Toscano-Longarini: difficoltà previste, ma perchè è venuta meno la fiducia? Ora serve una guida
Nell'analisi di un momento non si può non iniziare dalla dura verità che si ha sotto gli occhi. Dunque partiamo dai numeri: la Ternana ha raccolto 1 punto in 5 partite. Vuol dire che non solo i rossoverdi non hanno mai vinto, ma che hanno pareggiato un incontro e perso i restanti quattro: si tratta, per distacco, del peggior avvio di campionato dal ritorno in Serie B. 10 reti subite, peggior difesa (con la Virtus Entella) e -6, peggior differenza reti. In sintesi, la peggiore squadra di questo primo scorcio di stagione.
Ora, però, consideriamo altri due dati di fatto: il primo è che la Ternana è stata costruita soltanto a partire dal 4 agosto in poi, non potendo utilizzare i primi 35 giorni di calciomercato. Almeno 35 giorni di ritardo, dunque, per la costruzione del collettivo e per la preparazione fisica e tattica della squadra. Il secondo dato di fatto è che la Serie B, con 22 squadre partecipanti, dura 42 giornate ed è il secondo campionato più lungo d'Europa: solo la Championship, con le sue 46 sfide, va oltre la nostra seconda serie.
Le due (indiscutibili) verità appena riportate conducono ad alcune riflessioni di base: in primo luogo, stante la situazione di enorme difficoltà in cui ds e staff tecnico hanno lavorato, una partenza con il freno a mano tirato era preventivabile, complice anche un calendario duro. Ecco perchè, a maggior ragione, la frenesia di agire non avrebbe dovuto far parte della gestione di questo momento: dopo 5 giornate, ne restano da disputare ancora 37. 111 punti ancora in palio, praticamente un'intera Serie A ancora a disposizione. E nessuno crede nella Juventus fuori dalla lotta per lo scudetto, nonostante abbia perso pure contro il Napoli.
Simone Longarini ha delle responsabilità, a nostro avviso. Perché ora che si è mosso in prima persona le sue scelte non stanno pagando. Ha chiesto fiducia (ad inizio stagione, il giorno della sua presentazione, anzi di quella di Masoni) per un allenatore da lui fortemente voluto e che aveva sposato il progetto, salvo poi delegittimarlo più o meno direttamente con i comunicati molto critici già a partire dalla Coppa Italia, senza poi accettare il confronto con il suo allenatore. Toscano è arrivato a dimettersi: altro dato di fatto, e un evento eccezionale nel mondo del calcio. Ha rinunciato ad un anno (potenzialmente due) di contratto e alla possibilità di poter lavorare in questa stagione. Tutto questo perché aveva capito che non avrebbe avuto futuro, né condivisione. La proprietà non ci ha pensato due volte ad accettare la scelta dell'allenatore reggino. Evidentemente non c’erano i presupposti per continuare. Neanche un tentativo per capire i motivi che hanno portato Toscano a tirarsi fuori. Neanche un tentativo di blindarlo, difenderlo, dargli forza.
In ogni caso la gestione della situazione, a partire dalla trasferta agostana di Crotone in poi, è sembrata – a chi scrive – controproducente. A Toscano spettava un doppio lavoro: convincere e bruciare le tappe, data la partenza ad handicap. Ecco perché tutto l'ambiente rossoverde, dai vertici di via Aleardi ai tifosi, doveva avere la maturità di concedere tempo e fiducia a chi, per il rossoverde, stava lavorando. Ci si è persi, invece, in una serie di atteggiamenti che hanno portato a una situazione di classifica imbarazzante per la Ternana: e se questi potrebbero essere giustificabili da parte di alcuni sostenitori, da parte della proprietà ce ne aspettavamo un po' diversi. Più ponderati.
Perchè è vero che Simone Longarini ci ha messo la faccia e che la sua famiglia ha investito, e non poco: ma in questo caso stiamo parlando di modalità di esecuzione, contestualizzando la situazione. Con Toscano (più in generale, con un allenatore davvero sostenuto) la Ternana avrebbe potuto veleggiare verso un campionato assolutamente tranquillo. Non ne abbiamo la controprova, certo. Ma ci chiediamo: perché il rapporto di fiducia è venuto meno, all’improvviso? Questa sicuramente sarà una delle prima domande di mercoledì mattina. Quello che serve ora, dopo una settimana assurda che nessuno avrebbe voluto vivere, è un ritorno alla normalità: per spazzare via quella "confusione" che, dall’esterno, anche ieri è sembrata essere entrata nella testa di una buona rosa. Serve un allenatore, immediatamente, che prepari da subito la sfida col Novara. Perchè la Serie B concede tempo di rimediare solo a chi vuole farlo davvero…