Giornalisti, riuscita la manifestazione spontanea dei colleghi di Terni davanti alla procura per protestare contro la legge sulla presunzione di innocenza
Giornalisti, riuscita la manifestazione spontanea dei colleghi di Terni davanti alla procura per protestare contro la legge sulla presunzione di innocenza
È perfettamente riuscita la manifestazione spontanea dei giornalisti di Terni davanti alla procura dove stamattina hanno manifestato contro il d.lgs 188/2021 sulla presunzione di innocenza. "No bavaglio alla stampa, la città deve sapere": questo lo slogan usato dai giornalisti che hanno anche esposto un cartellone e si sono imbavagliati simbolicamente davanti all’ingresso degli uffici della procura, sostenuti dall’Associazione Stampa Umbra e dall’Ordine dei Giornalisti rappresentati rispettivamente dal presidente Asu, Massimiliano Cinque, e dalla vice presidente dell’Odg Donatella Binaglia. Secondo i manifestanti, la legge viene infatti interpretata in senso "molto rigido" dalla magistratura ternana, che di fatto "preclude un adeguato scambio di informazioni con le forze dell'ordine per riscontri o verifiche non solo su vicende di cronaca nera e giudiziaria, ma anche su semplici incidenti e altro".
“L’iniziativa di stamattina si associa a quella di Roma dove i colleghi con l’adesione della Federazione Nazionale della Stampa hanno inscenato la stessa protesta davanti alla procura capitolina”, dice il presidente Asu. “Quello che non si capisce – aggiunge – è perché la direttiva europea, il cui spirito è pur condivisibile, in Italia sia stata recepita in maniera così rigida. Talmente restrittiva da mettere in pericolo il diritto-dovere di cronaca e il diritto del cittadino ad avere un’informazione corretta”.
"Ci troviamo davanti ad un muro di gomma – è stato sottolineato poi dai giornalisti – che va a ledere non solo il rispetto della nostra professione e della libertà di informazione, ma anche il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati".
È stato quindi richiesto un incontro al procuratore capo, Alberto Liguori, che però oggi non era in sede. “La segreteria del procuratore – informa sempre il presidente Cinque – ci ha garantito l’impegno a riportare al capo della procura ternana la nostra richiesta di incontro. Ora attendiamo una chiamata. Quello che vogliamo, e che è stato già detto e richiesto dalla Fnsi, è che governo e Parlamento rimettano mano alla legge e ne modifichino quei contenuti che non si conciliano con la possibilità di lavorare in maniera normale seguendo le regole del giornalismo e quelle, non scritte ma in piedi da sempre, dell’interscambio fra stampa e organi giudiziari, nel supremo e unico interesse di svolgere un sevizio essenziale per i cittadini e quindi per la democrazia”.