Incontro con un ex rossoverde: Fabio Brini

Incontro con un ex rossoverde: Fabio Brini

Il nuovo millennio ha rappresentato per i tifosi rossoverdi più dolori che gioie. Infatti dal 2000 in poi è capitato veramente un po’ di tutto!

Per la verità con la gestione societaria di Luigi Agarini, a cavallo del nuovo millennio, la Società si era data una struttura professionale ed ambiziosa, sfiorando la serie A nel campionato 2003-’04. Poi però cominciarono i problemi finanziari del Presidente che lo portarono alla cessione della Società alla famiglia Longarini.

Con questa proprietà la Ternana vivrà un periodo, lungo tredici stagioni, di alterne vicende, con una retrocessione in serie C al termine della stagione 2005-06 e con una successivo ritorno in serie B alla fine dell’entusiasmante campionato 2011-’12.

Insomma, come detto, di tutto e di più!

In tutti questi anni infatti la Società rossoverde ha visto un avvicendarsi continuo di presidenti, allenatori, giocatori, tecnici vari. Insomma un vero e proprio marasma continuo.

Questa volta, per ricordare un tratto di quel periodo così convulso, abbiamo incontrato non un calciatore protagonista in campo ma uno che le vicende rossoverdi le ha vissute sulla panchina: Fabio Brini.

Brini nasce a Porto Sant’Elpidio (AP) e cresce calcisticamente nelle fila dell’Ascoli, nel ruolo di portiere. E proprio con la squadra marchigiana farà il suo esordio in serie A, per poi confermarsi nella massima serie difendendo la porta dell’Udinese. Una carriera che proseguirà con società importanti come Vicenza ed Avellino.

Da allenatore la sua carriera ormai ventennale lo vede sedere su molte panchine, soprattutto di serie C e B.

Arriva alla Ternana, in serie B, nell’autunno del 2004, dopo che sulla panchina della società rossoverde si erano succeduti ben tre allenatori nel giro di tre mesi (preparazione compresa: Verdelli, Vavassori e Tobia) ed esonerato a soli due turni dal termine del campionato (sostituito a sua volta da Tobia), con la squadra piazzata a metà classifica al termine del campionato.

Nella stagione successiva viene richiamato, dopo solo sei turni, in sostituzione di Mister Sala e verrà sostituito alla settima giornata di ritorno da Mister Caso.

Come detto la sua carriera da allenatore proseguirà fino ai giorni nostri in società di serie B e C, ultima delle quali il Fano nello scorso campionato.

1) Come ha cominciato a tirare calci ad un pallone? 

Come tutti i ragazzi della mia generazione: all’oratorio. Poi successivamente, all’età di 12/13 anni, sono andato a giocare nelle giovanili della società del mio paese che si chiamava San Crispino, dove la prima squadra partecipava al campionato Prima Categoria.

Categoria dove io approdai all’età di quindici anni, anche se da regolamento non avrei potuto nemmeno giocare.

Devo anche dire che la mia famiglia mi ha sempre lasciato libero di provarci a patto che prima di tutto ci fosse stato l’impegno nello studio. Molto diverso dai nostri giorni dove i genitori mandano i propri figli nelle scuole calcio con l’idea di avere dei campioni in casa!

2) Si dice sempre che da bambini il ruolo del portiere viene sempre assegnato al più scarso con i piedi. Accadde così anche per lei?

A me non andò affatto così!

Infatti sia all’oratorio che nelle giovanili del San Crispino io giocavo da punta, anche a causa della mia altezza, che per quell’età era già pronunciata. Però dentro di me avevo sempre la curiosità ed il piacere di giocare a porta, e fu così che arrivò il giorno che mi decisi a cambiare ruolo e così esordii a quindici anni in prima squadra in Prima Categoria.

3) Per quanto riguarda la sua storia con la Ternana, cominciamo da lontano, prima che arrivasse a sedere sulla panchina delle Fere.

Lei sedeva sulla panchina dell’Ancona nella stagione 2000-’01 (Ternana-Ancona 3-2, il 29/04/2001), quando venne per la prima volta da avversario al Liberati. Ricorda che impressione le fece l’ambiente, in modo particolare il tifo rossoverde?

Sicuramente un’impressione molto positiva!

Un tifo appassionato, caloroso come solitamente capita nelle città del sud, probabilmente dovuto anche al fatto di aver conosciuto categorie e qualità di gioco importanti. Un tifo che dava un aiuto concreto alla squadra fin dal momento del suo ingresso in campo.

