Stadio-clinica, la Ternana non chiude a chiave la porta

Bandecchi aveva messo una pietra sopra il progetto, ora la delibera della Giunta Tesei potrebbe riaprire la partita. Tutto dipenderà dal nuovo riassetto

Stadio-clinica, la Ternana non chiude a chiave la porta

La Ternana ha deciso di non chiudere a chiave la porta in faccia alla Regione e buttare nel cestino il progetto stadio-clinica. Le parole pronunciate da Stefano Bandecchi poco dopo l’esito della conferenza dei servizi decisoria di giovedì scorso “il progetto stadio-clinica non si farà più”, hanno lasciato spazio a dichiarazioni più morbide all’indomani della delibera della Giunta Tesei che ha dato mandato alla Direzione Salute e Welfare di procedere alla definizione del Piano dei fabbisogni.

Questa volta a parlare è stato uno dei protagonisti dell’intera iniziativa imprenditoriale, il project manager Sergio Anibaldi. Nel corso della conferenza stampa di giovedì pomeriggio ha detto chiaramente che: “se questa delibera si incanalerà in maniera positiva verso il progetto della Ternana, continueremo, altrimenti vedremo cosa succederà”.

Ancora non è tutto perso quindi. Anzi. Certo è che tutto dipenderà, come sottolineato da Anibaldi, dall’esito della ricognizione che fornirà una nuova distribuzione, a livello regionale, dei posti letto accreditabili e autorizzabili al di là dell’accreditamento stesso.

Cosa significa?

Che se dalla ricognizione dovesse arrivare la conferma che anche nella provincia di Terni potranno sorgere cliniche private con un numero di posti letto accreditabili che soddisfano le richieste dalla Ternana allora il progetto stadio-clinica tornerà di grande attualità.

Le eventuali richieste della Regione sulla specializzazione della clinica non saranno mai un problema perché, come ribadito da Anibaldi “nel progetto abbiamo fatto una proposta di clinica, ma siamo ovviamente aperti a discutere con l’Ente le specializzazioni che potrà ospitare in base al nuovo riassetto sanitario regionale”. In caso contrario non è escluso che la società rossoverde decida di chiamare in causa, ancora una volta, il Tar dell’Umbria.