Verso Cittadella – Uno scontro diretto con due soli attaccanti di categoria

Proprio questa mattina vi avevamo parlato del crollo della Ternana. Una periodo buio, quello delle fere, che come tutti i periodi bui ha più cause. La più importante, dicevamo, è probabilmente la penuria numerica generata da infortuni, squalifiche e, in ultimo, convocazioni in Nazionale.

Diamo uno sguardo, a questo punto, alla lista dei convocati con cui i rossoverdi si sono messi in viaggio per il ritiro di Camposampiero, alle porte di Padova. Balza agli occhi subito una cosa: il reparto avanzato. Leggere che la Ternana è partita con Ceravolo, Avenatti, Milinkovic e Dugandzic, è difficile da accettare. Sembra la fotografia di un'intera stagione, un'istantanea che riassume la situazione e che vale più di mille parole. Non ce ne vogliano i due ragazzi, l'uno serbo e l'altro croato, che ci auguriamo diventino dei grandi calciatori. Ma se una squadra di Serie B si ritrova con due attaccanti di Serie B e due giovani venuti da fuori, e che fino a qualche settimana fa avevano problemi a comunicare e a sincronizzare i movimenti con i nuovi compagni (parola di Tesser), c'è qualcosa che non va. Presentarsi ad uno scontro diretto, per definizione importantissimo, senza ricambi di categoria, dovrebbe dare la misura di come sia stata allestita la rosa. Come? Con un budget quasi nullo, lo ha spiegato la stessa società, il quale – era più che prevedibile – ha danneggiato il cammino dei rossoverdi. Contenere i costi è una scelta, farlo con queste proporzioni, però, espone a rischi che una società cadetta non dovrebbe correre. Infatti altre società cadette si sono mosse diversamente.

La speranza è che l'allenatore continui a serrare le file e a fare di necessità virtù, sfruttando al massimo ciò che è sfruttabile e limitando il più possibile gli effetti della suddetta ristrettezza. E' per questo che quando si analizza l'operato del tecnico, andrebbe anche considerato il fatto che Tesser si sta muovendo in un campo minato fatto di assenze e ricambi limitati. In bocca al lupo, comunque, a Milinkovic e Dugandzic, che per forza di cose vanno responsabilizzati e dai quali, quando verranno chiamati in causa, ci auguriamo il meglio in questo finale di stagione.