Ternana-Carpi, le 5 cose che abbiamo imparato
1. Non bisogna smettere di credere nella salvezza
Abbiamo imparato, guardando i risultati dagli altri campi che nulla è perso e che nella salvezza bisogna crederci fino in fondo. “Siamo ancora in corsa, dobbiamo vincere a Vicenza” le parole di Simone Aresti a conferma di come la Ternana non sia spacciata. Certo è che per continuare ad alimentare il sogno salvezza c’è bisogno di più di quanto dato dai rossoverdi nelle ultime due partite.
2. Defendi è il dodicesimo uomo quando è fuori
Abbiamo imparato che Marino Defendi ci crede eccome. Il centrocampista non convocato perché infortunato ha seguito la partita in tribuna incitando dal primo all'ultimo i suoi compagni. In più di una occasione ha anche chiamato l'uomo ai rossoverdi in campo. La sensazione è che se avesse avuto l'opportunità sarebbe sceso in campo ad aiutare i suoi.
3. Rossi che peccato gli infortuni
Abbiamo imparato che Andrea Rossi potrebbe essere uno dei rimpianti di questa stagione. Sono bastati appena dieci minuti al laterale mancino per mettere cinque cross importanti nell'area di rigore del Carpi. Il terzino da quando è approdato a Terni non ha fatto altro che combattere con gli infortuni. Il suo calvario sembra finito. La speranza è che lo sia così come che riesca ad incidere come può.
4. L'involuzione di gioco e gli attaccanti "scarichi"
Abbiamo imparato che la Ternana è alle prese con un piccolo paso indietro sullo sviluppo del gioco. Anche contro il Carpi così come contro il Brescia la squadra è parsa meno brillante da quella della striscia continua. Ora che i punti iniziano a pesare i rossoverdi sembrano essersi appannati.
5. Se gli attaccanti non girano l'unico pericoloso è Diakite
Abbiamo imparato che quando gli attaccanti non riescono ad incidere, l'unico ad avere le caratteristiche morali per sostituirli è Diakite. Il difensore sta bene e per la terza volta in quattro partite è arrivato al gol. Peccato che nelle ultime due la rete gli è sempre stata annullata per fuorigioco.