Rosso&Verde – Il semaforo di Ternana-Paganese
Verde: un secondo tempo da squadra d'altri palcoscenici.
Senza fare voli pindarici ed esagerare con le parole, la Ternana vista nel secondo tempo, a tratti, a ricordato il calcio che si vede in categorie diverse, più alte. Probabilmente ha ragione Ferrante quando dice che la squadra ora inizia a conoscersi, che i meccanismi iniziano a girare nel verso giusto, quello che è certo è che il fraseggio, gli scambi e le manovre ordite nella ripresa hanno messo in luce una squadra che (finalmente) sa usare buona parte dei mezzi tecnici che ha a disposizione. Un secondo tempo, quello giocato dalla Ternana, che ha visto i rossoverdi padroni del campo, di fatto mai in sofferenza, con un piglio e una determinazione che sono andati in crescendo fino agli ultimi minuti, coi subentrati che hanno saputo dare il loro apporto senza snaturare affatto la vocazione della squadra messa in campo da Gallo. Vero che in Coppa è stato fatto un pesante turnover, ma le Fere hanno vinto la terza partita consecutiva in casa, convincendo ad ogni uscita un po' di più, riacquistando la sicurezza che dopo Bari sembrava essere venuta un pochino meno. Tutto di guadagnato in vista del prosieguo del campionato.
Rosso: un primo tempo sottotono.
Per una ripresa di categoria superiore, giocata con sicurezza e autorevolezza, la Ternana ha vissuto un primo tempo abbastanza anonimo. Attenzione, anonimo non vuol dire brutto, piuttosto sta a significare che i rossoverdi hanno giocato una prima metà di incontro al di sotto di quanto ci si potesse legittimamente attendere, sia per la qualità della squadra, sia (soprattutto) per quanto visto mercoledì scorso in Coppa Italia contro la Fermana. Nei primi 45' è mancato probabilmente un pizzico di brio, ma soprattutto è mancata la precisione nei passaggi, proprio mentre i rossoverdi stavano prendendo le misure per capire come e dove colpire gli avversari nel modo migliore possibile. Sbavature nei passaggi, manovra non del tutto fluida e qualche pallone di troppo concesso ai campani, tutte imperfezioni probabilmente figlie della fretta, di quella voglia di far bene e farlo subito. A volte la pazienza è la carta vincente, e ancor più spesso il suo contrario è un cattivo consigliere: quello che è certo è che senza pazienza, nel calcio, si gioca meno bene di come si potrebbe.