Ternana-Perugia, le 5 lezioni che abbiamo imparato dal derby del Liberati

Ternana-Perugia, le 5 lezioni che abbiamo imparato dal derby del Liberati

Finisce in parità il derby umbro, in una meravigliosa cornice di pubblico allo stadio Liberati. Ecco le cinque cose che abbiamo imparato da Ternana-Perugia 0-0:

1 – Non ci sono dieci punti di differenza tra Ternana e Perugia.

Per il secondo derby di fila, le Fere escono dal campo con la sensazione di esser state vicinissime ai tre punti: ieri la Ternana è parsa la squadra superiore dal punto di vista della determinazione, della voglia di lottare su ogni pallone e ha avuto il predominio territoriale e le palle gol migliori. Dal punto di vista del gioco, sembravano i rossoverdi la formazione in grado di lottare per le zone alte della classifica. Il Perugia, però, è squadra di valore e sorniona e ha impartito una grande lezione di gestione della partita alla Ternana: forse il troppo entusiasmo iniziale, dovuto alla carica di uno stadio strapieno, ha fatto consumare un carico eccessivo di energie ai padroni di casa nelle prime fasi del match. I grifoni, intuendo con maturità l'andamento della partita, stavano per sfruttare il calo fisiologico degli avversari, mandando a casa tanti ternani con una beffa.

2 – Se spingi da morire all'inizio, poi lo paghi in termini di stanchezza.

È proprio quello che è successo ieri alla Ternana: le Fere, trainate dal ruggito dei 12000 rossoverdi del Liberati, hanno subito messo in campo tutto quel che avevano, con un primo quarto d'ora ad altissima intensità. Gli uomini di Tesser, anche sfortunati in diverse circostanze, sono partiti a mille, con affondi ripetuti e un'aggressività tutta cuore e voglia, forse peccando un po' in gestione della partita. Lo scotto la Ternana l'ha pagato nel secondo tempo: stanchissima, soprattutto nei suoi interpreti offensivi, ha rischiato più volte di prendere il gol beffa perchè troppo lunga ed è mancata di lucidità nei (tanti) contropiedi non sfruttati. Peccato!

3 – Le Fere hanno ritrovato la solidità difensiva.

Adesso possiamo davvero dirlo: quarta partita consecutiva senza subire reti, con la porta di Brignoli che è inviolata da 407 minuti. Si giochi a tre o a quattro, i difensori rossoverdi sono sempre sul pezzo: nessuna sbavatura, interventi precisi e, quando serve, senza fronzoli. Popescu docet. Intanto, l'obiettivo è continuare nel segno di questo trend positivo anche a Catania: a tal proposito, peccato per l'espulsione di Meccariello, per l'ammonizione in stato di diffida di Popescu e per le condizioni fisiche di Bastrini.

4 – La Ternana ha il suo futuro tra le mani.

Il riferimento è, ovviamente, al tesoretto tutto rossoverde composto dai giovani: gli esempi lampanti sono l'ennesimo capolavoro di Valjent che, a dispetto dei suoi diciannove anni, sembra un veterano in campo e l'ottima prestazione di Palumbo. Antonio gioca da top di categoria a 18 anni e mezzo e il grande palcoscenico, probabilmente, lo esalta. Sia che prevalga l'aspetto della necessità divenuta virtù strada facendo, sia che si tratti di programmazione oculata, la politica dei giovani inizia finalmente a dare i suoi frutti, pregiatissimi: il futuro, la Ternana, non se lo deve andare a cercare da nessuna parte, ce l'ha in casa. Un investimento da far fruttare, in campo e fuori. Con l'obiettivo di arrivare ad avere un settore giovanile che sia una vera risorsa, da cui attingere regolarmente.

5 – Fazio splendido, cuore di capitano. Questo stadio è il tuo.

È l'unico (e ultimo) reduce di quella Ternana strepitosa e storica che, dopo anni di buio calcistico e dirigenziale, riconsegnò a Terni la sua passione più grande. Ora, quattro anni dopo, Lito si è preso questa Ternana: da capitano, da padre di famiglia e da ternano ormai non più acquisito, ma vero, sta guidando per mano la sua squadra verso l'obiettivo della salvezza. Ieri, a giudizio di chi scrive, è arrivata una delle più belle prestazioni stagionali del capitano: partita di sostanza e spessore, mai un intervento fuori posto e dominio costante, in entrambe le fasi, sulla sua fascia. Prestazione da applausi: quelli, meritatissimi, che le Fere, con il loro capitano in prima fila, si sono presi a fine partita da un Liberati che sarà difficile scordare. Una bella storia tutta rossoverde.