Vestire la maglia per una sola stagione e rimanere nella storia del calcio rossoverde! E’ proprio ciò che è accaduto all’ex-rossoverde che abbiamo incontrato in questa occasione.
Stiamo parlando di Antonio Arcadio, il quale ha vestito la maglia delle Fere nella sola stagione 1997-’98 ed il motivo per cui tutti i tifosi lo hanno ancora nel cuore è presto detto:
sul campo neutro di Ancona, il 14/06/1998, davanti a migliaia di tifosi rossoverdi si gioca la finale playoff tra Ternana e Nocerina. I 90 minuti regolamentari si chiudono sullo 0-0 ma al 12° del 1° tempo supplementare arriva il goal di Arcadio che condanna la squadra campana ed assegna la promozione in serie B delle Fere: è l’apoteosi!
La Ternana è promossa nella categoria superiore ed Antonio Arcadio rimarrà per sempre, appunto, nella Storia della Ternana.
Arcadio nasce a Monteiasi (TA) il 01/11/1972 e cresce calcisticamente nelle giovanili del Taranto e del Napoli, nel ruolo di attaccante. Prima di arrivare a vestire la maglia delle Fere la sua carriera si sviluppa in diverse società, soprattutto di serie C1 e C2. Arriva alla Ternana nell’ottobre del 1997, quando il suo cartellino era di proprietà dell’Empoli, società con la quale aveva conquistato la serie B due stagioni precedenti.
La Società rossoverde si era “ristrutturata” proprio in quei giorni, con l’ingresso della TAD dell’imprenditore milanese Luigi Agarini nella Società, prima come azionista di minoranza (25%) e successivamente con l’acquisto del 72% totale prima e dell’intero pacchetto azionario poi.
Era quella la Ternana di Mister Del Neri, il quale nella stagione precedente aveva riportato la squadra in C1 e l’avrebbe poi portata in serie B proprio al termine di quel campionato.
Nella campagna acquisti estiva successiva Arcadio verrà ceduto al Siena dove avrà la soddisfazione di vincere un altro campionato di serie C1 e la sua lunga carriera si svilupperò poi in molte altre società di serie B, C1, C2 e, al termine, di serie D.
Una volta appese le scarpette al classico chiodo, Arcadio inizierà una carriera di allenatore che fino alla stagione 2018-‘19 lo ha visto sulla panchina del Pratovecchio (Eccellenza toscana).
Oggi Arcadio vive con la sua famiglia a Loro Ciuffenna (AR), nel Pratomagno.
1) Come è nata, da bambino, la passione per il calcio?
Vengo da una famiglia di calciatori, dato che mio nonno e mio zio sono stati dei calciatori e quest’ultimo mi portava spesso a vedere i suoi allenamenti quando ero piccolino. Di conseguenza sono cresciuto con il pallone sempre tra i piedi e la passione l’avevo già dentro di me fin dalla giovane età.
2) La sua famiglia l’aiutò in questa sua passione o provò a farle cambiare idea?
Come ho già spiegato nella risposta precedente, la famiglia mi ha sempre aiutato in questa mia grande passione, specie nella persona del babbo. Un po’ meno da parte di mia madre, la quale, come un po’ tutte le mamme del mondo, si preoccupava quando magari tornavo a casa con delle escoriazioni o degli ematomi provocati da qualche scontro di gioco.
Un giorno, avevo circa tredici anni, quando tornai a casa con una frattura ad un braccio (ennesimo infortunio serio della mia carriera da bambino), lei mi disse: “Ascolta, è ora che tu smetta di andare a giocare a calcio”, ma la mia risposta fu ferma e decisa: “Non ci penso nemmeno!”, gli dissi. Da quel giorno, capendo quanto io ero determinato, non mi ostacolò mai più.
3) Arrivò a Terni nell’autunno del 1997, proveniente dall’Empoli. Una sua scelta o delle due società?
Avevo cominciato la stagione con l’Empoli in serie A ed io commisi la “follia” di lasciare la massima categoria per vestire la maglia rossoverde, nonostante il parere negativo di Mister Spalletti, allenatore dell’Empoli, che voleva che restassi dato che aveva una grande stima e considerazione di me!
