Bonifici fantasma e pazienza finita: la squadra porta la società in tribunale

Benedetto Mancini - Foto Facebook
Non si placa la tempesta societaria in casa Lucchese. Dopo giorni di silenzi, bonifici annunciati ma mai arrivati e una tensione crescente nello spogliatoio, ieri è arrivata la mossa decisiva: alla presenza di un delegato dell’Associazione Italiana Calciatori, i calciatori e lo staff tecnico hanno ufficialmente firmato i documenti per la presentazione dell’istanza di fallimento del club rossonero.
Un segnale fortissimo, che arriva dopo settimane di promesse disattese da parte della proprietà e dopo che la squadra aveva rinunciato allo sciopero — probabilmente per un eccesso di senso di responsabilità. A unirsi all’iniziativa anche una figura chiave dal punto di vista istituzionale: il sindaco revisore Liban Varetti, ovvero il professionista incaricato di controllare la regolarità della gestione economica del club.
L’istanza è ora al vaglio del tribunale: il giudice competente ha 14 giorni per convocare la proprietà per ascoltare le eventuali controdeduzioni. A partire dal sedicesimo giorno e fino al quarantacinquesimo, sarà chiamato a decidere: dichiarare il fallimento della Lucchese oppure respingere la richiesta. Il peso del documento, firmato anche da chi ha responsabilità di vigilanza contabile, potrebbe però incidere in modo rilevante.
Le tempistiche del procedimento, va sottolineato, andranno ben oltre la conclusione della stagione sportiva, coinvolgendo verosimilmente i mesi immediatamente successivi.
Nel frattempo, resta da capire cosa accadrà alla squadra nell’immediato. La Lucchese dovrebbe scendere in campo domenica contro la Vis Pesaro, nella 36ª giornata di Serie C. Al momento non ci sono segnali ufficiali che lascino pensare a un rinvio o a una mancata disputa dell’incontro, ma le prossime 48 ore saranno decisive per comprendere le reali intenzioni del gruppo squadra e le eventuali evoluzioni della vicenda.