Calcagno: “La ripartenza della C non è da professionisti”
Umberto Calcagno, vice presidente dell'AIC, ha commentato a TuttoC il ritorno in campo della Lega Pro:
"La nostra posizione è stata fin da subito chiara. Sarebbe stato molto meglio completare la regular season senza playoff e playout. Così, invece, si è creato uno squilibrio competitivo: nella parte apicale c'è chi può scegliere di non ripartire, senza conseguenze disciplinari, situazione che falserà la competizione, viste le vittorie a tavolino. E ci sarà anche un incredibile danno per i giocatori che non potranno mettersi in mostra nel momento più importante della stagione: in carriera ho disputato 5 volte i playoff in Serie C e queste gare mi hanno sempre aiutato nel prosieguo della carriera. Gran parte delle società, insomma, non avrà nessun costo, scaricando tutto sui calciatori e su quei club che lotteranno per non retrocedere, costretti a giocarsi una stagione in 180 minuti. Per non parlare delle squadre retrocesse d'ufficio con 11 giornate d'anticipo".
Le tempistiche, però, non hanno aiutato.
"Il problema è a monte: la Lega Pro, nella sua ultima assemblea di un mese fa, ha scelto di non ripartire e volutamente non ha ripreso gli allenamenti. Ho discusso molto, all'epoca, con alcuni presidenti e direttori che oggi sono i primi a lamentarsi di questa ripresa, oltre che con Ghirelli; ho spiegato loro che il blocco sarebbe stato un errore strategico. E così è stato: ci saranno playoff con squadre che passeranno il turno senza giocare: l'impressione è che siamo di fronte a tutto tranne che a un campionato professionistico. Purtroppo, una volta deciso in FIGC il giusto ritorno in campo, non c'erano più i tempi tecnici per terminare la stagione con le modalità migliori".
E poi c'è anche chi non giocherà più quest'anno.
”Addirittura da parte della Lega Pro è arrivata la richiesta di prorogare la cassa integrazione per altre 9 settimane. Non sarebbe giusto che venisse accolta una simile richiesta, perché adesso il mancato ritorno in campo è volontario e non causato dall'emergenza. C'è chi sta già risparmiando investendo i soldi della mancata ripresa per l'anno prossimo e vorrebbe anche la cassa integrazione nonostante abbia volontariamente deciso di non riprendere”.