Era scomparso dai radar. Soltanto gli amici sapevano che “fine” aveva fatto Maurizio Lauro. Punto di riferimento della Ternana, in difesa, negli ultimi due anni, costretto ai box, dopo un’infrazione all’osso del piede nel finale di stagione. E da lì per Maurizio è iniziato il calvario. E da lì per Maurizio, probabilmente, è iniziata una nuova vita.
Sì perché da allora Lauro non ha rivisto più il campo da gioco, ha addirittura avuto paura di non poter tornare a camminare come prima. Ma nel frattempo ha trovato una nuova “famiglia”. Non è eccessivo utilizzare questo termine, poi capirete perché, ma andiamo per ordine.
Mentre con la Ternana ragionava sul rinnovo di contratto (a scadenza) da ormai un paio di mesi, arriva l’infortunio. E la decisione di operarsi per consentire al piede di guarire meglio e più in fretta. Insomma per tornare in piedi e a disposizione della Ternana (perché di questo si parlava) a luglio, pronti per il ritiro.
Invece, non solo il rinnovo è evaporato, ma quel piede continuava a fargli male. Non sembrava volerne sapere di guarire. A metà estate, mentre nel frattempo erano arrivate delle proposte (la più interessante delle quali ad Ancona), la mazzata: osteomielite. Ovvero un’infezione ossea contratta durante l’operazione. Ricovero urgente a Cortina, in un centro specializzato. Le cure sono dei tentativi in realtà, non esiste una sola cura: ogni infezione è diversa, bisogna procedere a tentativi. E allora Maurizio alza il telefono e chiama Marcaccio, direttore sportivo dell’Ancona, che aveva pronto il contratto per Lauro.
“Si è vero – racconta Maurizio – l’ho chiamato per dirgli che non doveva aspettarmi. Che non sarei stato pronto, che forse non riuscivo neanche a tornare a giocare. L’avrei fatto con chiunque, anche con la Ternana, se fossi stato ancora lì. Non mi sarebbe sembrato giusto…”
E invece?
“E invece la risposta mi ha completamente spiazzato. Noi ti aspettiamo. Tu guarisci, noi ti aspettiamo”
E sei guarito?
“No non ancora. Ma mi hanno aspettato, anzi. Mi hanno aiutato e mi sono stati vicini nel vero senso della parola, come mai mi sarei aspettato. E per questo non smetterò mai di ringraziarli”.
Si perché da ieri Maurizio Lauro è andato ad allenarsi ad Ancona. Anzi farà il collaboratore tecnico. Dopo mesi e mesi di chiacchierate al telefono Marcaccio insieme all’allenatore Cornacchini (altro ex rossoverde) hanno deciso di portarlo comunque al campo. Intanto come allenatore: poi se recupera bene comincerà a giocare, quando sarà pronto. Oppure comincerà questa nuova avventura…
“Intanto io oltre alle cure che sto facendo e alla fisioterapia ho cominciato anche a frequentare il corso da allenatore. E lo faccio volentieri, anche se è pesante", scherza Maurizio.
Che fino a poco tempo fa aveva addirittura pensato di smettere definitivamente. Senza Ancona, magari con un’altra attività da inventarsi. E doverci pensare così all’improvviso non deve essere stato semplice: “No, non lo è stato. Ma a costo di essere ripetitivo devo e voglio ringraziare la mia nuova società. Marcaccio è stato più di un direttore sportivo. Ci sono alcuni passaggi, che preferisco restino personali, che veramente mi hanno motivato alla grande”
E da Terni? Visto che ti sei fatto male durante la tua avventura in rossoverde?
“I dottori mi hanno sempre chiamato, per sapere come procedeva. Anche i miei ex compagni, magari non tutti, ma è normale”
E quindi ora allenatore?
“Sì: devo dire che l’aspetto tattico mi è sempre piaciuto, ho sempre avuto una passione per questo. Certo, ancora non so farlo, ma sono sicuro che darò tutto me stesso. Quando trovi delle persone così, per lo meno per come la vedo io, sono ancora più motivato. E poi non è detto mica che non recupero… Fosse per me giocherei ancora”
Naturalmente nell’Ancona. Dove una stretta di mano e una parola vale quanto e più di un contratto. Dove Lauro ha ricominciato, con o senza scarpette. Ha ricominciato con il calcio. Adesso forse è più chiaro perché ha una nuova famiglia
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