Da questo punto di vista Terni non aveva nulla da invidiare a quelle realtà!

4) Arrivò sulla panchina della Ternana quando la Società era già passata di mano e da quelle di Agarini era in quelle della famiglia Longarini. Chi la contattò?

Furono i fratelli Montemari che mi contattarono, i quali non li conoscevo di persona, anche se sono miei corregionali.

5) Fu un accordo facile o ci furono delle difficoltà?

Mi descrissero le difficoltà che c’erano state in quel momento e mi dissero che ovviamente avrebbero desiderato cambiare la rotta. Non ebbi nessuna difficoltà ad accettare la loro proposta ma anzi ne fui lusingato.

6) Nella stagione precedente il suo arrivo, la Ternana perse la grande occasione di approdare per la terza volta nella sua storia in serie A arrivando settima, alle spalle della Fiorentina, perdendo così l’opportunità di fare lo spareggio promozione addirittura in un derby, che sarebbe rimasto senz’altro nella storia, contro il Perugia, quart’ultimo in serie A. Che ambiente trovò? 

Io arrivai ad Ottobre, a stagione iniziata, e sinceramente con me non si parlò mai di quello che era accaduto nel campionato precedente.  Probabilmente ad inizio stagione ci saranno state le scorie di tutto quello che era accaduto nei mesi precedenti ma al mio arrivo ormai la cosa era sinceramente scemata.

Questa situazione però ha anche dato la spinta a fare bene in quel campionato e secondo me non fu una stagione deludente perché a poche giornate dal termine, dopo la vittoria sull’Ascoli (Ternana-Ascoli 2-0, il 07/05/2005) eravamo a soli due punti dai playoff. Poi però arrivarono diversi risultati negativi che purtroppo ci impedirono di arrivare a quel traguardo.

7) Come abbiamo visto, lei arrivò a sostituire Mister Tobia, quindi ovviamente la squadra non poté costruirla lei. Chi conosceva già dei giocatori che ha avuto poi a disposizione?

Ne conoscevo qualcuno, come Di Deo e Russo ed altri poi arrivarono a Gennaio. Ma aldilà di quelli che io potevo già conoscere, ciò che fu importante in quella stagione era la volontà comune di tutto lo spogliatoio di fare bene. Cosa che secondo me, come ripeto, ci riuscì, visto e considerato che nonostante quello che dicevamo prima, arrivammo a soli 5 punti dall’Ascoli che rientrò nei playoff, che poi perse ma fu ripescato in serie A!

8) Lei sa quanto ci tengano i tifosi rossoverdi al derby contro i cugini del Perugia. Purtroppo in quella stagione arriveranno due sconfitte contro i grifoni.

Ternana-Perugia 0-2, il 01-11-2004. Che ricordo ha di quella partita che è rimasta nella storia della Società rossoverde, dato che fu la prima sconfitta di un derby di campionato a Terni dopo più di 70 anni (Ternana-Perugia 2-2, il 01-03-1931, poi 0-2 a tavolino per incidenti)?

Quella fu una partita abbastanza strana nella sua dinamica perché noi giocammo un ottimo primo tempo ma non riuscimmo ad andare in vantaggio, poi purtroppo nei primi minuti del secondo subimmo un goal abbastanza strano e quello ci condizionò per l’intero tempo rimasto perché noi provammo a raggiungere il pareggio ma subimmo il goal del raddoppio che ci tagliò letteralmente le gambe.

Nonostante tutto questo io quella partita la ricordo ancora negativamente sotto il piano del risultato ma positivamente sotto quello del gioco espresso.

9) Nel derby del Curi arriva una sconfitta pesantissima (Perugia-Ternana 4-0, il 09/04/2005), la più pesante contro i grifoni. Cosa ci dice a tal proposito?

Questa invece la ricordo come una delle esperienze più negative e deludenti, non solo per il risultato ma perché si era tentato di programmarla in una certa maniera ed invece venne fuori l’esatto opposto!

Aldilà della forza dell’avversario quella partita la perdemmo perché noi mentalmente non scendemmo in campo! La squadra scese in campo timorosa, impaurita, e mancammo clamorosamente di cattiveria agonistica, di voglia di vincere una partita importantissima per tutto l’ambiente.

La delusione, per quanto mi riguarda, arrivò soprattutto a causa di questi motivi.

