebbe più un mancato cestista o pallavolista – ha fatto impazzire per tutta la partita la difesa modenese. L'assist per il gol di Janse è pura poesia, che solo un autentico fuoriclasse – e solo sudamericano – poteva inventarsi. Meritevole di apposita anatomia: aggancio di prima, palla a terra. Felipe si gira, con una veronica di tre tocchi si rigira e serve Janse di cui, nel frattempo, aveva visto l'inserimento. Ripeto, a quasi due metri di altezza, bisogna avere grandi piedi e grandi capacità di controllo del proprio corpo per fare prodezze del genere. Allora, forse il punto di cui sopra dovrebbe essere più spesso foriero di moderazione dei tanti commenti perentori su questo giocatore. Impossibile negare che la stagione di Avenatti finora sia stata un flop e che Felipe continui a giocare più spalle alla porta che vicino alla porta. Ma, finchè tutto gira bene, il talento puro – che non è il problema di Felipe – si può aspettare. Soprattutto se l'alternativa ad Avenatti è Marchi. Perchè, checchè ne dica il ds della Pro Vercelli, da parte dei piemontesi uno scambio alla pari Marchi-Avenatti non è un "regalo". È quella che, negli sport americani, è chiamata una "steal": una mossa che porta grandi vantaggi a fronte di piccole perdite o, tradotto letteralmente, un "furto con scasso". 

4 – Un capitano può anche allenare.

Tolto il caso "turco" di Eto'o – dove comunque si ribaltano i ruoli, perchè è l'allenatore ad essere in campo -, probabilmente quella di ieri era la prima volta in cui si è assistito, in una partita professionistica, all'allenatore di una delle due squadre, in panchina, con la fascia di capitano al braccio. Di cui ieri si è "svestito" Gozzi, capitano in campo: un gesto di solidarietà da parte dello spogliatoio del Modena, compattamente vicino al proprio allenatore (recentemente coinvolto come indagato nello scandalo "Fuorigioco"). Peccato, poi, che l'ennesima sequela di errori grossolani abbia comportato una sconfitta per i gialloblu e mandato Crespo su tutte le furie, in una conferenza stampa post-gara che rimarrà storica. Con l'invito, non scontato, alla dirigenza modenese a sottoporre gli obiettivi di mercato ad un "test d'intelligenza" prima della firma sul contratto…

5 – Non vendete Niccolò Belloni!

Il Crotone continua a spingere per il giocatore, le parti stanno ancora trattando. Rilanciamo, ancora una volta, l'invito rivolto ieri alla Ternana nel nostro editoriale: non cedete questo ragazzo! Non vedeva il campo da Cesena, un'uscita sicuramente infelice: ieri, subentrando, ha dato tutto. Vero che si è divorato due occasioni enormi per chiuderla definitivamente: ma in quei quaranta minuti ha corso come un matto, consentendo alla squadra – finalmente – di allungarsi e di controllare più agevolmente la partita, soprattutto negli ultimi istanti dell'incontro. Niccolò ha ancora tanto da dare alla causa rossoverde e, soprattutto, non merita la cessione, perchè quando ha giocato ha sempre fatto vedere cose egregie. Non è un caso, infatti, che sia proprio una squadra a trazione anteriore, dal gioco offensivo e spumeggiante soprattutto sugli esterni e con una batteria già folta di attaccanti, come il Crotone ad aver messo gli occhi sull'ex Pro Vercelli. Peraltro, una sua cessione non libererebbe il posto Over tanto agognato per l'acquisto in extremis di una prima punta: Belloni è un Under. E allora, perchè privarsene? Ad offerta irrinunciabile, si sa, non si può e non si deve resistere. Ma la speranza è che quelli di ieri non siano stati gli ultimi quaranta minuti di Belloni in rossoverde e che, anzi, ne seguano molti altri.