Visti dalla curva – Al Liberati la solita storia. Ma ora è vietato fallire
La serie B è così. Poco conta se tra la dodicesima e la quattordicesima giornata del girone di ritorno, contro Cittadella, Bari e Spezia hai messo insieme sette punti. Sono bastate due sconfitte consecutive – dopo il pari del derby – a rimettere in discussione quella serenità con cui la Ternana si apprestava a vivere questo sprint alla salvezza.
Il kappaò di ieri sera contro il Frosinone è la conferma che in casa, quest'anno, non è proprio aria. Il tabù del Liberati, alla fine, ce lo siamo portato dietro praticamente per tutta la stagione. Adesso si può dire, è stata proprio un'annataccia che non siamo riusciti a raddrizzare, fatta eccezione per le cinque vittorie casalinghe spalmate su tutto il campionato. Il Liberati è stato ancora fatale a una squadra che subisce un gol concedendo pochissimo agli avversari. Troppo volte è successo in questo maledetto campionato, troppe. La Ternana gioca, prende gol (o prende gol e gioca) e al fischio finale esce con le ossa rotte. Ci sono state squadre che sono venute a Terni a non giocare, o comunque a difendere a suon di catenaccio un vantaggio praticamente casuale (Virtus Entella, Carpi e Frosinone, per fare tre nomi recenti). La squadra di Tesser – ieri sera come in altre circostanze – ci mette il cuore, attacca, gioca nella metà campo avversaria, crossa, tira. Ma non pareggia. Al Liberati va sempre storto qualcosa. E pensare che la formazione di Stellone, pur chiudendosi, un po' di spazi li ha lasciati. Se solo la Ternana riuscisse ad avere il cinismo di altre squadre, non servirebbe giocare nella metà campo avversaria, crossare e tirare. Basterebbe un'imbeccata, un colpo di fortuna, un rimpallo. Di sicuro non un palo. La Ternana attacca ma non concretizza, un po' per demeriti, un po' per sfortuna. E chissà se c'era quel rigore su cross dalla sinistra, scivolata e mano in area di Cosic? Volontarietà, involontarietà, danno procurato: se ne dicono e se ne diranno tante, ma i punti ormai sono volati via.
La serie B è così, non ti permette cali di rendimento. Neanche brevi. La classifica, dalla metà in giù, è corta. E' sempre rimasta cortissima. La lotta per non retrocedere è affollata e infinita. Bisogna combattere per 42 giornate, fino alla fine. Snervante, ma per certi versi poco male: la sconfitta contro il Frosinone è rimediabile. Ma più si va avanti e meno si può fallire. La Ternana adesso è attesa da quattro finali, questo è scontato. Sabato si torna in campo – a Lanciano – per un campionato di serie B che oltre a non permettere cali di rendimento non permette neanche di respirare. Adesso bisgonerà essere bravi a gestire il momento, a non cadere di nuovo nel tunnel dell'insicurezza, delle paure, dei blocchi mentali, delle partite approcciate con terrore. Si deve lottare fino alla fine, senza voltare le spalle a una squadra che dà tutto quello che ha, anche se più volte abbiamo sperato di cavercela evitando questa sofferenza. Ma d'altronde con una rosa così corta e giovane, con mercati estivi e invernali del genere e con infortuni in sequenza che t'aspetti?