Il clima è teso. Inevitabilmente. La tensione si taglia con il coltello. L’unico a parlare della Ternana è stato il presidente Guida: gli altri tutti in silenzio. La Ternana è a un passo dalla retrocessione. Lo è sempre stata a dire il vero. Avevamo sperato che la cura Breda portasse i suoi frutti nel finale di campionato. E avevamo anche visto giusto: se ci non fossero state le due dolorosissime sconfitte l’impresa si sarebbe compiuta, o quasi.
In questa situazione in cui ogni errore sembra portare alla retrocessione della Ternana, la squadra c’è da tempo. Negli ultimi 180 minuti di stagione ogni errore diventa più pesante perché c’è meno spazio di manovra.
Oggi la Ternana se vuole salvarsi deve puntare a fare 6 punti. Anzi se vuole andare ai playout. Perché nulla è scritto, nulla è certo e tutto è complicato. Oggi tutto pesa. Pesano gli errori in campo, gli errori in panchina, i gol degli altri.
Il gol del Catanzaro all’ultimo minuto per esempio è stato pesantissimo… ha permesso al Parma di vincere il campionato anche pareggiando con il Bari. Ha permesso al Catanzaro di rimanere in scia della Cremonese per il quarto posto che vale la semifinale playoff. Ha permesso al Como di andare a 3 punti dalla Serie A, con il rischio concreto che la trasferta del Venezia a Spezia all’ultima giornata possa essere inutile.
Figuriamoci allora quanto pesano gli errori in casa nostra. Senza andare a rivangare quello di neanche una settimana fa sottoporta di Casasola, che poteva salvare le Fere. Quanto pesano gli errori di Boloca che si fa sorprendere da Odogwu e che si fa espellere per doppio giallo. Quanto pesa quello di Breda che vedendolo in difficoltà poteva toglierlo prima proprio per evitare l’espulsione. Quanto pesa quello di Sorensen che interviene in maniera scomposta ancora una volta in area di rigore e invita il VAR a nozze. Sono tre e possono essere anche altri. Sono tre e fanno male, malissimo.
Perché la Ternana in campo aveva dimostrato di avere anche le solite doti di corsa, di rabbia, di aggressione, di grande mentalità. E vedersi sfuggire dalle mani una vittoria che sarebbe stata epica è doloroso.
Ma questi errori fanno male perché da questi passaggi dipendeva tutta la stagione della Ternana. Se la Ternana avesse gestito meglio i finali di partita, non ci sarebbe importato niente di questa gara, per dire. Se non ci fossero stati così tanti infortunati e tutti in difesa, magari sarebbe cambiata la musica. Se non ci fossero stati gli errori arbitrali, potevamo digerire una interpretazione del VAR dubbia magari senza prendere il Maalox. Se non avessimo colpito tutti questi pali (anche nei momenti topici della stagione), forse non ci sentiremmo sfortunati. Se, se, se, se. Con i se non si va da nessuna parte. Purtroppo essendoci così tanti “se” bisogna rendersi conto che quest’anno la dose di rischio era altissima. Non sappiamo quanto calcolata, ma altissima.
Continuando il gioco dei “se”, arriviamo fino alla gestione Lucarelli: se si fosse riuscito a fare qualche punto in più. O prima ancora al mercato: se si fosse ragionato in maniera diversa. Risalendo la corrente si arriva alla filosofia.
Il cambio di proprietà, repentino, ha indicato una strada alla Ternana: contenimento costi. La strada che la Ternana ha percorso è stata una strada ripida. Si potevano battere altri sentieri? Con altre indicazioni, suggerimenti, consigli, cartine? Sì, secondo noi sì. Il risultato non lo avrebbe garantito nessuno, ma probabilmente i rischi sarebbero stati minori.
Ci si è accollati un grande rischio, ma non con gli errori di Bolzano. Ci si è accollato il rischio che in questa stagione sarebbero dovute andare dritte tante cose. Soprattutto dopo la partenza con il freno a mano tirato. Di che ci meravigliamo? Non ve l’aspettavate?
Ora bisogna mettere in fila due partite. Vincerle e sperare che basti. Perché ad oggi non è neanche dalle tue mani che passa la salvezza. Ma tu il massimo lo devi fare, a prescindere
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