Ternana, Abate (SkySport24): “Avevo voglia di partire, non vedo l’ora d’iniziare”
L’allenatore della squadra rossoverde è intervenuto oggi ai microfoni di SkySport24
“Carbonara post partita o hamburgher? Subito dopo la partita va benissimo” inevitabile la risata. E’ iniziata così l’intervista rilasciata da Ignazio Abate oggi a SkySport24.
Ignazio sei pronto per questa nuova avventura?
“Ho grande voglia ed entusiasmo di misurarmi in una categoria importante. Avevo voglia di partire, di iniziare la mia carriera. Uscendo dai radar del settore giovanile e da una zona di comfort e mettermi in gioco. Sarà un’esperienza molto formativa in una piazza blasonata, esigente, passionale e carico. Non vedo l’ora d’iniziare".
Dove si perde la qualità a livello delle nazionali? Che tipo d’intoppo ci può essere?
“E’ vero che magari il salto dalla Primavera alla prima squadra, nei top club può essere enorme. Ci sono esempi che dimostrano il contrario, vedi Ylidiz della Juventus. In Italia c’è qualità e le nazionali giovanili arrivano sempre in fondo. Quando ero nel giro della Nazionale, la sera prima guardavamo le presenze nelle competizioni europee dei nostri avversari la differenza era enorme. Ci vuole più coraggio a metterli dentro, a farli sbagliare. Materiale umano c’è. Abbiamo fatto diventare il campionato Primavera un campionato Under20. A 19/20 anni non si può giocare ancora nel settore giovanile. I ragazzi devono misurarsi con i grandi, lottare per i tre punti, stare a contatto con i grandi anche nelle difficoltà. Dobbiamo rivedere un po' di cose e cercare il modo di far esprimere questi ragazzi. Sono convinto che la qualità in Italia c’è”.
Camarda è il simbolo dei talenti azzurri. E’ da giocatori come lui, Zeroli e Bartesaghi che tu hai allenato il Milan e la Nazionale devono ripartire?
“Sono legato a tutti questi ragazzi. Adesso parliamo di Zeroli che è un 2005, ha disputato un campionato Primavera sotto età. Nella passata stagione si è trovato già pronto. Camarda, un 2008 che ha giocato contro i 2004. Ha fatto qualche mese faticando. Poi piano piano è cresciuto. Gli si è data la possibilità di crescere, di sbagliare. Ha fatto gli ultimi 4 mesi da grande giocatore. Bisogna avere pazienza senza avere l’ossessione del risultato nel settore giovanile.
Ti ha impressionato la Spagna? La Francia è la versione migliore di se?
“Sono arrivate quattro nazioni blasonate in semifinale. Al di là della Spagna le altre tre non hanno ancora fatto vedere tutto il loro potenziale. La Francia è una squadra molto, molto pericolosa. Sarà una semifinale di altissimo livello”.
Come si vivono queste serate? Tu le hai vissute nel 2012…
“La tensione era alta, sono sfide bellissime. La sera prima un po' di mal di pancia si avverte. Sono delle competizioni talmente brevi dove la differenza la fa il gruppo. Il nostro ct ha avuto poco tempo per plasmare un gruppo a sua immagine e somiglianza. Ad Euro 2012 avvertivamo che c’era qualcosa di magico. Eravamo un gruppo unito plasmato nel tempo. Al Mondiale in Brasile non c’era quell’alchimia di Euro2012.
C’è un aneddoto che ti porti nel cuore della tua carriera?
“Della mia carriera mi porto dietro il legame con i compagni di squadra e gli allenatori. Ho sempre dato tutto me stesso legandomi alle persone. Cerco di riportarlo in un’altra veste. Quando ho dato l’addio al calcio a San Siro è stato qualcosa di toccante ed emozionante che mi porterò per sempre nel cuore.