La stagione precedente avevo fatto un ottimo campionato di serie C1 a Siena ma siccome non ho mai accettato di buon grado di fare la panchina, preferii non dare retta al mister ed accettare il trasferimento alla Ternana.
4) Quando arrivò a Terni, era una città che già conosceva o era la prima volta che ci metteva piede? Che impressione le fece?
Non ero mai stato a Terni, nemmeno da avversario, e quando arrivai il primo giorno, la prima tappa fu ovviamente lo stadio, il quale mi fece un’ottima impressione.
L’esperienza di Terni la reputo sicuramente positiva perché ho conosciuto molte persone in gamba e poi la città mi ha lasciato un ottimo ricordo perché molto vivibile, a dimensione d’uomo, tranquilla, dove la gente ama la propria squadra senza però pressioni eccessive. Insomma un ambiente giusto per fare bene.
5) Chi conosceva dei suoi nuovi compagni di squadra?
Non conoscevo nessuno però appena arrivato mi sono subito reso conto che lo spogliatoio era sano, con compagni di squadra di valore, tecnico ed umano, come Modica, Fabris, Ferazzoli, ecc. Loro sono stati bravissimi nel riuscire a tenere lo spogliatoio ben saldo. Ed i risultati si sono visti!
6) Alla guida di quella squadra c’era Mister Del Neri. Aveva la fama di un “sergente di ferro”. Che mister è stato per il calciatore Arcadio?
Non ho mai avuto la sensazione di avere a che fare con un allenatore autoritario ma piuttosto con una persona concreta, che ti faceva lavorare molto bene e così facendo raggiungere gli obiettivi prefissati.
Non era certo uno di tante parole inutili ma guardava la sostanza! Avendo una rosa ampia e di valore in campo andava chi stava meglio in quel momento perché, giustamente, quello che contava era il risultato finale.
7) Lei realizza il suo primo goal in rossoverde sul campo dell’Avellino (Avellino-Ternana 0-2, 25-01-1998). Che ricordi ha di quella vittoria e di quel goal che chiuse la partita?
Se non ricordo male, visti gli anni trascorsi, realizzai il goal con un tiro da due/tre metri dal fondo campo.
Fu quella una vittoria importante perché l’Avellino era una delle pretendenti alla vittoria finale e riuscire in quella impresa esterna, oltre a tenere a debita distanza una pericolosa avversaria, ci diede maggiore convinzione nelle nostre possibilità.
8) Una stagione terminata con lo spareggio play-off di Ancona, contro la Nocerina, dove lei realizzò la sua seconda importantissima marcatura in maglia rossoverde e che assicurò alla compagine rossoverde la promozione in serie B (1-0 d.t.s., il 14-06-1998). Quali ricordi le tornano in mente quando ripensa a quella giornata?
Un goal che ogni tanto mi vado a rivedere su Youtube. Ancora ho i brividi solo a ripensarci! Anche nel risentire il commento emozionato ed emozionante del cronista Lucio Lancia, quante emozioni riaffiorano nella mente!
Come poter dimenticare quella realizzazione che fece letteralmente impazzire di gioia tutta quella gente al seguito nello stadio della città marchigiana?
Naturalmente fu un goal importantissimo perché eravamo appunto al 102° e ci diede la quasi sicurezza di riuscire nell’impresa, liberandoci di tutta l’ansia e le tensioni accumulate fino a quel momento, contro una squadra rognosa, con diverse individualità importanti.
Quando ho visto entrare il pallone nella rete ed ho sentito il boato di gioia del numerosissimo pubblico rossoverde non ho capito più nulla dall’emozione!
9) Chi erano i leader di quella squadra?
Sicuramente quelli che con la loro personalità e carisma riuscivano a tenere legato il gruppo: Modica, Fabris, Ferazzoli.
Loro, insieme al mister, erano coloro che facevano da punto di riferimento all’interno dello spogliatoio, facendo rispettare le regole tra tutti noi.
