Ternana senti Paghera: “Una goduria giocare in questa squadra” – VIDEO
“Sapevamo di essere una squadra forse però saremmo forse ipocriti a dire che ci aspettavamo una partenza così forte, entusiasmante. Ma è solo una partenza e dobbiamo volare bassi. I momenti difficili potranno arrivare però è inutile nasconderci. Stiamo facendo una cosa importante. La cosa bella è che stiamo andando sopra ad ogni difficoltà che troviamo come può essere il campo, o le assenze che abbiamo. Abbiamo giocato senza Falletti che è il nostro giocatore più importante e abbiamo fatto lo stesso 6 punti nelle ultime due. Sono segnali positivi ma i campionati si vincono a fabbraio/marzo. Mancano ancora tanti punti e allora bisogna stare dentro il carrarmato come dice il mister”: parole e musica di Fabrizio Paghera. Il centrocampista della Ternana è intervenuto ieri sera all’approfondimento del lunedì di Ternana Time.
“E’ una goduria giocare in questa quadra, ci divertiamo la domenica ma ci divertiamo tanto anche in settimana. Se lo spirito quotidiano rimarrà questo sono convinto che la Ternana potrà andare ancora lontano”.
Il campionato si deciderà negli scontri con le altre non solo con il doppio confronto con il Bari…
“E’ un’osservazione che ci dice sempre il mister. La grande quantità dei punti si fanno con le squadre di media bassa classifica. Sono quelle le partite che non possiamo sbagliare. E credo che in questo lo scorso campionato ci è d’insegnamento. Abbiamo lasciato i punti più importanti contro le squadre medio piccole. Se riusciremo ad avere la mentalità giusta in queste partite gli scontri diretti si potranno vincere o perdere ma sicuramente diremo la nostra fino alla fine”.
“Non si fanno 10 vittorie di fila se non ci sono 25 giocatori metallizzati. Ho un’età e una carriera, come altri ragazzi, che non mi cambia fare 30 partite e 10 ma la cosa importante è tornare in Serie B. Questa è la mentalità che abbiamo tutti. Il ruolo che il mister mi ha ritagliato, quello del sesto uomo mi riempie d’orgoglio. Quando posso dare una mano sono contentissimo. All’interno del gruppo non ci sono pensieri personali. Questo è il segreto se abbiamo fatto qualcosa che nessuno era riuscito a fare da sessant’anni a questa parte”.
Tutto quello che fate sembra facile anche quando facile non lo è…
“E’ successo spesso quest’anno che chi è subentrato dalla panchina ha cambiato il volto al match. Questo succede perché in settimana lavoriamo come animali tutti quanti e il mister è bravo a tenerci sulla corda. L’importante è farlo continuare. Farlo per due mesi possono essere bravi tutti. Abbiamo le qualità morali per continuare su questa strada”.
Tra due partite ci sarà la sosta. Siete felici o vorreste continuare a giocare?
“Per come stanno andando le cose giocheremmo fino a giugno. Quando si vince si giocherebbe tutti i giorni, anche nel giorno libero che spesso utilizziamo per allenarci”.
Create tanto ma tirate poco…
“E’ un nostro difetto che ci portiamo dietro dall’anno scorso. Lucarelli ma anche il Presidente ci dicono di calciare di più. Abbiamo però tanti giocatori a cui piace la rifinitura. Palumbo ad esempio gli piace fare l’ultimo passaggio pur avendo un gran tiro e spesso potrebbe provarlo”.
C’è il rischio che possiate andare incontro a cali di tensioni?
“Come me nello spogliatoio ci sono ragazzi esperti che non permetteranno questo e che terranno alta la bandiera. I risultati sono un’altra cosa. Ma sotto quel punto di vista ci siamo scottati l’anno scorso. E’ inutile negarlo. Se vogliamo arrivare infondo è fondamentale questo aspetto”.
In molti siete rimasti dopo due annate infelici. E’ importante per costruire un gruppo?
“Conosco Leone da 10 anni. Questo è il suo modo di vedere il calcio e la vita. Vuole creare qualcosa di duraturo. E’ un processo che richiede tempo. A Lanciano è stato uguale poi abbiamo fatto qualcosa che non si era mai visto. Per arrivare a quest’anno siamo passati da tante sofferenze che, soprattutto il primo anno erano inevitabili per arrivare a quello che lui aveva in testa. A Lanciano, le squadre di A ci mandavano i loro migliori giovani e facevano tutti bene perché trovavano uno strato di cemento solido nel quale ambientarsi”.