Torna al gol Felipe Avenatti e torna alla doppietta di vittorie una bellissima Ternana corsara, che dal Picco di La Spezia porta a casa uno dei successi più importanti della stagione, vista anche l’imminenza del derby. Ecco cosa abbiamo imparato dalla partita di ieri:
1 – La vittoria a La Spezia è forse la più importante della stagione, sin qui.
Perchè, fino a quindici giorni fa, la Ternana era a quota 36 punti, in piena zona playout e con la prospettiva di un calendario da incubo. Nonostante tutto, però, per l’ennesima volta le Fere hanno reagito dinanzi alle difficoltà, collezionando 7 punti in 3 partite e (ri)cominciando a correre: reazione che è una vera e propria mano santa, visto il ritmo folle che le inseguitrici hanno iniziato a tenere. Un pareggio a La Spezia sarebbe stato ben accetto, visto lo spessore dell’avversario e le condizioni ambientali che definire ostiche sarebbe eufemistico, ma forse non sufficiente per scacciare via le preoccupazioni: perchè il derby, dopo, è una partita a sè stante, in cui può succedere letteralmente di tutto. Questo successo, arrivato peraltro grazie ad una buonissima prestazione, allunga e impreziosisce la striscia positiva rossoverde e dà, oltre che uno scossone alla classifica, un’iniezione di fiducia e serenità non di poco conto in vista di una sfida molto importante, che arriva nel bel mezzo di un calendario ricco di insidie.
2 – Conta la testa, ma il 3-5-2 è modulo da trasferta.
La partita la vince la mentalità, non lo schieramento tattico. Questo è un concetto che Tesser non perde mai l’occasione di ribadire, come fatto anche ieri. Fatto sta, però, che se la cattiveria agonistica e la concentrazione messe in mostre dalla Ternana fossero sempre quelle del Picco, il 3-5-2 sarebbe il modulo perfetto per giocare sui campi avversari: squadra finalmente corta, che copre perfettamente il campo, pronta a ripartire e a far male, senza però mai perdere l’equilibrio. Le gambe, ma soprattutto la testa, vincono gli incontri: con un atteggiamento tattico più spregiudicato, tuttavia, si sarebbe rischiato troppo, contro uno Spezia furioso come quello di ieri. I successi del Picco e del San Nicola sono emblematici dell’efficacia che il 3-5-2, se interpretato come vuole Tesser, può avere: (esclusivamente) da questo punto di vista, il forfait in extremis di Bastrini è stato quasi una fortuna.
3 – Avenatti ha risposto presente quando c’è stato bisogno di lui.
Questo è un segnale importantissimo, da parte di un giocatore fondamentale per la squadra e limitato, nei suoi impressionanti mezzi fisici e tecnici, soltanto da blocchi mentali che, purtroppo per lui e per la Ternana, si ripresentano spesso e volentieri. “Il periodo recente è stato difficile per Felipe, ma solo da un punto di vista della mentalità, aspetto su cui deve lavorare molto: per il resto, il ragazzo è sempre in crescita“: parola di Tesser. Da qualche tempo, però, come sottolineato anche dal ds rossoverde Vittorio Cozzella, c’è anche altro: quel maledetto infortunio alla caviglia contro l’Entella, che ha inaugurato la crisi personale di Felipe e quella della Ternana. Gli acciacchi Felipe se li porta con sè da inizio marzo e anche ieri l’hanno costretto, per un incidente fortuito, a chiedere il cambio: ora l’importante è che il ritrovato Avenatti (che non segnava più dall’8 febbraio ad Avellino) recuperi anche la migliore condizione fisica per la partita contro il Perugia.
4 – Gli arbitri della Can di B sanno fornire anche ottime prestazioni.
È successo ieri al signor Pairetto di Nichelino: prova eccezionale, soprattutto visto e considerato il clima esasperato (anche troppo) in casa Spezia per i torti arbitrali ricevuti a Crotone e che, secondo l’ambiente ligure, hanno perseguitato i bianchi per tutto l’arco della stagione. Con esperienza, Pairetto non si è lasciato intimorire e ha arbitrato fischiando il giusto, ma tenendo sempre il polso della situazione: emblematica la decisione del doppio giallo a Popescu e Kvrzic sulla sceneggiata napoletana del bosniaco (ma la prova tv?). Lasciarsi ingannare ed estrarre il rosso, in condizioni ambientali simili, sarebbe stato fin troppo facile…
5 – Lo Spezia, in casa, non è che sia poi questo granchè.
La formazione di Bjelica si trova esattamente a metà graduatoria, relativamente alle partite giocate in casa: 30 punti in 17 partite (1,76 a partita) il bottino buono, ma nella media, dei liguri al Picco. Le 30 lunghezze in classifica conquistate tra le mura amiche sono frutto di 6 pareggi e 8 vittorie, 3 delle quali arrivate in tempi relativamente recenti, ovvero nelle ultime 5 partite in casa: poi, il pareggio contro il Pescara e la cocente sconfitta contro le Fere. Due partite alle quali, secondo la tifoseria spezzina, andrebbero già imputate le responsabilità per l’eventuale mancato aggancio al treno per la Serie A, diretta o dai playoff. Il tutto nonostante il mastodontico striscione che, a favor di telecamere, campeggia allo stadio Picco, sul quale si legge: “Qui dove dominano le Aquile, lasciate ogni speranza o voi che entrate”. A testimonianza che, nel calcio, non c’è bisogno di scomodare i grandi della letteratura e, più in generale, della storia italiana…
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