Incontro con un ex-rossoverde: Danilo Pierini
Gli anni ’70 hanno sicuramente rappresentato, per chi ha avuto l’opportunità di viverli sugli spalti del Liberati, il periodo più appassionante della storia rossoverde.
E’ quasi scontato ricordare che in quel decennio la Ternana è approdata per la prima volta nel campionato di serie A, per due volte consecutive, e per il resto ha partecipato sempre al campionato di serie B, e proprio con l’arrivo del nuovo decennio è arrivata la delusione della retrocessione in serie C1 (al termine della stagione 1979-’80).
Uno dei motivi principali di questi risultati positivi era sicuramente il valore del settore giovanile rossoverde di quegli anni, da dove uscirono molti giocatori che poi si sono affermati ai massimi livelli del calcio italiano (Liguori, Cardillo, Longobucco, Selvaggi, Bagnato, Garritano, De Luca, La Torre, Nuciari, ecc., solo per nominare coloro che sono arrivati in serie A e B).
Questo grazie ad una organizzazione che all’epoca era all’avanguardia, con osservatori che facevano benissimo il loro mestiere.
Abbiamo incontrato un ex-rossoverde che non solo è cresciuto nelle giovanili rossoverdi ma è anche nato nella nostra città e che ha poi avuto anche l’onore di sedersi sulla panchina della “sua” (e “nostra”) amata Ternana: Danilo Pierini.
Pierini nasce a Terni il 01/10/1954 e cresce calcisticamente nelle fila della squadra ternana della Bosico, nel ruolo di difensore. Viene acquistato dalla Ternana nella stagione 1968 e farà la classica trafila nel settore giovanile fino all’estate del 1974 quando viene ceduto in prestito all’Asti, in serie D.
Nella stagione successiva torna in rossoverde e fa l’esordio in prima squadra in serie B, quando la società era appena retrocessa per la seconda volta dalla serie A.
Nell’Ottobre del 1976 viene ceduto definitivamente al Mantova e la sua carriera proseguirà in società di serie C ed una volta appese le scarpette al classico chiodo inizierà la carriera da allenatore, inizialmente e per lunghi anni, proprio nel settore giovanile della Ternana, avendo poi la soddisfazione di sedersi anche sulla panchina della prima squadra, ma soprattutto di arrivare dove è arrivato oggi, ai massimi livelli del calcio italiano, come vice allenatore con Mister Di Francesco in squadre importanti come Sassuolo, Roma e Sampdoria.
Pierini però non ha mai dimenticato la sua città dove tuttora vive con la sua famiglia.
1) Che tipo di famiglia era la famiglia Pierini?
Sono cresciuto nella classica famiglia ternana di quei tempi, con mio padre operaio alle Acciaierie e mia madre casalinga.
Una famiglia umile a cui però non mancava nulla, nonostante i tempi fossero molto diversi da quelli dei nostri giorni.
2) Lei è nato e cresciuto nella nostra città. In quale quartiere? Dove ha cominciato a dare i primi calci ad un pallone?
Io abitavo in via Carducci, praticamente sotto il muro della Passeggiata, dove ora c’è il “Parco Ciaurro” e quindi i primi calci, con gli amici del quartiere, li ho dati lì intorno. Poi, all’età di circa 10/11 anni, abbiamo cominciato ad allontanarci leggermente dai dintorni di casa ed il passo da lì all’oratorio di San Francesco è stato breve, dove ho conosciuto Piero Favoriti, giocatore rossoverde e mio primo allenatore nella Bosico.
3) Lei è cresciuto nelle giovanili rossoverdi. Chi fu a scoprirlo e portarlo alla Ternana?
Probabilmente fu Mister Andreani. Ci fu una richiesta della Ternana, dopo una gara amichevole tra la mia squadra e quella rossoverde, dove disputai una gran partita, ma una prima volta rinunciai perché mi dispiaceva lasciare gli amici e l’ambiente della Bosico. Poi, quando al secondo tentativo accettai, appena finiti gli allenamenti con la Ternana io ogni volta scappavo ed andavo a San Francesco, dove c’erano i miei amici, e lì continuavo a giocare con loro, spesso fino a sera.
