Fiorin: “Lista a 22? Non è vero che non c’è meritocrazia”

L'ex allenatore dell'Ascoli, Fulvio Fiorin, è intervenuto ai microfoni di TuttoC.com. Il tecnico lombardo, in questa stagione alla guida del Milano City in Serie D, ha detto la sua sulle problematiche della Serie C.

La Serie C riparte nonostante le tante problematiche.

"La Serie C riparte sempre con un sacco di problemi, senza una riforma è difficile adattarsi. La progettualità non deve riguardare soltanto le società ma anche la Lega. Diventa difficile riuscire a progettare anche se il problema sta, non tanto nell'adeguarsi alle norma, ma nel cambiare il pensiero e la mentalità. Le società prima di tutto devono sistemarsi dal punto di vista finanziario, vedi Trapani. Devono esserci società serie e che non tentino di fare qualcosa nell'immediato ma con una prospettiva nel tempo. Se ci sono personaggi che voglio vincere il campionato subito senza dare valore a tutto il resto allora diventa difficile che la Serie C possa acquisire valore".

Cosa pensa della lista a 22?

"E' stata pensata da Ghirelli per il risparmio delle società e per valorizzazione dei giovani. L'AIC invece si mette a difesa dei propri associati e quei calciatori che aumentano il valore del campionato, è un falso problema. Non è legato alla presenza ai calciatori di esperienza, non possiamo pensare che il livello della Serie C cresca con più calciatori esperti ma il campionato deve acquisire valori con altre idee e pensieri e quindi con la valorizzazione dei giovani. Se riempiamo le squadre con calciatori esperti chiudono lo spazio ai giovani. Nel momento in cui la società vuole vincere deve fare una scelta di qualità sia sugli esperti che sui giovani".

Può penalizzare i calciatori esperti?

"Non è vero che non c'è meritocrazia, si sceglieranno i calciatori esperti che possano far crescere il valore della squadra e aiutare i giovani. Gli allenatori non dovranno essere soltanto dei gestori ma anche degli insegnanti di calcio. La Serie C potrebbe essere un campionato bellissimo ma deve cambiare la mentalità di presidenti e dirigenti. La Lega deve studiare una riforma definitiva".