I falli di mano in serie A e B? Ecco come sono stati valutati
Abbiamo analizzato i casi più eclatanti di questa prima metà della stagione nelle due Serie. Ecco quali sono state le decisioni
Tiene banco, nonostante con grande sorpresa (almeno nostra) alcuni quotidiani abbiano sottolineato il tema soltanto nello strillo della locandina, senza poi essere altrettanto efficaci all’interno, la vicenda del mancato rigore alla Ternana nei minuti di recupero del derby.
La rabbia e l’incredulità dei tifosi rossoverdi non è scemata neanche dopo 24 ore e la spiegazione – formale – dell’accaduto non ha convinto, almeno noi. Così siamo andati a controllare tutti i calci di rigore concessi in Serie A e in Serie B, in questa prima metà del campionato. E abbiamo fatto particolare attenzione a quei due requisiti che abbiamo già introdotto nel pezzo precedente (LEGGI QUI): la volontarietà e la congruità del movimento del braccio.
Bene in Serie A sono stati fischiati 22 rigori per un tocco di mano e sono tutti assolutamente rispondenti ai criteri esposti. Tranne due, che infatti hanno generato molte discussioni, ma sono stati dati. In Genoa-Verona (3-3), alla sesta giornata, viene assegnato un rigore, poi realizzato di Criscito, per un fallo di mano di Dawidowidcz che colpisce il pallone in maniera del tutto fortuita mentre sta correndo verso la sua porta a protezione dello scatto dell’attaccante che stava marcando. L’impatto con la palla avviene mentre il braccio si sta staccando dal corpo, quindi non è aderente, e viene fischiato rigore. Riscontriamo che in questo caso tutti i criteri non sono stati “centrati”.
La stessa cosa avviene in Lazio-Inter, rigore fischiato ai biancocelesti e poi realizzato da Immobile. In questo caso l’arbitro fischia (con l’aiuto del VAR) un mani di Bastoni, che stava saltando per contendere il pallone all’avversario, con il braccio (non l’avambraccio) molto vicino al corpo e con un tempo di reazione molto basso. Anche in questo caso i criteri sembrano non rispettati.
In serie B i colpi di mano in area sono 14 di cui 4 potrebbero rientrare nella casistica “Ternana”.
1 – Lecce-Como, rigore per i padroni di casa assegnato per un mani di Scaglia conseguente a un tiro di un avversario molto ravvicinato e con un braccio abbastanza largo
2 – Vicenza-Cremonese, forse quello meno simile. Mani di Calderoni, anche qui molto vicino, ma braccio obiettivamente più largo di quello del Perugia
3 – Cittadella-Parma, la sera del rigore parato da Buffon. L’altro rigore, quello segnato poi dal Cittadella viene assegnato per un colpo di braccio di Cobbaut che colpisce la palla in maniera assolutamente involontaria mentre è in volo ma solo dopo che l’attaccante del Parma ha colpito di testa. La distanza fra la testa dell’attaccante e il braccio del difensore sarà al massimo 20 centimetri…
4 – in ultimo l’episodio di sabato, che è costato alla Reggina un calcio di rigore contro. Tirocross del Como in area di rigore, il pallone intercetta il braccio di un difensore della Reggina, il Var decide che è rigore. Questo è praticamente identico a quello che è successo a Perugia.
Insomma Lucarelli se vuole può fare Cavallo Pazzo, anche domani