Alla Ternana il mio primo allenatore fu Omero Andreani. Un giorno il Mister scoprì il fatto e alla fine dell’allenamento mi fece rimanere da solo in campo facendomi fare un altro bel po’ di esercizi e ad un certo punto mi disse: “ti basta? Se non ti basta continuiamo. Visto che vai a giocare con gli amici dopo il nostro allenamento, ti accontento io”.
Da quel giorno ho capito che non potevo più continuare ad andare a giocare a San Francesco con gli amici.
4) Quale era l’ambiente del settore giovanile di quegli anni?
Una vera fucina di giovani giocatori di qualità. Quando arrivai io, davanti a noi c’era gente del calibro di Longobucco, Fabbri, ecc. ma poi arrivarono tanti altri che avrebbero poi avuto carriere prestigiose, come Selvaggi, Bagnato, Garritano, La Torre, Ferrari, ecc. Poi dopo di me ancora Valigi, ecc. Insomma un settore giovanile molto organizzato, con dei grandi esperti, vero fiore all’occhiello della Società.
Una società di provincia, secondo me, deve essere brava a pescare nel proprio circondario i migliori giovani e per fare questo ovviamente si deve avere una buona organizzazione.
5) Nell’estate del 1975 lei torna in rossoverde, dopo l’esperienza di un campionato di serie D nell’Asti, e finalmente arriva in prima squadra. Fu una scelta di Mister Galbiati, nuovo mister di quella stagione?
Non ci fu un motivo ben preciso, semplicemente tornai perché all’Asti ero andato con la formula del prestito per una stagione, dove allenatore di quella squadra era l’ex-rossoverde Cardillo, che poi avrei ritrovato ancora a Terni come allenatore in seconda di Mister Fabbri nella stagione 1976-‘77.
6) La Ternana era appena retrocessa, per la seconda volta consecutiva, dalla serie A. Che ambiente trovò?
Sicuramente non trovai un ambiente sfiduciato perché con Mister Galbiati si pensava di fare nuovamente un campionato di vertice. Purtroppo le cose non andarono poi come si sperava e ci fu l’esonero di Mister Galbiati ed al suo posto arrivò Mister Edmondo Fabbri, con Mister Andreani come secondo.
7) Al termine di quel campionato la Ternana si piazzerà nelle zone basse della classifica, con appunto l’esonero di Mister Galbiati, sostituito da Mister Fabbri, ex-CT della Nazionale.
Che esperienza è stata per il calciatore Pierini?
Quella fu una stagione veramente strana perché in rosa c’erano molti giocatori di qualità ma non so spiegare i motivi per cui la stagione fu così deludente.
Personalmente feci l’esordio in serie B con Mister Fabbri e per me fu una bella soddisfazione, cercai di fare del mio meglio, soprattutto impegnandomi seriamente negli allenamenti. Andai inoltre molte volte in panchina, cosa a quei tempi non scontata perché la panchina era corta e non certo come quella di oggi.
8) E’ vero che spesso capitava che la tifoseria avversaria lanciasse cori denigratori nei confronti di Mister Fabbri ricordandogli l’eliminazione contro la Corea del Nord nei Mondiali del 1966?
Purtroppo è verissimo! Lo stadio forse è l’unico posto dove è “consentito” offendere una persona senza avere conseguenze di sorta e noi italiani siamo “bravissimi” in questo.
Io comunque, inizialmente, con lui ho avuto un ottimo rapporto e lo ricordo ancora con piacere.
9) Il suo esordio in prima squadra, la squadra della sua città e di cui era tifoso, avviene in Coppa Italia contro una delle squadre più prestigiose del calcio italiano (Juventus-Ternana 5-1, il 07/09/1975). Ricorda le emozioni di quel giorno?
Quel giorno io marcai prima Anastasi e poi Bettega ed onestamente devo ammettere che non mi fecero toccare palla! Immarcabili! Lì ho capito che per arrivare a quei livelli bisognava essere dei fenomeni!
10) Invece il suo esordio al Liberati avvenne contro il Vicenza (Ternana-L.R. Vicenza 0-0, il 28/03/1976). Dica la verità: gli tremarono le gambe quando al 55° entrò in campo per sostituire Moro?