Questa è un aspetto fondamentale se si vogliono raggiungere dei risultati.
10) In quella stagione in rossoverde, con chi instaurò, tra i suoi compagni di squadra, un rapporto di vera amicizia anche al di fuori dello spogliatoio?
Sicuramente con Bellotto, Beghetto ed Onorato.
Ci frequentavamo spesso anche fuori dal campo, nella vita di tutti i giorni, soprattutto con Bellotto con il quale successivamente mi sono ritrovato a giocare nella Salernitana in serie B. Con lui è rimasta una bella amicizia e ci si sente ancora abbastanza spesso.
11) Arrivò alla Ternana con la presidenza di Alberto Gianni, ma la Società venne rilevata durante la stagione da Luigi Agarini. Quali differenze tra i due?
C’è da dire come premessa che io, essendo arrivato alla Ternana alla fine di Ottobre, il presidente Gianni l’ho avuto per poco tempo visto che poco dopo il mio arrivo la Società è stata acquisita interamente da Agarini.
Quest’ultimo mi ha sempre dato la sensazione di essere una persona estremamente disponibile e gentile, un “signore”, e pur non avendoci parlato direttamente moltissimo, ho sempre avuto questa impressione positiva.
12) Al suo primo anno in rossoverde quindi, subito la promozione in serie B. Cosa le rimane oggi nei ricordi di quella stagione?
Ho un ricordo meraviglioso di tutta la stagione!
Ho vissuto positivamente la città, i risultati sul campo entusiasmanti, l’unità di intenti del gruppo tra noi compagni di squadra. L’emozione provata ad Ancora nello spareggio dei playoff vinto contro la Nocerina.
Mi rimane l’amaro di non aver potuto continuare questa avventura in rossoverde, cosa che mi sarebbe piaciuta moltissimo.
13) Al termine di quel campionato lei torna al Siena, in serie C1. Quali furono i motivi di questa operazione di mercato?
Purtroppo la Società decise di fare una scelta diversa ed io non potei farci nulla. Decise infatti di smantellare quasi completamente quella squadra prendendo giocatori di categoria ed io non rientrai più nei loro piani.
Il calcio è anche questo e bisogna adattarsi alle sue regole.
14) Abbiamo detto che il momento più esaltante del suo anno in rossoverde è stato lo spareggio di Ancona contro la Nocerina. Quale invece il più brutto?
Non ricordo momenti particolarmente spiacevoli in quella stagione. Ci fu però un momento brutto a causa di un infortunio nella partita di Castellamare di Stabia (Juve Stabia-Ternana 0-0, il 14-12-1997) quando Amodio mi fece “un’entrata killer” e riportai la frattura di una costola. Fui costretto per questo motivo ovviamente ad abbandonare il campo con un grosso spavento.
15) Lei tornerà a calcare da avversario il manto erboso del Liberati con la maglia del Siena (Ternana-Siena 4-0, il 25-02-2001) e con quella del Catanzaro (Ternana-Catanzaro 3-2, l’11-06-2005, in quest’ultimo caso realizzando anche una rete). Quale fu l’accoglienza nei suoi confronti da parte della tifoseria rossoverde?
Ricordo un’accoglienza molto positiva, in entrambe le occasioni, come d’altronde mi aspettavo.
16) Lei oggi vive a Loro Ciuffenna (AR). Che ricordo ha di Terni e dell’ambiente rossoverde?
Sono molto legato alla tifoseria rossoverde e quella stagione esaltante la porto sempre nel cuore, tra i miei ricordi migliori.
Una stagione veramente esaltante, con la tifoseria che è sempre stata il dodicesimo uomo in campo.
Una piazza quella ternana che merita sicuramente palcoscenici migliori! I risultati sul campo possono però riportare i tifosi al Liberati, come era ai miei tempi. E questo è ciò che auguro alla Ternana ed ai suoi tifosi.
17) Oggi ha intrapreso la carriera di allenatore. Secondo il suo parere, come si conquista il rispetto di uno spogliatoio?
Con l’umiltà, la competenza ed il rispetto, sia nei confronti degli altri che di se stessi!
