Le 5 cose che abbiamo imparato da Ternana-Novara

Le 5 cose che abbiamo imparato da Ternana-Novara

La Ternana spegne 90 candeline: tra i regali ci sono i primi tre, importantissimi, punti di questo travagliato inizio di campionato. Sul bigliettino, le firme sono tre: Cesar Falletti, Fabio Ceravolo e, un po' più in grande, Luca Mazzoni. Ecco le 5 cose che abbiamo imparato dalla vittoria del Liberati:

1 – Luca Mazzoni ha voluto riscattarsi.

È il secondo più anziano (dopo Coppola) del gruppo e uno dei più esperti in Serie B. A Terni era arrivato come certezza, come il richiesto (da Toscano) numero uno di esperienza e affidabilità. Finora, però, Mazzoni non aveva convinto affatto: male contro il suo Livorno, con evidenti responsabilità sul gol del pareggio di Vantaggiato, e rivedibile a Salerno. Anche Breda ha voluto dargli fiducia: perchè, come ha sempre sottolineato Mazzoni, "se non sto al meglio, è perchè un portiere ha bisogno di giocare con continuità". E il portierone rossoverde ieri ha tirato fuori gli artigli e tutta la sua "tigna": grinta esemplare, per una prestazione da incorniciare e da ricordare. Sempre sicuro, compie 4 miracoli ed evita l'ennesima sconfitta alla Ternana. La parata su Gonzalez a secondo tempo inoltrato, nella quale ha neutralizzato con la punta delle dita – sul palo – la specialità della casa, il tiro a giro di sinistro, è semplicemente sensazionale. Migliore in campo, una reazione che ha lasciato stupiti.

2 – Il calcio vive di episodi.

Se il Novara avesse concluso il primo tempo sopra di due reti (se non tre), nessuno avrebbe avuto nulla da ridire. Eppure, tra alcuni azzurri che avevano deciso di non segnare (Rodriguez) e super Mazzoni, all'intervallo si è andati sullo 0-0. La Ternana ha cavalcato l'onda con un cinismo assolutamente invidiabile: qualità da riproporre in pianta stabile, nella speranza che non sia stato un fuoco di paglia. Fatto sta che le Fere hanno sfruttato, di fatto, la terza e quarta occasione della partita, quando gli avversari ne avevano accumulate più del doppio: due reti in rapida successione, a stendere gli uomini di Baroni. Poco ha da lamentarsi l'allenatore dei piemontesi: il calcio vive di episodi e la Ternana è stata più brava a sfruttarli, come gli hanno poi ricordato nel postpartita Breda e Ceravolo. Chi vince ha sempre ragione: specie se lo fa scacciando la sfortuna, sempre presente nei primi 5 turni.

3 – Ceravolo prima punta: una conferma da confermare.

"È un mostro! È un mostro". La citazione, ovviamente tratta da una celebre telecronaca di Riccardo Trevisani, è adatta a descrivere la condizione fisica di questo giocatore. Semplicemente straripante, da inizio luglio: ovvero da quando Toscano ne lodava la smagliante forma nel ritiro di Norcia. Dopo tante prestazioni di sacrificio (in cui corsa e impatto fisico non sono mancati) e dopo essere tornato al gol a Salerno, interrompendo un'astinenza di ben 14 turni, Ceravolo si è ripetuto anche oggi con la rete che ha blindato il risultato e messo in cassaforte i primi tre punti stagionali. L'esperimento di piazzare Fabio come prima punta, con un terzetto di trequartisti a sostegno, ha funzionato alla grande ieri come all'Arechi: Ceravolo ha sfruttato, come richiesto da Breda, le sue doti da attaccante puro, come l'innata abilità nell'attaccare la profondità. La punta locrese è veramente pericolosa in quel ruolo. Un incubo per Troest, un giocatore importante che si è regalato un'altra gran bella soddisfazione.

4 – Furlan, da esterno è tutta un'altra cosa.

Diciamocelo: è vero che a Bassano ha giocato più da mezzala che da esterno puro (quale è), ma l'esperimento di Furlan in mezzo al campo non è che abbia convinto tanto. Se il sospetto era venuto con qualche prova non convincente ad inizio stagione, la conferma più eclatante è arrivata dal capolavoro di ieri. In fase di spinta sulle fasce, la Ternana ha fatto molto bene sia con Belloni che, soprattutto, con il montebellunese, autore di una prova strabiliante. Funambolico, spunto eccezionale, fiato a non finire e assistman di razza: la sgroppata a destra con soluzione a rientrare per Falletti, solo soletto al centro dell'area, è da vedere e rivedere. Furlan ha giocato nel ruolo che è più nelle sue corde, fornendo una prova eccellente non solo dal punto di vista tecnico, ma anche e soprattutto da quello tattico. La fascia è la sua dimensione ideale.

5 – Avenatti va ritrovato.

Felipe è innegabilmente tornato il "gemello brutto", dopo che la sua versione più avvenente l'aveva fatta da padrone per lunga parte della scorsa stagione. È opinione di chi scrive che l'ennesima scialba prestazione stagionale, quella giunta ieri, non sia frutto della posizione in campo. Avenatti trequartista è ovviamente una situazione sperimentale, ma sulla carta può dare ottimi risultati, viste le caratteristiche del giocatore (sempre valida la tesseriana definizione del "trequartista imprigionato nel corpo di una prima punta"). Semplicemente, Felipe non c'era e non c'è con la testa. Perché l'azzeccatissima mossa di Breda in conferenza stampa – quella di dare fiducia e lodare pubblicamente il puntero – era finalizzata a rasserenare e al contempo spronare Avenatti. Un ragazzo in difficoltà, che la Ternana coccola e consola, ma che deve necessariamente reagire. Perché quando la testa non è sgombra, in campo cammini e non lotti più. E di ruoli è inutile parlare. Forza Felipe!