Limitazione delle rose: chi ne trae vantaggio?

Lungi dall’essere una vera e propria indagine con le neopromosse dalla D, le tre promosse in B e le retrocesse nei dilettanti in disparte, basandoci sui dati dei colleghi di Transfermarkt, siamo andati a comporre una fotografia delle varie situazioni nelle quali vertono le altre società di Lega Pro dopo l’ufficializzazione sulle nuove regole di composizione della rosa a 22 giocatori.

Le nuove regole penalizzano, e non di poco, le squadre strutturate e programmate per tentare il salto di categoria, mentre le altre avranno più margine di manovra. Fatta eccezione per i 33 contrattualizzati della Juventus U23, squadra anomala per eccellenza nel panorama della Lega Pro, sono solo quattro le compagini con almeno 20 giocatori già presenti in rosa: Bari, Catania, Teramo, Arezzo

Le restanti potranno trarre un duplice vantaggio da questa situazione: il primo di carattere temporale, perché rispetto alla Ternana potranno iniziare a giostrare il mercato in entrata senza dover per forza limare e guardare a quello in uscita. Il secondo riguarda proprio le possibili uscite delle squadre ingolfate che, come la Ternana, dovranno giocoforza privarsi di nomi eccellenti per agevolare il mercato. In questa ottica va anche aggiunta la mancata patrimonializzazione dei cartellini, con giocatori rinnovati nella stagione appena conclusa in base alle vecchie regole, evidenziata anche dall’aumento del numero di prestiti da sei a otto. 

Dunque, società protagoniste come la Triestina (16 giocatori in rosa) o la Carrarese (solo 3 giocatori sotto contratto), avranno tempo e spazio per presentarsi ai nastri di partenza nel migliore dei modi. Comunque sia, scattata l’istantanea delle rose con società importanti come Avellino (3 giocatori), Catanzaro (15) e Carpi (17), si può notare che nessuno a oggi è bloccato come la Ternana, costretta a muoversi in simbiosi tra entrate e uscite anche solo per annettere un nuovo acquisto in rosa.