#Cozzella a TN: “Un rimpianto? Caputo. E quella promessa a Mimmo Toscano…”
L’ex direttore sportivo rossoverde Vittorio Cozzella si è raccontato a TN in occasione del decennale dalla storica promozione in B. Tante le curiosità e aneddoti esclusivi….
Sono passati 10 anni dalla promozione dei ragazzi di Toscano, il diesse di quella Ternana Vittorio Cozzella si è raccontato a “Ternananews”, c’è spazio per tanti ricordi, ma anche qualche considerazione sul presente e futuro rossoverde, ecco la nostra intervista.
Qual è il ricordo più bello che la lega a quel campionato?
“La vittoria del campionato è stata inaspettata, la Ternana quella stagione non è partita per vincere il campionato, bensì per fare un campionato transitorio, è stata una stagione bellissima sotto tanti aspetti, è stata una vittoria costruita mattone dopo mattone. Anche a livello personale è stato un anno fantastico per me con la nascita del mio secondo figlio. Quel 25 aprile abbiamo vissuto i 3 minuti più intensi di tutta la stagione, con l’arbitro che non fischiava mai mentre aspettavamo il risultato finale del Taranto che se avesse pareggiato ci avrebbe dato la matematica per la B”.
Qual è stato il suo rapporto con Mimmo Toscano, l’altro grande architrave di quella straordinaria promozione?
“Un rapporto da subito forte, io ho sentito che lui aveva una carica decisa, forte, mi dava energia. Con il tempo sono venute fuori tutte le sue qualità di allenatore e di uomo. Ti racconto questo curioso aneddoto: l’anno che siamo stati ripescati dalla C2 siamo andati in ritiro che eravamo contati, pareggiammo 1-1 la prima amichevole contro una squadra di serie D ma senza calciatori, il giorno dopo la partita mi chiama Mimmo e con lui tutto il suo staff dicendomi che senza giocatori era infattibile giocare, lì li ho guardati tutti soprattutto Mimmo e gli ho promesso che avremmo vinto il campionato. Erano tutti increduli delle mie parole chiedendosi se fossi diventato matto. In quel momento si è instaurata una fiducia reciproca che sarebbe stata poi la base della nostra vittoria. Con Mimmo bastava uno sguardo per capirci, quando ci sentiamo il legame è ancora fortissimo”.
Da cosa erano guidate le sue scelte di mercato?
“Sapevo che dovevamo prendere dei calciatori funzionali al gioco del nostro mister, mi ricordo di Dianda che lo convinsi per sfinimento, sono stato tutta una nottata a provare a portarlo a Terni, alla fine ci sono riuscito e a fine stagione risultò uno dei giocatori più decisivi”.
Qual è stato il colpo di mercato che le ha dato più soddisfazione?
"Nella mia gestione abbiamo preso tanti giocatori importanti: Antenucci, Ceravolo, Viola, Maiello, Vitale, lo stesso Falletti, tutti giocatori che hanno fatto grandi cose a Terni".
Un rimpianto invece?
“Ciccio Caputo, l’ho sempre inseguito e sono stato sempre vicino dal prenderlo. Sia quando giocava con il Bari, sia con l’Entella. Negli anni in cui non era ancora esploso mi sarebbe piaciuto portarlo alla Ternana. Tutte le volte che mi sento con il suo procuratore ci diciamo sempre questo”.
Lei ha vissuto 3 vite a Terni, la prima da calciatore, la seconda da dirigente e ora da suocero di Alessio Foconi, schermidore e campione mondiale nel 2018, come si è evoluto il rapporto con la città di Terni nel corso della sua vita?
“Sono legatissimo a Terni, ho due figli che sono nati qui, da giocatore ho provato delle fortissime emozioni calcando il “Liberati” me le porto ancora dietro e ne faccio tesoro. Da direttore sportivo ho avuto tantissimo perché ho vinto un campionato, ho fatto 5 anni di serie B con una proprietà che ci ha lasciato lavorare. Ora mi godo Alessio, un ragazzo che si fa amare, non posso giudicarlo sportivamente perché non ne so molto ma solo chi ha una concentrazione e determinazione fortissima può nel fioretto diventare il numero 1 nel ranking mondiale”.
Ci sono stati invece dei momenti complicati che ha vissuto a Terni?
"Quando c’è stato il passaggio da Edoardo a Simone Longarini è stato un momento difficile per me, mi sarebbe piaciuto continuare il mio lavoro da diesse anche quella stagione, forse avremmo potuto toglierci insieme alla Ternana delle ulteriori belle soddisfazioni, da quella situazione ci abbiamo rimesso tutti, quello è stato il mio rammarico più grande".
Un giudizio invece sulla Ternana di oggi, ha avuto modo di seguirla?
“Certo, a Terni ci sono tanti ragazzi che ho avuto anche io, da Falletti a Palumbo, c’è Furlan che presi a parametro zero, Boben che l’ ho avuto a Livorno e non ultimo Bogdan. Quando si fanno le squadre si avverte nell’aria a inizio stagione se sei riuscito a costruire una squadra forte, la Ternana ha fatto un buonissimo campionato, l’anno prossimo rimane un’ incognita perché solo in pre-season puoi capire se potrà ambire a degli obiettivi importanti”.
Passando a lei, ha in mente di tornare in carreggiata dopo l’esperienza di Livorno?
"Si, ho fatto tutte le categorie vincendo tutti i campionati, il mio sogno nel cassetto sarebbe quello di vincere il campionato di Serie B per andare in Serie A, penso di poterla meritare qualche stagione tra i grandi, ho avuto delle proposte in Serie C però io sono abituato a lavorare in un certo modo, non mi piace che ci siano delle interferenze tra i vari ruoli nelle società".
In ultimo, lei è un grande fan della musica in generale, se dovesse associare alla Ternana una canzone quale sceglierebbe?
"Sceglierei “Un piccolo grande amore” di Baglioni, piccola come la città ma un amore grande quello dei ternani verso la squadra e verso le proprie origini. Quando torno a Terni mi sento come se non fossi mai andato via".
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