Ghirelli: “Il protocollo mi sembra un macigno”
Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, è intervenuto a Stadio Aperto, su TMW Radio, per parlare dei temi riguardanti la ripresa dei campionati. Ecco un estratto: "L'élite della Serie A sembra contrapporsi agli altri? Io invece vedo la sintesi, ed è nella specificità di ognuno, come avviene nei settori produttivi e nelle attività commerciali. L'aspirazione di tutti noi è di tornare in campo, perché vorrebbe dire che il paese sta meglio. Per me le porte chiuse sarebbero orrende, ma prenderemmo atto della necessità. Poi però penso alla realtà, e ne prendo atto: forse la Serie A, con le sue strutture, ce la può fare. Ma vedo che negli altri grandi paesi europei leghe e club danno contributi di solidarietà a chi sta sotto e da noi no, questo mi preoccupa. Non la velocità nella ripresa. Il vero problema è che quel maledetto virus non distingue tra giocatori di A o di C, o tra massaggiatori di vario rango. Per giocare ci vuole un protocollo sanitario, ma chi non ha strutture adeguate, centri sportivi, e più Italie diverse al suo interno ha bisogno di spostare tutto più avanti quando tutto sarà migliorato. Ad oggi quel protocollo mi sembra un macigno, tra 2 mesi magari riesco a governarlo e ad applicarlo".
Il protocollo sembra fatto giusto per la A. "Ci vuole buonsenso. La mia preoccupazione è che noi non possiamo essere la causa di un nuovo focolaio. Abbiamo combattuto contro questo mostro a mani nude, o al massimo con la baionetta: ci ha massacrato. Io devo evitare che ci sia la possibilità di innescarlo di nuovo, devo avere un apparato di controllo e dato che finché non avremo il vaccino non ci sarà rischio zero, devo avere la possibilità di isolare e curare. Altrimenti ci giochiamo il calcio".