Ci sono giocatori che militano in una qualunque società calcistica, magari anche per più di una stagione, e passano nel dimenticatoio subito dopo che hanno lasciato quella maglia. Poi ci sono altri che invece lo fanno anche solo per un anno eppure rimangono nel cuore di una tifoseria intera.
Le ragioni di questo particolare fenomeno possono essere le più svariate, come ad esempio il fatto che quella stagione risulta vittoriosa, oppure perché quel giocatore è qualitativamente di spessore o di particolare generosità, tutte qualità queste che fanno si che i tifosi ricordino poi con molto piacere, e magari anche con un pizzico di nostalgia, le imprese del giocatore in questione.
L’ex-rossoverde che siamo andati ad incontrare questa volta rientra sicuramente in questa seconda categoria: Claudio Montepagani.
Montepagani nasce a Sarzana (SP) il 10/03/1946 e cresce calcisticamente nella società della Massese, dove esordisce tra i semi-professionisti, nel ruolo di difensore, quando ancora non aveva compiuto i venti anni per poi arrivare ai professionisti con il Foggia la stagione successiva.
Arriverà alla Ternana nell’estate del 1968 quando la nostra squadra del cuore aveva appena vinto il campionato di serie C e si apprestava a disputare nuovamente la serie B dopo due decenni. Rimarrà in rossoverde una sola stagione, il tempo di farsi ricordare da tutto l’ambiente ternano per le sue qualità, sicuramente non di poco conto se è vero, come è vero, che nella stagione successiva tornerà a vestire la maglia rossonera del Foggia con la quale riuscirà a vincere il campionato di serie B ed approdare quindi alla agognata serie A.
La sua carriera poi continuerà in società di serie C fino all’età di trenta anni, quando appiccherà le scarpette al classico chiodo.
Oggi Montepagani risiede da molti anni nella nostra città e non vive più nel mondo del calcio attivo.
1) Come ha cominciato a giocare a calcio da bambino?
Avevo circa dieci anni quando ho cominciato a tirare i primi calci ad un pallone insieme ai miei amici coetanei del quartiere dove abitavo a Sarzana.
2) In quel periodo della sua vita aveva un idolo del calcio di cui magari aveva anche il suo poster nella cameretta? (perché?)
Il mio idolo di quegli anni era il mitico Omar Sivori, però il poster nella mia camera non ce l’avevo perché all’epoca non era così facile come oggi trovare quel tipo di oggetti.
3) Lei prima di arrivare alla Ternana militava nel Foggia, anche essa compagine di serie B. Come andarono le cose per cui arrivò a vestire la casacca rossoverde?
All’epoca un calciatore non aveva nessuna possibilità di scegliere con chi andare a giocare e quindi fui portato a conoscenza dalla dirigenza del Foggia del mio trasferimento alla Ternana solo a cose fatte, dopo che le due società si erano accordate.
4) Al suo primo arrivo in città che impressione le fece?
Ebbi subito un’ottima impressione perché trovai una bella città, a misura d’uomo e ben organizzata, con la gente molto accogliente e disponibile.
5) La Ternana aveva appena vinto il campionato di serie C. Che ambiente trovò?
Trovai una tifoseria molto partecipe ed attaccata alle sorti della squadra, dovuto anche al salto di qualità appena avvenuto con la promozione in serie B dopo oltre venti anni.
6) Allenatore di quella Ternana era il mitico “Maestro” Viciani, con il quale la stagione precedente si vinse il campionato di serie C. Lo conosceva già? Che allenatore fu per lei?
Non lo conoscevo personalmente ma ne avevo sentito parlare molto bene per le sue teorie innovative ed all’avanguardia per quei tempi. Era molto aperto al dialogo ma molto serio e rigoroso per ciò che riguardava l’attività calcistica, in tutti i suoi aspetti.
7) Lei scese in campo anche in occasione del derby di Viale Brin (Ternana-Perugia 1-1, 24-11-1968) dove realizzò anche la marcatura rossoverde. Quella partita, a distanza di più di 50 anni, viene ancora ricordata con rabbia da tutti i tifosi delle Fere a causa della beffa finale. Ci vuole ricordare cosa successe?
In effetti quella fu una partita molto particolare e sofferta. Sembrava ormai che la vittoria fosse in tasca quando all’ultimo minuto Montenovo riuscì a pareggiare con un plateale intervento di mano, purtroppo non visto solo dall’arbitro, che scatenò l’ira, oltre che di noi giocatori, soprattutto di tutti i tifosi rossoverdi presenti allo stadio!
8) In quella stagione realizzò cinque goal, ad eccezione di uno, tutti nei primissimi minuti di gioco. Una casualità o motivata da qualche sua caratteristica di gioco specifica?
No, nessun motivo specifico, solo casualità. Tutti goal assolutamente spontanei.
9) Di quei suoi cinque goal quale ricorda con più orgoglio?
