Per un calciatore, rimanere lontano dal campo, dall'odore dell'erba, dal rumore di un pallone che impatta con gli scarpini è sempre un dolore, una sensazione che sembra togliere quasi il fiato, a maggior ragione quando non si hanno certezze sul proprio futuro, quando non si sa se e quando si potranno vivere di nuovo le emozioni di un allenamento, per non dire di una partita. Per un giocatore, sentirsi dire che c'è un problema fisico per cui ci si deve necessariamente fermare, per qualche mese forse, o magari per un anno, o magari per sempre, è probabilmente quanto di più destabilizzante in carriera, soprattutto quando si sta per iniziare una nuova avventura, quando si mette l'anima per un nuovo progetto. Immaginiamo, e solo questo possiamo fare, che questo abbia provato Luigi Viola quando, dopo pochi giorni dal suo arrivo in rossoverde, lo staff medico della Ternana ha ritenuto necessario fermarlo, almeno fino al prossimo gennaio, per un problema fisico che andrà poi rivalutato. Quando la decisione di fermarsi, di prendersi del tempo, non è una scelta, lo stop può essere peggio di una punizione, peggio di qualsiasi scelta tecnica che fa finire in panchina, peggio della sconfitta più dolorosa. Ed è proprio per questo che il gesto della Ternana, che a molti è sembrato naturale e consequenziale, in attesa degli esami di gennaio, in realtà assume un'importanza da non sottovalutare.
La società di via della Bardesca avrebbe potuto decidere di interrompere il proprio rapporto col mediano ex Juve Stabia, oppure avrebbe potuto scegliere di continuare l'iter delle visite ma di tenerlo ai margini, a casa, lontano dal campo perchè tanto, se non ci sono le condizioni per giocare e allenarsi, che cosa fa un giocatore mentre gli altri lavorano. Invece no, invece la Ternana ha deciso che l'odore e il tocco dell'erba sulle caviglie per un calciatore siano troppo importanti per poterglieli togliere senza batter ciglio, a meno che non sia lui a chiederlo, e così ecco che l'attesa del nuovo anno e delle nuove valutazioni si trasforma, da periodo di stop forzato, in una nuova avventura lavorativa mai lontana dai campi di calcio. E così, da "esubero" in attesa di giudizio, Luigi Viola è diventato collaboratore tecnico nello staff di Fabio Gallo, perchè se l'esperienza e la qualità non può metterle direttamente a disposizione dei compagni giocando accanto a loro, questo non vuol dire che non possa farlo coadiuvando gli altri tecnici in allenamento. Un gesto tanto importante ma mai banale, che fa onore alla società e al calciatore che, rimboccandosi le maniche e mettendo da parte l'amarezza, ha deciso di ricominciare: è senza dubbio questo, il gol più bello che la Ternana e Viola potessero segnare.
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