Tengo il gol di Falletti. La rete di Cesar ha una doppia, forse tripla valenza, soprattutto in un momento delicato come quello che sta vivendo la Ternana, a maggior ragione per il periodo non semplice passato dall'uruguaiano, che non è ancora riuscito ad ingranare a pieno. La sua prodezza, ieri, ha risvegliato una Ternana che provava a destarsi e a far male all'avversario senza riuscirci, ha ridato fiducia a un giocatore che, ultimamente, è apparso un po' in affanno e che anche contro il Cittadella ha giocato tutto fuorchè la sua partita migliore. L'azione del gol, inoltre, nasce da una comunità di intenti, con Avenatti che lotta e innesca Pettinari, che a sua volta serve a Falletti una palla deliziosa, che il folletto rossoverde gestisce bene, ma talmente bene che Alfonso non può nulla, pur distendendosi per fermare l'avversario. L'augurio è che questo sia solo il primo di molti.
Tengo i miracoli in difesa. La partita contro il Cittadella, si sapeva da prima di giocarla, non sarebbe stata una passeggiata, e infatti il pronostico è stato rispettato: la Ternana si è trovata di fronte una squadra ben organizzata, capace di temibili contropiedi e che non ha mai smesso di credere nel gol. Dopo il vantaggio rossoverde, soprattutto, gli ospiti hanno iniziato a spingere, ci hanno provato in tutti i modi, ed è solo grazie ad una difesa attenta e reattiva se oggi possiamo parlare di una vittoria; su tutti, spuntano i "miracoli" di Aresti e di Valjent, che hanno messo ancora più che le loro forza per salvare il risultato. La determinazione si, ci piace.
Tengo il Liberati. Finalmente, dopo tanto tempo, ieri si è rivisto uno stadio con una buona cornice di pubblico, più di 6600 presenze hanno saputo ricolorare di rossoverde quegli spalti per troppo tempo grigi e spenti. Emozionante il minuto di raccoglimento in onore delle vittime del centro Italia, così come quei messaggi di solidarietà e vicinanza esposti dalle due curve; adrenalinico sentire di nuovo lo stadio ruggire al momento del gol. Siamo certi, o ci piace pensarlo, che la Ternana abbia giovato non poco di questa spinta del pubblico, come ci piace augurarci che possa sempre essere così.
Butto gli intoppi. Prima di affrontare questo discorso, va fatta una premessa fondamentale: ci sono nuovi giocatori nella Ternana che si stanno conoscendo e che stanno lavorando con i compagni per acquisire determinati automatismi che arrivano solo col tempo, e soprattutto c'è un nuovo allenatore, che basa la sua idea di gioco su concetti differenti, che la squadra non ha ancora assorbito completamente. Probabilmente basta questa premessa a spiegare come mai, in determinati movimenti e in alcune zone del campo, qualche intoppo si è visto: giocatori che si sovrapponevano, o che non si capivano, movimenti non fatti o solo accennati. E' tutto normale, continuando a lavorare questi meccanismi verranno oliati, e questi intoppi si vedranno sempre meno.
Butto la gestione dei cartellini. Anche in questo caso, si parte da una premessa: l'arbitraggio non ha determinato il risultato, nè da un lato nè dall'altro. Detto ciò, però, qualche appunto sulla gestione delle ammonizioni sarebbe da fare: molto più fiscali, per quanto sostanzialmente giuste, per la Ternana, un po' più accomodanti con il Cittadella. Nessun complotto, nessuna preferenza, solo qualche svista che però ha portato Saia a valutare lo stesso tipo di fallo in due maniere diverse, e questo, alla fine dei 90 minuti, potrebbe pesare.
Butto le giornate no. Una giornata storta capita a tutti, quella volta che qualsiasi cosa fai non viene bene, che più ci provi e più ti sfugge qualcosa: rientra tutto nella normalità di essere umani. Buttiamo la giornata no di Luca Germoni, ma la buttiamo soprattutto perchè ci è dispiaciuto vederlo in confusione, nonostante la voglia di fare bene e di convincere. Una partita non buona la sua, come nelle precedenti 22 gare è toccato a altri incappare in qualche errore di troppo; l'importante è non buttarsi giù. Forse, dopo un intero girone giocato quasi sempre da titolare, per Luca è arrivato il momento di rifiatare un po': che male c'è?
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