10) Nonostante queste due delusioni al termine del campionato la Ternana si piazzerà a metà classifica. Lei però a due giornate dal termine viene esonerato e richiamato Mister Tobia. Come se la spiega questa decisione della Società? 

La verità è che ci furono dei contrasti con Longarini junior .

In particolare al termine della partita contro il Torino, terz’ultima di campionato (Ternana-Torino 1-1, il 28/05/2005), dove uscimmo tra i fischi dei tifosi , anche a causa del fatto che quel risultato favoriva i cugini biancorossi nella rincorsa ai playoff per la promozione in serie A, negli spogliatoi chiesi alla dirigenza quali fossero le loro intenzioni nei miei riguardi dato che se non avevano intenzione di riconfermarmi io potevo cominciare a guardarmi intorno, visto che avevo avuto delle richieste da parte di altre società. Questo non piacque al Presidente Longarini Emanuele e mi esonerarono seduta stante.

11) Nella stagione successiva viene richiamato dopo solo sei giornate, in sostituzione di Mister Sala. Cosa era accaduto? 

Era successo che alla carica di Presidente della Società non c’era più Longarini Emanuele e venne a cercarmi Longarini Senior, il quale mi propose di tornare sulla panchina rossoverde. Ci fu un chiarimento e delle scuse nei miei confronti per quanto accaduto mesi prima ed io accettai volentieri perché, nonostante tutto, io a Terni mi ero trovato molto bene.

Purtroppo le cose non andarono come speravo visto che la squadra a Gennaio venne notevolmente indebolita dopo la cessione di tutti i migliori elementi a disposizione e non arrivarono giocatori di pari livello in loro sostituzione.

Se si aggiunge a tutto ciò anche il fatto che quella era una squadra debole caratterialmente, il risultato finale non poteva essere diverso da quello che poi è stato. 

12) Iniziò con il Modena (Ternana-Modena 1-1, il 01/10/2005) e finì sempre con la squadra emiliana ( Modena-Ternana 2-0, l’11-02-2006). Infatti arrivò l’esonero al termine de quest’ultima partita. Quali le cause secondo lei?

Dissi chiaramente alla Società che se la campagna acquisti era quella, dove si erano ceduti tutti i migliori e non erano arrivati chi li potesse sostituire degnamente, non avevamo nessuna possibilità di salvezza ed a quel punto arrivò di nuovo l’esonero. Purtroppo fui facile profeta.

13) In quelle due stagioni ebbe due presidenti: Longarini Emanuele e Ferramosca. Che rapporti ebbe con entrambi?

Come ho già detto, nella prima stagione ebbi dei problemi con il Presidente Longarini Emanuele e parlai una sola volta con Longarini senior. Io mi rapportavo unicamente con i dirigenti, i fratelli Montemari e nel secondo anno anche con il D.S. Acri.

14) Una domanda “scomoda”: chi era a comandare veramente nella Società Ternana di quelle sue due stagioni? 

Sicuramente i fratelli Montemari i quali erano gli uomini di fiducia della famiglia Longarini. Come detto erano loro i miei maggiori referenti.

15) Quale è stato il giocatore più forte che ha allenato alla Ternana?

Soprattutto nel primo anno, ma anche nella prima parte del secondo, avevo una rosa eccezionale con giocatori di grande qualità come Jimenez, Kharja, Frick, Candreva, Peluso. Scegliere un nome fra questi è veramente difficile ed è quasi un peccato.

Forse qualcuno di loro poteva fare una carriera ancora migliore di quella che poi ha fatto ma sicuramente la qualità non mancava.

16) Quale giocatore rossoverde ha fatto una carriera inferiore rispetto alle aspettative che aveva al momento che indossava la maglia rossoverde?

Credo che Jimenez, considerando anche la sua giovane età in quel momento, le sue notevoli qualità tecniche, poteva fare sicuramente di più nel campionato italiano. Purtroppo poi si è un po’ perso.

17) Quanto riuscivano, secondo lei, i tifosi e tutto l’ambiente a trascinare la squadra al raggiungimento della vittoria? 

Il primo anno sono stati molto importanti, sempre uno stimolo ulteriore a raggiungere i traguardi sperati. Nel secondo anno invece la squadra li ha sofferti molto a causa della debolezza caratteriale che purtroppo la contraddistingueva. Inoltre ricordo che ci furono anche dei forti contrasti tra la dirigenza societaria e la tifoseria.

