Ternana, Suagher: “Avanti così, altrimenti il mister ci prenderà a schiaffi”
Il difensore centrale rossoverde è intervenuto ieri sera a Ternana Time, “la cresta rosa? Mia figlia era contenta di avere un unicorno in casa”
“La moda delle creste l’ho portata io la prima volta nello spogliatoio poi ha iniziato Defendi. Io l’ho sempre fatta in passato e l’anno scorso l’ho rifatta. La faccio quando passo quei momenti lì. La cresta rosa? Mia figlia ha detto che era contenta di avere un unicorno in casa poi a Natale sono andato a casa e mamma me l’ha tagliata con la macchinetta”.
La cresta è il segno distintivo di Emanuele Suagher, centrale difensivo rossoverde, protagonista dell’ultima puntata di Ternana Time.
Ti ha seccato prendere quell’ammonizione domenica che ti è poi costata il secondo tempo?
“Secondo me era esagerata. Sono le classiche situazioni dove se vado molle mi buttano a terra e non mi fischiano il fallo. Scoccia perché mi è costata la prossima partita per squalifica e il secondo tempo perché sappiamo come la pensa il mister con i giocatori ammoniti”.
Eri un giovane promettentissimo. Sei stato fermato dagli infortuni, duri, anzi durissimi. Hai un buon umore pazzesco nonostante tutto.
“Ho avuto 4/5 infortuni gravi. Ho rotto 4 volte il crociato poi mi sono strappato il flessore (secondo grado) l’anno dopo la prima rottura del crociato. Ogni volta ho cercato di trovare spunti per reagire. Il più brutto è stato il terzo. Il primo allenamento con l’Atalanta di Gasperini sono andato a fare un contrasto con Kessie e il ginocchio mi ha mollato. Ci ho messo 6 mesi per riprendermi. Ho visto tutto scivolarmi addosso. La mia fortuna è stata la famiglia. Idea mia e di Gasperini sono andato a vincere il campionato in B con il Bari. Poi tra Colantuono e Sogliano mi hanno tagliato le gambe. Sono iniziate a circolare voci che non giocavo perché non stavo bene. Rammarico per non aver giocato in A? Ci penso tutte le sere. Poi però rifletto e mi dico che ho 28 anni e ancora tanto da giocare. E allora perché non smetterci di provarci?!. Per me la Ternana è come se fosse l’Atalanta. Il calcio va oltre tutte queste cose. Bisognerà vedere che succederà”.
Qual è stata la tua annata migliore?
“Quattro ne metto: Crotone, Carpi l’anno della B e della A, i sei mesi di Avellino e quelli di Cesena”.
Cosa ti manca per inserire anche la Ternana tra le tue migliori stagioni di sempre?
“Potrebbe essere una delle migliori se giocassi un po’ di più, con la promozione e magari chiudendo il campionato senza perdere mai”.
Ma è vero che vi sentite tutti titolari?
“Quando facciamo l’allenamento tra di noi 11 contro 11 ho quasi più ansia di affrontare i miei compagni di squadra piuttosto che la domenica quando giochiamo contro gli avversari. Siamo una squadra ben strutturata. Se fai una formazione con 11 giocatori e una con i restanti 11 dici che puoi essere competitivo con entrambe. Poi c’è chi, per dire, in questo momento è più arrabbiato e chi invece vola sulle ali dell’entusiasmo perché gli riesce tutto. Sta poi al mister scegliere l’uomo giusto per ogni partita. Siamo 25 titolari se ci metti Celli, Diakité e Bergamelli. Chiunque si sente titolare. Domenica ha giocato Salzano a sinistra e in panchina avevamo Mammarella e Frascatore gente che ha fatto sempre la B con un po’ di C. Questo ti fa capire la nostra forza. Ci sta dentro la settimana quel malumore in più ma poi viene tutto mascherato e assorbito dall’ottimismo del gruppo”.
Scegliere è dunque il compito più difficile per Lucarelli…
“Una volta ero in panchina e per scherzare mi ha detto: aveva ragione Mazzone che il ruolo più difficile è quello dell’allenatore che deve fare le scelte. Ha un bel da fare nella gestione di un gruppo così. In questo momento ci sta riuscendo”.
Sei soddisfatto di quanto hai giocato?
“Chiunque spera di giocare tutte le partite, tutti i 90’. Sono un professionista e accetto sempre le scelte. Ci sta che qualche volta pensi perché non mi ha fatto giocare. Ogni allenatore è libero di fare le proprie scelte. Ho giocato le prime quattro partite senza subire gol poi ho avuto un piccolo infortunio ed ho perso il posto. Nel frattempo è arrivato Boben, il mister ha spostato Kontek in difesa. Ci sta che dici perché non gioco? Poi però ti rispondi che ha avuto ragione lui. Io il massimo l’ho sempre fatto, ho la coscienza pulita, spero di arrivare fino in fondo magari giocando qualcosa in più. Nelle scorse stagioni ho sempre messo l’io davanti alla squadra. Quest’anno no. E quando verrò chiamato in causa cercherò sempre di dare il massimo”.
Vedi all’orizzonte delle potenziali problematiche oppure c’è sereno davanti a voi?
“Per il momento non si vedono grosse difficoltà dove andare a parare. Sembrerebbe che stia andando tutto bene. Fino a quando lottiamo e combattiamo come contro Juve Stabia e Viterbese è difficile per gli altri affrontarci. Spero che continui sempre così. In caso contrario ci sarà il mister a dare schiaffi nello spogliatoio”.
C’è un allenatore al quale sei più legato?
“Castori che non smetterò mai di ringraziarlo. Mi ha fatto passare un anno straordinario a Carpi vincendo il campionato. Mi ha rivoluto in A nonostante il crociato rotto poi mi ha portato a Cesena. Ho avuto la fortuna/sfortuna di riaverlo a Carpi l’anno della retrocessione. Siamo rimasti sempre legati, anche durante il lockdown mi ha sempre chiamato per sapere come stavo. Per fortuna che ho trovato lui, è come un padre”.
Kontek può arrivare in A?
“Se ci mette più cattiveria sì. Viene da un campionato straniero con un modo di difendere diverso. Deve adattarsi. Ha tutte le possibilità per arrivare in serie A”.
Se la partita contro la Viterbese viene considerata derby, qualora la Ternana dovesse andare in A sarebbero derby anche le gare contro Roma e Lazio?
“So soltanto che se la Ternana dovesse andare in A sarebbero tutti derby perché sarebbero tutte partite della vita”.
Qual è l’attaccante più tecnico che hai visto quest’anno?
“A me è piaciuto tanto Rauti del Palermo. Secondo me è molto bravo. È un altro attaccante che potrebbe fare bene in C e arrivare tranquillamente in A”.
Andata e ritorno sotto la pioggia ma cosa è cambiato?
“Siamo maturati come squadra. Abbiamo fatto una partita diversa. Abbiamo giocato più sullo scontro fisico che sulla qualità. Siamo stati più cinici nel ritorno rispetto che all’andata”.
Hai fatto il settore giovanile nell’Atalanta hai mai giocato o ti sei mai allenato con Zampagna?
“Purtroppo no ma spesso lo vedevo che faceva i giri di campo a Zingonia dove ci allenavamo noi. Ricordo che avevamo l’abbonamento allo stadio e lui con Doni erano fantastici, fortissimi”.