Daniele Marino, 29 anni, di professione difensore centrale, è arrivato da Fondi per conquistare l’amore di Terni. Un ragazzo tanto umile e serio in campo, quanto simpatico e scanzonato fuori. Uno che ha carattere, perché ciò che Daniele ha costruito in carriera nessuno glielo ha regalato. Non deve essere stato facile per lui, passare dai fasti dell’Inter (è transitato calcisticamente nel settore giovanile nerazzurro) e ritrovarsi poi nell’inferno polveroso dei campi della C2 e della D: Melfi, Campobasso, Gubbio, Aprilia, Taranto, dove il calcio è una battaglia quotidiana che ti logora dentro. Perché lì, il pallone non ti arricchisce, non ti dà soldi né gloria. Anzi, rischia di inghiottirti dentro a un anonimato perenne.
FORZA D’ANIMO. Ma Daniele Marino non si è perso d’animo, nonostante il treno Inter sia passato da tempo, con lui che non ebbe la possibilità (o la fortuna) di cogliere al volo l’occasione migliore della sua carriera: "Vivevo in convitto con Santon e Balotelli, ma oggi non ho il coraggio neppure di chiamarli – si lasciò sfuggire un giorno Daniele, in un momento di triste amarcord – Ma poi quell’amarezza si è trasformata in grinta, personalità, voglia di prendersi una rivincita. E la rivincita, a distanza di dieci anni dai giovanili fasti in nerazzurro, Marino se l’è presa a Terni, dove è uno degli uomini sui quali mister Sandro Pochesci (che lo conosce come pochi) conta di più. Per lui, si è così materializzata la grande vetrina della serie B. Scusate il ritardo, verrebbe da dire, ma oggi Marino c’è, è tornato. E così in alto, vuole restarci a lungo. Fiero, determinato, orgoglioso: perché a Terni se vuoi avere successo, devi essere uno “vero”, uno che deve subito trovare la sintonia giusta con questa città operaia, fatta di gente onesta, diretta, schietta. E così, quasi per incanto, per Daniele Marino il treno che porta dritto alla gloria è passato di nuovo. Ha giocato da titolare le prime due partite di questo camp i o n a t o , quelle contro Empoli (1-1) e Salernitana (3-3). Poi due panchine consecutive, nelle recenti sfide contro Cesena e Virtus Entella. La stagione è ancora lunga, Marino saprà ricalcarsi il suo spazio, prendersi le sue soddisfazioni, assieme a tutta la squadra dell’Unicusano Ternana.
DINASTIA. Anche grazie all’aiuto di Dio, perché Daniele è un ragazzo molto religioso e credente convinto. I tifosi delle Fere lo hanno accolto bene, per lui c’è simpatia e affetto. Anche per un motivo preciso, che solo a pensarci mette i brividi addosso: Daniele è il figlio dell’indimenticato Raimondo Marino, ex allenatore proprio della Ternana negli anni duemila. Un allenatore, il papà di Daniele, che nella storia della Ternana a suo modo ha lasciato il segno. Con Raimondo Marino in panchina, infatti, la Ternana ha vinto il suo ultimo derby contro il Perugia. Era il 29 aprile del 2007, dieci anni fa, e si giocava in C1. I rossoverdi fecero loro il derby per 2-1, grazie al gol decisivo, nei minuti di recupero, di Alessandro Zamperini. “Qualis pater, talis filius”, dicevano i latini, a Terni se lo augurano davvero. Ecco perché Daniele Marino vuole continuare a regalare gioie alla tifoseria rossoverde, sulle orme di quanto fatto dal padre, proprio nella partita più attesa.
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