Ghirelli: “Non accetto di essere chiamato trasformista”

Ghirelli: “Non accetto di essere chiamato trasformista”

Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, si è collegato in diretta nel corso di Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio. Questo il pensiero sulla situazione della terza serie italiana: "C'è un prima del 20 maggio (Consiglio Federale, ndr) e un dopo. Prima c'è stata l'assemblea della Lega Pro del 7 maggio, e non ho cambiato idea sul percorso compiuto, ma ho preso atto che non avendo ricevuto i voti necessari, la nostra proposta è caduta in minoranza e il Consiglio Federale ha preso un'altra strada. Si sono confrontate due linee: quella poi prevalsa è stata di dover tornare in campo in qualche modo e determinare i risultati del campionato col merito sportivo. La nostra proposta era quella di premiare chi fino al momento dello stop si trovava in vantaggio, senza far pagare un prezzo a coloro i quali retrocedevano, e che quindi si dovesse fare un anno di transizione, senza chiudere alle promozioni dalla Serie D. Abbiamo pagato un eccesso di onestà intellettuale quando abbiamo detto di voler proporre al Consiglio Federale la questione del blocco dei ripescaggi. Per come sono fatto io, e non mi auguro di ritrovarmi di nuovo in questa situazione, non ho voluto fare il furbo, forse sarebbe stato meglio aspettare un attimo. Il ripescaggio è stata una chiave strumentale d'attacco, ci hanno fatto apparire come se avessimo voluto decidere su cose su cui non potevamo. Noi avevamo solo il compito di proporre, e la nostra proposta non ha avuto i voti sufficienti, e si è andati in un'altra direzione. Ogni presidente la vive guardandola dalla propria ottica, e qualcuno si è lamentato sul fatto che non abbiamo difeso la linea in fondo, ma non è vero. Servivano i voti, prendiamo atto della questione. Qualche testata giornalistica mi ha definito trasformista e questo non lo accetto. Non lo sono mai stato nelle mie varie attività, e nemmeno in questa situazione. Ho difeso strenuamente gli interessi delle mie società, e nel momento in cui la proposta è stata battuta, il mio dovere era di difendere società e campionato nel prosieguo della decisione presa. Credo di averlo fatto, sono dispiaciuto ma tranquillo sull'operato, ho messo serietà, determinazione, scelta di campo. Credo di aver ragioni, ma dobbiamo prendere atto che non siamo passati. Oggi c'è un altro terreno di gioco, lavoriamo per concludere al meglio il campionato e dare qualche ora di felicità ai tifosi".