Questa non è una Lega Pro per giovani: ecco perché

Sarà la Lega Pro dei pulmini con una sola mission: la valorizzazione dei giovani. Bene. Saltando la prima parte dello slogan espresso dal presidente Ghirelli ad agosto, le nuove regole sulla limitazione delle rose non sembrano andare nella giusta direzione per quanto riguarda la tematica giovani.

Incastoniamo, innanzitutto, un concetto importante: dalla prossima stagione, ogni squadra potrà dichiarare un “giovane professionista”, nato dal primo gennaio 2001, che non finirà nel conteggio dei 22.

Bene. E gli altri? Gli altri, che siano 2001 o 2002, finiranno in lista. Tutto questo a meno che, opzione molto remota, il ragazzo non abbia ancora in essere un contratto di formazione.

Per chi invece, come nel caso dei rossoverdi Niosi e Onesti, abbia già sottoscritto un contratto da professionista, scatterà anche in questo caso l’ennesima limitazione dettate dalle nuove regole.

Insomma, per fare un esempio pratico, uno tra Niosi e Onesti finirà nello slot “giovane professionista” fuori lista, con l’altro dirottato nella lista maggiore occupando una delle 22 caselle a disposizione.

Situazione, questa, che non incentiva l’utilizzo e la valorizzazione dei giovani, dal momento che per valorizzare i giovani talenti le squadre blindano le nuove leve con contratti da professionista.

E a niente servirà l’aumento previsto dei premi per i minutaggi perché le società, una volta riempito lo slot fuori lista, cercheranno di serrare le fila con giocatori esperti, magari acquistati al ribasso viste le uscite forzate che ci saranno obbligate dalla limitazione.

Doveva essere la Lega dei giovani: dopo l’utilizzo con il contagocce nella passata stagione e le nuove regole, assomiglia sempre di più a un campionato per vecchi marinai.