Tra black out, scuse, rabbia e caschi

Non ci voleva. Questa sconfitta per la Ternana non ci voleva proprio. Perché il momento per la città è delicato, perché la vittoria manca da troppo, perché la classifica diventa corta e adesso c'è veramente bisogno di correre. Eppure, il Livorno è sembrato davvero largamente più forte: il 4-0 non ha lasciato alibi al Liberati, quel fortino di una volta che quest'anno si è trasformato in un tabù. Non riesce a vincere nel salotto di casa sua, la Ternana di Tesser. Altra brutta notizia.

TRA SCUSE E RABBIA – Dal disastro della sfida col Livorno, comunque, emerge un punto che ci ha spinti a non condannare le Fere: è stata la prima, vera pessima prestazione di questa stagione. Seguita da una Ternana che ha voluto metterci la faccia: dall'allenatore Tesser al capitano Fazio, passando per Brignoli. Lo spogliatoio e la guida tecnica, tutti insieme dopo il black out hanno riacceso la luce. Chiedendo scusa ai tifosi e promettendo di ripartire subito. Un segnale importante, a cui dovranno ovviamente seguire i fatti. E anche in fretta. Ma digerire una sconfitta con la rabbia è quanto di meglio possa esserci.

L'ORGOGLIO DEI CASCHI – Nella tempesta generale che avvolge i rossoverdi c'è anche una macchia… gialla. Quella di quei caschi indossati dai giocatori prima della gara di ieri: tutti insieme, tutti uniti per i lavoratori dell'Ast. Gli operai dell'acciaio che hanno fatto urlare la città, la regione intera a sostegno di Terni e delle braccia che fanno grande il vanto ternano. Anche Repubblica, il Corriere della Sera oltre a tutti i quotidiani sportivi hanno dato risalto all'iniziativa delle Fere. Il segnale più bello nel momento più brutto. A volte anche questo serve per rialzare la testa.