Tesser: “Se non segni non ti salvi. Rigore su Ceravolo? Era netto! E Avenatti l’ho tolto io”
Ecco le parole di Attilio Tesser a Ivano Mari di Radio Galileo, post Ternana-Pro Vercelli 0-1: "I numeri sono impietosi con noi e parlano chiaro, dispiace tantissimo per le 10 sconfitte interne. L'andamento della gara è stato quello visto da tutti, con 8-9 occasioni davanti al portiere: se non fai gol non vinci, soprattutto quando crei in una partita le palle gol di 4-5 partite insieme. Abbiamo dominato dal punto di vista delle occasioni e del possesso territoriale, ma non è sufficiente se non sfrutti le palle gol, soprattutto come quelle odierne, nitide come non mai. Il rigore su Ceravolo? Era netto. Avenatti ho scelto io di sostituirlo, era in difficoltà: ha provato a dar tutto, si è abbattuto con i fischi e l'ho cambiato. Dugandzic poteva dare il suo contributo, ma ha commesso un'ingenuità: soprattutto perchè poteva farsi vedere oggi, dopo aver avuto poco spazio. Ovvio che c'era più tensione del solito, ma non posso parlare di squadra nervosa: abbiamo lottato e combattuto, ma questi siamo e dobbiamo dare il massimo".
"I bianchi sono stati più reattivi per una fase della partita e ci siamo esposti alle loro ripartenze. Abbiamo perso fiducia dopo il gol, ma loro han giocato sempre di rimessa. Gli spazi erano difficili da trovare, tanto che all'inizio del secondo tempo ho rischiato un modulo più offensivo con la linea difensiva a 4, pur non avendo gli uomini più adatti per quel tipo di retroguardia. Se ti mangi così tanti gol davanti al portiere e poi gli altri segnano alla prima occasione, come già successo, perdi fiducia: il nostro problema, però, è finalizzare quanto creato".
"Quando arrivi solo davanti al portiere per 5-6 volte, si vede che il problema è la concretizzazione: sono i dati di fatto, come successo contro il Frosinone, ad esempio. Noi non sfruttiamo le nostre, clamorose, occasioni, gli altri invece ne approfittano. Tra l'altro, senza attaccarsi all'arbitro, ci sono state anche alcune decisioni della terna decisamente discutibili, ma non si può parlare di altro se non della nostra incapacità di realizzazione davanti alla porta".