Tre motivi per non fallire col Carpi
Digerita (mica tanto) la sconfitta di Trapani, la settimana corre verso sabato, giorno che vedrà la capolista Carpi di scena a Terni. L'ultima gara è e deve essere roba vecchia, da dimenticare proprio. In fretta. I rossoverdi, di quella giornataccia, dovrebbero tenere bene a mente (quello sì) soltanto gli errori commessi. Che sono stati gravi e molteplici. Fatta questa eccezione, la ricetta giusta sarebbe, in teoria, proprio quella che prevede di azzerare i ricordi della trasferta in Sicilia, perché è troppo importante uscirne subito. Soprattutto mentalmente. Senza la delusione vista in allenamento lunedì scorso e senza portarsi dietro le paure del caso: tabula rasa, nervi saldi e soprattutto testa. Ternana-Carpi è una partita da non fallire, per almeno tre motivi.
La classifica E’ un’ovvietà ma è la cosa più importante. La situazione in cui si è andata a cacciare la Ternana è molto delicata. Non si può fallire contro il Carpi, perché una sconfitta peggiorerebbe ancora la classifica e aumenterebbe l’angoscia dei rossoverdi e quella della piazza, che ha e (a maggior ragione) avrebbe tutti i motivi per essere preoccupata. Un’altra resa, è chiaro purtroppo, potrebbe produrre effetti devastanti: Cittadella e Pro Vercelli distano soltanto un punto, e con esse la zona playout. Per la cronaca, la formazione padovana sarà impegnata all’Armando Picchi di Livorno, quella piemontese ospiterà il Lanciano. Dietro c’è anche il Brescia (2 punti in meno della Ternana), ospite del Crotone.
Il tabù del Liberati Questa è un’altra eventualità da scongiurare, meglio ancora una tendenza da invertire in fretta. Stavolta davvero, però. Se prima la Ternana andava a vincere fuori e, quindi, tamponava così le disfatte di Terni, adesso le cose sono un po’ cambiate. Le cose vanno male, o quasi male, anche lontano dal Liberati. Allora è proprio in casa che bisognerà cominciare a fare punti, non si possono continuare a regalare trionfi alle avversarie. A questo punto, ormai, né a quelle modeste, né a quelle più forti. Non c’è salvezza che non passi dalle vittorie in casa, anche perché – altra cosa importante – i tifosi sono stufi di masticare amaro. Stufi non significa inviperiti o avversi, perché la gente continua, giustamente, a sostenere la squadra e lo ha sempre dimostrato. Stufi significa stufi. Però le presenze di quest’anno – che dallo scorso novembre si sono assestate poco sotto le 4mila unità – sono il risultato numerico dell’andamento casalingo delle fere: la gente non si diverte più, vede spesso giocare male e ancor più spesso perdere. E’ brutto, va cambiato.
Trenta giorni al derby Può sembrare inopportuno e immaturo, in questi giorni e con questa situazione, parlare della partita contro il Perugia. In realtà, manca esattamente un mese alla sfida che i tifosi attendono dalla scorsa estate e da sempre. Non ci si può nascondere dietro un dito: è la partita dell’anno, lo sarà tutte le volte che il Perugia giocherà nello stesso campionato. Quindi? Quindi il morale con cui si arriva al derby si costruisce nelle partite immediatamente precedenti. Questo, a sua volta, vuol dire che la Ternana – per non arrivare impaurita e disperata all’attesissimo 18 aprile – dovrà ricominciare subito a camminare. Subito significa da sabato, dal Carpi. Ritrovando fiducia in sé stessa a suon di punti in modo da cominciare a crearsi un mini filotto positivo. Viceversa, allungare la striscia negativa ed avvicinarla troppo alla straregionale, non sarebbe sicuramente il massimo. Diciamocelo. Fermo restando che ogni partita è storia a sé.