1. I derby “non vanno persi”
Abbiamo imparato che “i derby non vanno persi”. La frase è di Roberto Breda uno che il derby dell’Umbria l’ha perso per ben due volte nell’arco della stessa stagione. L’ex ha imparato sulla propria pelle cosa significa uscire sconfitti e questa volta ha fatto tutto quello che era in suo possesso (a dire la verità poco, ci ha messo molto la decisione arbitrale) per evitare la replica. Però i derby andrebbero vinti, soprattutto se, come succede per la Ternana, la vittoria manca da 10 anni. I rossoverdi ci sono andati vicino “abbiamo fatto tutto quanto era in nostro potere per tornare a vincere il derby” ha dichiarato a fine partita il presidente Ranucci. Ma non è bastato.
2. Il derby senza la voce di uno dei due allenatori perde di valore
Abbiamo imparato che il derby senza poter sentire la voce di uno dei due allenatori protagonisti perde di valore. Parliamoci chiaro. Quanti da ieri alle 17 avrebbero voluto conoscere il pensiero di Pochesci sulla partita? Immaginiamo tutti. Per carità, l’allenatore ha parlato ma solo a Sky che, lo ricordiamo, paga per mandare in onda lo spettacolo della B, obbligo al quale i tesserati non possono sottrarsi. Con il derby va in archivio la seconda settimana di silenzio dell’allenatore. Scelta personale, come ha sottolineato il presidente Ranucci. Ci interesserebbe però poterci parlare. Le dediche a fine partita, i videomessaggi postati sui social, gli sketch con i tifosi non contano. Anzi alimentano la pesantezza di un silenzio che inizia a fare rumore.
3. Cambiare non sempre produce i frutti sperati
Abbiamo imparato che cambiare non sempre produce i frutti sperati. Prendiamo la Ternana del derby. Pronti via Pochesci toglie dalla naftalina Tiscione. È stato sicuramente il valore aggiunto della Ternana nel primo tempo, costringe Del Prete a restare bloccato in difesa e a commettere pure fallo di rigore. Prestazione alla mano meglio lui di Finotto nella trasferta di Foggia. Poi però c’è l’altra faccia della medaglia. Vitiello che prende il posto di Tiscione si perde Di Carmine in occasione del colpo di testa che finisce di poco a lato dell’attaccante e commette il fallo che regala il rigore al Perugia. Il cambio in questo caso non ha aiutato. Perché al netto degli errori del singolo le sostituzioni non sono riuscite ad invertire il trend: la squadra stava subendo uno sterile possesso palla del Perugia nel secondo tempo e questo leit motiv tattico non è stato invertito ma assecondato. Probabilmente la una vittoria nel derby sempre più vicina ha fatto il resto e la squadra ha fallito ancora una volta l’appuntamento con il “salto di qualità”.
4. Con i pareggi la strada si fa lunga e difficile
Abbiamo imparato che con i pareggi si va avanti ma quanto e come è tutto da scoprire. Ad oggi la Ternana è penultima in classifica con 16 punti a pari merito con la Pro Vercelli. Peggio dei rossoverdi hanno fatto solo Ascoli e Cesena che di punti ne hanno 14. I romagnoli però hanno una partita in meno dovendo giocare stasera. Il cammino, ogni giornata che passa e risultati alla mano si fa sempre più complicato. Dopo 16 giornate di campionato con l’ultima vittoria che risale al 14 ottobre e una penultima posizione occupata non resta che aggrapparsi alla solita frase “siamo sulla strada giusta, ci manca poco per fare il salto di qualità”.
5. Paolucci e Defendi sono l’anima della squadra, Montalto il suo finalizzatore
Abbiamo imparato che questa Ternana ha in Paolucci e Defendi le sue anime mentre in Montalto il suo finalizzatore. Ancora una volta i due centrocampisti hanno corso in lungo e in largo cercando anche di dare qualità alla manovra, limitando al minimo il margine di errore e dando in qualunque modo un segnale positivo ai compagni. Come? Con uno scatto, con un contrasto vigoroso, con un pallone intercettato. Loro sono l’anima di questa Ternana così come Montalto è il finalizzatore della squadra. Con il rigore di oggi sale a quota 6 gol in campionato e si avvicina sempre di più al suo record personale (10 centri in Lega Pro con la maglia del Martina). Contro il Perugia ha avuto due chance. Nella prima non ha trovato il pallone ma ha saputo farsi perdonare nella seconda.
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