Tre cose che tengo, tre cose che butto dopo Frosinone-Ternana
Tengo il tener duro. Non nascondiamoci, la differenza che corre fra la prima in classifica e la quintultima, ieri pomeriggio al Matusa, si è vista, non per i demeriti della Ternana, pochissimi in questa occasione, quanto per i meriti dell'avversario, un Frosinone capolista con merito che ha espresso davvero un bel gioco. Eppure i rossoverdi hanno tenuto duro, hanno lottato, hanno stratto i denti, sofferto e sudato per portare via il miglior risultato possibile, e se quel tiro di Falletti avesse avuto una sorte migliore, forse, sarebbero stati addirittura tre punti. Un punto in quel di Frosinone è tutto di guadagnato, soprattutto per il morale, perchè tener testa ad una squadra quadrata come quella ciociara, in uno stadio che spinge per 90 minuti non era certo facile, tantomeno scontato; la Ternana lo ha fatto. Bene così!
Tengo il gol di Avenatti. Un giocatore diverso rispetto alla passata stagione, per certi versi ritrovato, per altri rinnovato, un Felipe Avenatti che fa a sportellate li davanti, si sacrifica e illumina con alcune giocate di rara bellezza: la rete, sebbene su rigore, è stato il giusto premio per lui. In una partita difficile e faticosa, dove torvare lo spunto giusto per andare in gol non era affatto semplice, Avenatti si è reinventato, attaccante, rifinitore, difensore all'occorrenza, e la nona rete stagionale non può che dargli ulteriore forza e fiducia. Il traguardo della doppia cifra si avvicina, noi ci crediamo!
Tengo la classifica. Sempre lì, in realtà, sempre in lotta per non retrocedere, ma sempre più attaccati al gruppo di chi, la zona paludosa della classifica, la guarda con un certo distacco, di punti e mentale. L'importante, per compiere una rimonta fondamentale, è non staccarsi troppo, e le Fere stanno tenendo, non stanno perdendo terreno. I punti sono 16, appena due in meno rispetto ad un Novara tranquillamente dodicesimo, quattro meno del Bari che oggi dovrà vedersela a Verona. Insomma, strada da fare ce n'è ed è tutt'altro che in discesa, ma continuando così sarà sicuramente meno ardua.
Butto l'errore di Aresti. Come quando sistende il bucato, appena fatto, e ci si accorge che la bella tovaglia bianca delle occasioni buone è rimasta macchiata con il vino rosso con cui avete brindato: ecco cosìè l'incidente di percorso in cui è incappato Aresti. Capita anche a livelli più alti, e capita anche di assistere ad errori ben più grotteschi, eppure, alla luce della prestazione complessiva del portiere rossoverde, quell'errorre, costato il gol del momentaneo vantaggio ciociaro, stona. Poteva far male, quell'infortunio, ma è andata bene lo stesso.
Butto la gestione dei cartellini. Sembra ormai quasi un copione già scritto, quello che prevede che dopo una partita della Ternana, noi arriviamo qua a scrivere di qualche decisione arbitrale dubbia, sembra una lagna che si potrebbe evitare; invece no, non si può evitare. Non si può sorvolare perchè, su tutti, il cartellino giallo mostrato a Gori, in occasione della sua esibizione di karate, lascia basiti: come può essere considerato un intervento del genere da semplice ammonizione? Il giocatore non tira indietro la gamba, non tenta di cambiare traiettoria, non sposta il piede, ma si lancia direttamente sulla schiena di Petriccione, con tanto di segni dei tacchetti; Marini è li, ci pensa e decide per un giallo. E se il Frosinone fosse rimasto in dieci uomini, sopo aver subito già il contraccolpo del pareggio su rigore?
Butto l'ammonizione a Petriccione. Diffidato, il giovane centrocampista rossoverde salterà la prossima, contro il Brescia, e siamo certi che la sua assenza in campo si noterà, perchè nonostante la giovane età, Petriccione ha saputo ritagliarsi un posto importantissimo nelle gerarchie di Carbone. Dover fare a meno di lui, con un Coppola ancora ai box ed un Bacinovic non al meglio, costringerà l'allenatore della Ternana a cercare soluzioni lternative, anche se, lo sappiamo, squadra che vince non si cambia.