Sono questi gli ingredienti basilari che non possono mai mancare, altrimenti non vai da nessuna parte.
Credo che se si hanno queste caratteristiche, chi ti sta davanti, in questo caso i calciatori, lo capisce e la loro risposta non può che essere positiva.
18) Se potesse tornare indietro e parlare con se stesso da giovane, si consiglierebbe di fare il calciatore professionista?
Assolutamente si! Essere riuscito a realizzare il sogno nel cassetto che avevo da bambino non può che darmi una gioia immensa.
Con l’esperienza di oggi ovviamente lo rifarei, cercando di evitare gli errori fatti, dovuti ad alcuni miei comportamenti sbagliati, perché quando si hanno delle capacità si deve essere bravi a farle fruttare al 100%, cosa che non sempre mi è riuscita nella mia carriera.
19) Un’ultima domanda: cosa ne pensa dei tanti mali del calcio di oggi?
Secondo me oggi siamo arrivati al punto di rovinare il senso vero di molti sport, non solo il calcio.
A volte mi sembra di vivere su un set cinematografico invece che nell’ambiente sportivo, come se una partita di calcio fosse diventata un film!
Tutto quello che dovrebbe rappresentare solo il contorno, ti porta ad allontanarti dal senso vero dello sport, oggi purtroppo sempre di più! Troppe distrazioni.
Si è perso il significato profondo di alcuni valori fondamentali, come saper gioire per una vittoria o saper accettare la sconfitta. Ormai conta più l’apparire che l’essere e questo non lo trovo affatto positivo!
La carriera di Arcadio in rossoverde:
1997-’98 (Serie C1): Presenze in campionato: 30,
Goal realizzati: 2 Presenze in Coppa Italia: 2, Goal realizzati: 0
La carriera di Antonio Arcadio (da giocatore):
198?-’89: Taranto (Giovanili)
1989-’92: Napoli (Primavera)
1991-’92: Napoli (serie A) Presenze: 0; Goal realizzati: 0
1992-‘93: Montevarchi (C2) Presenze: 30; Goal realizzati: 7
1993-‘94: Barletta (serie C1) Presenze: 30; Goal realizzati: 3
1994-‘95: Montevarchi (C2) Presenze: 33; Goal realizzati: 16
1995: Avellino (serie B) Presenze: 9; Goal realizzati: 0
1995-‘96: Empoli (serie C1. Promozione in serie B)
Presenze: 26; Goal realizzati: 1
1996-‘97: Siena (serie C1) Presenze: 34; Goal realizzati: 8
1997-‘98: Ternana (serie C1. Promozione in serie B)
Presenze: 30; Goal realizzati: 2
1998-‘01: Siena (serie C1.Promozione in serie B e Supercoppa)
Presenze: 90; Goal realizzati: 12
2001-‘03: Salernitana (serie B) Presenze: 35; Goal realizzati: 6
2003-‘04: Montevarchi (C2) Presenze: 29; Goal realizzati: 5
2004-‘05: Catanzaro (serie B) Presenze: 33; Goal realizzati: 2
2005-‘06: Perugia (serie C1) Presenze: 29; Goal realizzati: 4
2006-‘07: Andria (serie C2) Presenze: 27; Goal realizzati: 2
2007-‘08: Cascina (serie D) Presenze: 9; Goal realizzati: 6
Dic.2008: Siracusa (serie D) Presenze: 14; Goal realizzati: 5
2008-‘09: Montevarchi (serie D) Presenze: ?;Goal realizzati: ?
Gen.2009: Castelnuovese (serie ?)Presenze: ?;Goal realizzati: ?
2010-’11: Terranuovese (serie ?) Presenze: ?;Goal realizzati: ?
(da allenatore):
2011-‘13: Montevarchi (Eccellenza e 2° Cat.)
2013-‘16: Castelnuovese
2016-’17: Pratovecchio (Promozione toscana)
2017-‘18: Signa 1914 (Eccellenza)
2018-’19: Pratovecchio (Eccellenza)
Marco Barcarotti
(intervista realizzata nel Dicembre 2019)
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