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Ternana, Fabris: “Custodisco gelosamente il regalo di Burgnich”

Un professionista ineccepibile, un uomo indimenticabile” così Fabrizio Fabris ricorda Tarcisio Burgnich, scomparso oggi all'età di 82 anni, che ha avuto come allenatore alla Ternana nella seconda metà della stagione 1999-2000. Una stagione che “concludemmo con la salvezza in Serie B ottenuta alla penultima giornata a Salerno dopo che ci complicammo la vita pareggiando in casa contro il Monza” ricorda il centrocampista oggi professore di educazione fisica.

Il mister arrivò dopo Guerini e proponendo un calcio molto pragmatico riuscì a portare in squadra grande tranquillità e serenità. Era una persona di grande saggezza e sapeva essere pacato anche nei momenti più delicati. Ricordo che difficilmente alzava la voce ma bastava guardarlo in viso per capire quando stavamo per superare il limite”.

Burgnich quando arrivò a Terni aveva sessant’anni ma la voglia e l’entusiasmo di un ventenne.

Ricordo che spesso quando arrivavamo al campo lo trovavamo in palestra a fare addominali. Sapeva sempre quando era il momento di dare l’esempio alla squadra. Una volta stavamo facendo un torello di riscaldamento all’Antistadio che all’epoca era in terra battuta. Al centro c’erano Grava e Miccoli. Si accorse che il torello era blando così decise di andare lui in mezzo iniziando pressarci tutti dimostrandoci cosa dovevamo fare e come dovevamo approcciare agli allenamenti. A proposito, reintrodusse anche il doppio-doppio. Martedì e giovedì avevamo in tutto quattro sedute anche se quella della mattina del secondo giorno era dedicata alla tecnica individuale”.

Tarcisio Burgnich genera grandi emozioni in Fabris: "Conservo un bellissimo ricordo di Burgnich che per me ha rappresentato un idolo d’infanzia visto che ha indossato la maglia del Napoli di Vinicio, ovvero il primo Napoli che ho visto allo stadio con mio padre. Ricordo ancora l’emozione che ho provato quando tre giorni dopo la fine del campionato mi chiamò al Hotel Garden e mi fece dono di un suo completo della Nazionale. Ricordo che provai a rifiutare e lui mi disse “sono contento di darlo a te”. Bene io quel momento ce l’ho sempre vivo nella memoria e ogni volta che guardo questa maglia con il numero due cucito mi emoziono come il primo giorno".

Alessandro Laureti

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