Scontatissimo! Ovviamente quel goal realizzato nel derby di cui parlavamo prima. Anche perché a volte capita di essere fermato dai tifosi dell’epoca che ancora mi ricordano quel goal e la rabbia per la beffa finale successiva!
Ovviamente tutto questo non può che farmi piacere.
10) Chi furono i suoi compagni di squadra con cui legò maggiormente e perché?
Soprattutto i miei coetanei, con cui condividevo la grande passione per il calcio e gli interessi comuni nella vita di relazione. In particolare con Liguori, Casisa, Vianello.
11) Si dice che le fortune di una squadra iniziano nello spogliatoio, magari con delle figure che diventano dei punti di riferimento per il resto della squadra. Chi erano i leader di quella rosa?
Erano logicamente quelli più anziani e consolidati, come Marinai, Meregalli, Nicolini, Cardillo.
12) Presidente di quella Ternana era il Dott. Manini, succeduto all’Ing. Creonti, che ricopriva comunque la carica di Presidente Onorario. Che rapporto avevate voi giocatori con entrambi?
Un rapporto veramente ottimo, basato soprattutto sulla reciproca disponibilità.
13) La sua stagione in maglia delle Fere fu l’ultima giocata nella mitica “Pista” di Viale Brin. Si racconta ancora che il tifo a due passi dal campo fosse spesso determinante ai fini del bel gioco e del risultato. Secondo lei questa convinzione corrisponde a verità?
Assolutamente vero! Era emozionante scendere in campo avendo un pubblico che ti spingeva verso la vittoria, dall’inizio alla fine di ogni partita. Un tifo semplice, spontaneo ma passionale.
14) Che esperienza fu quindi per lei quell’unica stagione in rossoverde?
Fu sicuramente un’esperienza molto positiva e costruttiva per ciò che concerne la mia successiva carriera professionale nel mondo del calcio.
15) Nell’estate del 1969 torna al Foggia. Una scelta condivisa?
Così come l’estate precedente, la decisione venne presa, immagino, dalle due società, senza che io venissi assolutamente consultato. All’epoca i giocatori non avevano procuratori o agenti che tutelassero i loro interessi.
16) Il 31-05-1970, terz’ultima di calendario, torna a Terni da avversario, questa volta nel nuovo stadio Liberati, in una partita determinante ai fini del risultato finale per la sua squadra (Ternana-Foggia 0-2, successiva promozione in serie A). Che ricordi ha di quel pomeriggio?
Ovviamente ho un ricordo bellissimo perché quella fu la partita che avrebbe poi avrebbe deciso la nostra promozione in serie A.
Ricordo anche che uscendo dal tunnel del Liberati per entrare in campo non fui accolto benissimo, qualche fischio e qualche urlo nei miei confronti ma nulla di più. Ma questo credo che rientrasse nei normali canoni di comportamento da parte di una tifoseria nei confronti di un ex.
17) Lei tornerà poi a vivere nella nostra città, che diventerà a quel punto anche la sua. Quali furono i motivi che lo portarono a diventare ternano di adozione?
Semplicemente perché allora conobbi, proprio dopo la partita contro il Foggia (Ternana-Foggia 1-0, il 05-01-1969) (evidentemente un destino!) la donna che ancora amo dopo cinquanta anni di matrimonio e con la quale ho avuto la gioia di avere due figlie e tre nipoti.
18) Che cosa non amava del mondo del calcio della sua epoca? Ed in quello di oggi?
Allora apprezzavo l’eccessiva rigorosità in determinate situazioni mentre oggi detesto l’eccessiva commercializzazione di uno sport bellissimo che spesso scade proprio a causa di interessi prettamente economici.
19) Per concludere, le è mai capitato di sognare una carriera diversa da quella che ha avuto?
Assolutamente no, perché oltre a coltivare la passione per il calcio ho continuato a studiare fino ad ottenere, presso l’Università di Perugia, la laurea in Giurisprudenza, la quale mi ha permesso di raggiungere la gratificante carriera di dirigente presso la Regione Umbria.
La carriera di Montepagani in rossoverde:
1968-’69(Serie B):Presenze in campionato:20,Goal realizzati:5 Presenze in Coppa Italia: 3, Goal realizzati: 0
La carriera di Claudio Montepagani:
1964-’67: Massese (serie D e C) Presenze: 33 Goal: 5
1967-’68: Foggia (serie B) Presenze: 4 Goal: 0
1968-’69: Ternana (serie B) Presenze: 20 Goal: 5
1969-’71: Foggia (serie B e A) Presenze: 26 Goal: 0
1971-’73: Prato (serie C) Presenze: 30 Goal: 0
1973-’75: Mantova (serie C) Presenze: 56 Goal: 2
1975-’76: Voluntas Spoleto (serie D)Presenze: 56 Goal: 2
Marco Barcarotti
Il palmarès di Montepagani:
1 campionato di serie B vinto con il Foggia (1969-’70)
(intervista realizzata nell’Agosto 2019)
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