Tutto questo non ha permesso di trascinare i tifosi come potenzialmente poteva accadere, perché è sempre la squadra che trascina il pubblico e mai il contrario. Eventualmente il pubblico, se maturo, capisce le difficoltà del momento e può aiutare a superarle.

18) Come viveva la città Brini, una volta uscito dal campo? 

Una città che ho vissuto perché frequentavo nelle sue vie del centro, dove spesso ero fermato da qualche tifoso per scambiare quattro chiacchiere e dove ho ancora diversi amici.

Sicuramente vivibile e molto a misura d’uomo.

19) Nel suo cassetto dei ricordi, quale è il ricordo più bello che ha portato via da Terni?

Sicuramente, oltre alle amicizie, l’attestato di stima da parte di tanta gente che ha capito la mia serietà ed onestà. Che poi è sempre stata la cosa a cui ho tenuto molto, più di tutto il resto.

Quando c’è stato qualche problema ed ho incontrato i tifosi per dei chiarimenti, io ho sempre detto le cose come stavano, senza nascondere mai nulla.

Un’altra cosa positiva è la stima di tanti miei giocatori dell’epoca, con alcuni dei quali sono ancora in contatto.

20) Oggi che lei da molti anni è un allenatore, se le chiedessero di spiegare ad un bambino cosa è il calcio, cosa le direbbe?

Compito molto complicato perché non c’è più, in confronto ai miei tempi, né la disciplina e né il rispetto, non solo nel mondo del calcio ma purtroppo anche nella vita di tutti i giorni.

Secondo me ad un ragazzino prima di fargli vedere i grandi campioni bisognerebbe fargli capire cosa significa lo sport in generale.

Per me il rispetto significa averlo prima di tutto nei confronti del compagno di squadra, dell’avversario, la disciplina, dove per disciplina si intende rispetto degli orari, di comportamenti sani.

Tutto questo, spesso, diventa ancora più complicato con i genitori che vogliono mettere bocca su tutto,  dato che pagano la retta per la scuola calcio.

21) Ci dica la verità: le piacerebbe un giorno potersi sedere di nuovo sulla panchina della Ternana? 

Ne sarei felicissimo perché sono andato via con la sensazione di essere stato privato di qualcosa che si stava costruendo e magari avere la possibilità di dare qualcosa di più.

Essere stato esonerato entrambe le stagioni perché sempre in contrasto con la dirigenza societaria non può che avermi lasciato l’amaro in bocca!

 

La carriera di Fabio Brini in rossoverde (allenatore): 

2004-‘05 (Serie B)

2005-’06 (Serie B. Retrocessione in C1)

La carriera di Fabio Brini (giocatore):       

1978-’79: Ascoli (giovanili)            Presenze: Goal subiti:

1979-’81: Civitanovese (serie C2)  Presenze: 63 Goal subiti: 37

1981-’83: Ascoli (serie A)              Presenze: 57 Goal subiti: 56

1983-’88: Udinese (serie A e B)  Presenze: 92 Goal subiti: 113

1988-’89: L.R. Vicenza (serie C)   Presenze: 27 Goal subiti: 28

1989-’92: Avellino (serie B)          Presenze: 12 Goal subiti: 12

1992-’93: Avezzano (serie C2)      Presenze: 29 Goal subiti: 20

1993-’94: Fermana (serie D)          Presenze: 34 Goal subiti: 15

La carriera di Fabio Brini (allenatore):       

1995-’96: Montegiorgese (serie D)           

1996-’98: Ancona (vice) (serie C1 e B)           

1998-‘99 : Foggia (serie C1)

1999-‘02 : Ancona (serie C1 e B)

2002-’04: Taranto (serie C1)             

2004-’06: Ternana (serie B)

2007       : Martina (serie C1)

2008-’09: Salernitana (serie B)

2011-’12: Pergocrema (serie C1)

Gennaio 2013: Carpi (serie C1)

2014-’15: Benevento (serie C)

2015-’16: Pavia (serie C)

2016-’17: Ancona (serie C)

Marzo 2019:   Fano (serie C)

Palmares:

da giocatore:

1980-’81: Civitanovese: promozione in C1

da allenatore:

1996-’97: Ancona (vice): promozione in serie B

1999-’00: Ancona: promozione in serie B 

Gennaio 2013: Carpi: promozione in serie B (dopo playoff)       

                                                                        Marco Barcarotti

(intervista realizzata nell’Aprile 2020)

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