Ternana: numeri da brivido
Il punto sulla situazione attuale dei rossoverdi
Si avvicina Halloween, e cresce anche la paura in casa rossoverde. La classifica sta prendendo dei contorni foschi, foschissimi. Le vittorie di ieri di Sampdoria e Reggiana relegano la Ternana al quart’ultimo posto in classifica (in attesa dello Spezia, che potrebbe addirittura far retrocedere di una posizione i rossoverdi, nella zona della retrocessione diretta) e a distanza ormai importante dalla salvezza diretta, visto che i punti dalla stessa Reggiana sono 5.
A tutto questo va aggiunto il ruolino della squadra, senza andare a guardare gli avversari ma semplicemente il proprio rendimento. Purtroppo è la peggior partenza in campionato da quando esistono i 3 punti a vittoria.
Diciassettesima posizione, su 20 partecipanti, con 6 punti in classifica e 9 gol fatti con 13 subiti. Peggio di questa Ternana, non ha fatto nessun’altra Ternana, in epoca recente.
Soltanto quella del 2005/06, retrocessa alla fine del campionato, aveva accumulato lo stesso numero di punti (ma aveva fatto peggio in termini realizzativi: 5 gol fatti e 16 subiti). Ma era una Ternana disastrata, che lo sarebbe stato ancora di più nel corso dell’anno. E aveva iniziato zoppicando. Aveva iniziato con Sala in panchina, esonerato alla terza giornata: arrivò Brini che se ne andò dopo quella partita. Venne richiamato Sala, per altre tre gare. Per poi riconsegnare la squadra nuovamente a Brini dall’ottava partita fino alla 29esima, quando venne esonerato in luogo di Mimmo Caso. Brini vinse la sua prima partita (la Ternana sotto Sala aveva vinto la seconda gara per 1-0 contro l’Albinoleffe) il 5 novembre, contro il Catanzaro. Poi riuscì in qualche modo a risollevarsi, tanto che comunque quando Brini venne esonerato era in zona playout, ma poi retrocesse come ultima.
Insomma non un buon ricordo per la tifoseria rossoverde, nonostante, anche in quel caso, la squadra non fosse ritenuta così scarsa: Berni, Ferrario, Troise, Peluso, Oshadogan, Fattori, Monaco, Candreva, Rigoni, Jimenez (poi a gennaio ceduto), Corrent, Papini, Frara, Dionigi, Corvia, Frick… giusto per citare quelli più rappresentativi. Era la Ternana del passaggio di proprietà da Agarini a Longarini, con l’interregno di Fioretti. Insomma i problemi del campo erano il riflesso della confusione che regnava fuori.
Questa Ternana ha raccolto gli stessi punti. E c’è da riflettere su questo. Proprio perché sembrano davvero esserci delle differenze, ma poi bisogna rassegnarsi ai numeri.
Questa Ternana è certamente quella ha reso di meno nell’era Lucarelli (lo scorso anno 19 punti, due anni fa 13, sebbene con lo stesso numero di gol subiti la passata stagione, addirittura 17 nell’anno del ritorno in B).
Sta facendo molto meno della Ternana di Pochesci (11 punti, con 20 gol subiti ma 17 fatti), che poi a fine anno retrocesse. Anche Benny Carbone (che venne esonerato anche lui) l’anno precedente viaggiava con 9 punti, dopo 10 giornate: arrivò poi la salvezza con Liverani. Meglio ha fatto anche la Ternana della retrocessione (con ripescaggio) del 2001/02: squadra costruita per vincere che invece finì malissimo: 8 punti.
Meno anche del secondo anno di Toscano (quando venne esonerato alla fine del girone d’andata praticamente l’ultimo dell’anno nonostante la vittoria sulla Reggina per 2-0) che mise insieme 10 punti.
Giusto per citare alcune annate amarissime per i colori rossoverdi o che fecero storcere più di qualche naso.
Ora per non far ripetere la storia ci vuole un’inversione brusca di marcia. Dipende sempre dalle proiezioni della quota salvezza: è ancora presto per sapere quanti punti ci vorranno per salvarsi. Si dice ce ne vogliano 40… di strada ce n’è ancora molta