Visti dalla curva – Chiffi, lo scempio ma non l’alibi: così i tifosi hanno vissuto la sconfitta con l’Entella
Stavolta fa male. Malissimo. Ci si sente traditi, o meglio provati, svuotati da un'altra partita in casa da cancellare. La settima. E senza il timore di essere smentiti, per più motivi la peggiore di questo macabro filotto. Ci si sente traditi dalla sorte, traditi dalla squadra, traditi dall'arbitro. Contare nove assenze (compreso Avenatti) in una rosa di ventiquattro giocatori non è esattamente sintomo di fortuna; assistere ad un'altra prestazione mediocre è altrettanto fastidioso (attenuante: vedi sopra). Infine Chiffi. L'arbitraggio di Chiffi è stato uno scempio e stop. Parlarne non renderebbe giustizia alle immagini che abbiamo scolpite in testa. La cosa sconcertante è che Chiffi è arrivato come la ciliegina su una torta (amarissima) fatta di troppi spicchi (leggasi colleghi). Forse, forse Chiffi è stato peggio di Minelli, peggio di Maresca, uno scempio e stop.
Ci si sente provati e svuotati, dunque, dalle componenti descritte sopra, che agendo in simultanea hanno tolto linfa anche al più positivista dei tifosi. L'umore adesso è sottoterra e il deflusso del Liberati è stata una marcia silenziosa a testa bassa, una resa dopo un tifo che è stato eccezionale nonostante il precoce svantaggio. Fa male, malissimo continuare a vedere una brutta Ternana che crolla miseramente in casa. Rimaneggiata, sì, ma contro un'avversaria che neanche in undici contro nove è riuscita ad alzare il baricentro e ad azzeccare quattro passaggi di fila. Contro la Virtus Entella, le fere hanno giocato male sia in undici, sia in dieci, sia in nove, anche se nell'ultimo quarto d'ora c'hanno messo tanta rabbia e altrettanto cuore. Che frittata il gol preso. Che frustrazione non tirare mai in porta. E quel rigore finale, tirato così, vanifica la possibilità di avere alibi. Chiffi è stato uno scempio ma la Ternana ha perso soprattutto per le assenze e per come ha giocato. Tant'è che alla fine, per la prima volta quest'anno, fischi e applausi si sono divisi la scena. Questa squadra senza Brignoli, Gavazzi e Avenatti perde metà della qualità, se poi mancano altri sei elementi si fa buio. Succederebbe anche ad altre squadre, forse però altre squadre non sarebbero costrette a lanciare nella disfatta due ragazzini stranieri arrivati da un paio di mesi.
E adesso? Adesso calma e gesso. Complice il rendimento casalingo (sta diventando nullo, numericamente), la classifica impone di tornare a camminare spediti. Le fere hanno i mezzi per farlo, se solo acquistassero più solidità mentale. Giudice sportivo e infermeria sono a prova di nervi e insidiano questa agnognata stabilità psicologica. Calma, gesso e testa al Livorno.