Ovviamente l’emozione c’era, anche se poi durante la partita si affievolisce, ma questo accadeva ogni volta che si scendeva in campo.
Quel giorno marcai prima Filippi e poi Sormani, quest’ultimo un giocatore con una grande carriera alle spalle, fortissimo e quando me lo disse il Mister inizialmente rimasi quasi impaurito!
11) Nella stagione successiva, sempre con Mister Fabbri in panchina, inizia giocando tutte le quattro partite di Coppa Italia ma non riesce ad esordire in campionato. Ricorda quali erano le sue aspettative di inizio stagione?
Iniziai bene, giocando tutte quelle partite, con Rosa che doveva scontare alcune giornate di squalifica. La Società comunque acquistò anche altri giocatori importanti.
Accadde però che alla prima partita di campionato Mister Fabbri venne a parlarmi e durante quel colloquio io, ingenuamente, gli dissi se poteva avere un po’ di considerazione in più nei miei confronti. Non la prese affatto bene e non me lo perdonò mai!
12) Nell’autunno del 1976 lei lascia definitivamente l’amata maglia rossoverde, trasferendosi al Mantova. Una sua scelta o esclusivamente della Società?
La scelta di Mantova, dove tra l’altro mi trovai benissimo, fu esclusivamente della Società, e sinceramente non ho mai saputo se fu o meno a causa di quella incomprensione con Mister Fabbri.
13) Dei suoi ex-compagni rossoverdi dell’epoca, con chi legò maggiormente?
Tra i miei compagni ci frequentavamo anche fuori dal campo con Ferrari, Moro, De Luca, Miani, Masiello, Traini.
14) Al termine della carriera da calciatore fa ritorno alla Ternana in qualità di allenatore nel settore giovanile, ruolo che ricoprirà per alcune stagioni. Che esperienza è stata per la sua formazione professionale?
Sono stati quindici anni della mia vita fantastici! Il motivo è semplicissimo: a me piaceva in modo particolare insegnare ai giovani e quello quindi era il mio mondo ideale.
Fare l’allenatore dei ragazzi significa, secondo me, non dover lavorare per se stessi ma per il loro bene. Qui sta il “segreto” per avere i risultati.
Ci sono diversi giocatori che ho avuto nel settore giovanile con cui ancora oggi, dopo tanti anni, sono ancora in contatto, spesso mi telefonano o mi scrivono.
Ammetto che non mi dispiacerebbe tornare ad allenare nel settore giovanile.
15) Nella primavera del 1996 viene chiamato in prima squadra per prendere il posto di Mister Spinosi. Cosa pensò in quel momento?
Ho accettato senza nessuna remora perché in quel momento ho pensato semplicemente di fare il bene della Ternana. Avrei fatto qualunque cosa per portare alla vittoria del campionato la squadra che amo da sempre!
16) Veniamo a quella che probabilmente è l’amarezza più grande provata con la Ternana, quella nella doppia finale dei playoff contro la Fermana del Giugno 1996.
Nella partita di ritorno al Liberati (Ternana-Fermana 2-1, il 16/06/1996), con il goal dei marchigiani arrivato al 94°, quando i tifosi rossoverdi erano già a bordo campo pronti a festeggiare.
Le capita mai di sognare di poter ripetere quella partita?
Un epilogo da incubo!!! Per tutti questi anni non avevo mai rivisto le immagini di quella partita e l’ho fatto solo recentemente: veramente da non crederci! Come abbiamo fatto a subire quel maledetto goal che ci ha estromesso dalla finale ancora me lo chiedo!
Con il senno di poi, se vogliamo trovare comunque un aspetto positivo della vicenda, bisogna dire che da lì la storia della Ternana ha preso un’altra piega, visto che nell’estate successiva la Società ha cambiato proprietà e da quel momento è cominciata la risalita che l’avrebbe riportata in serie B nel giro di due stagioni. Chissà cosa sarebbe successo invece se avessimo vinto quella partita e magari anche la finale?
Per quanto riguarda l’aspetto personale la soddisfazione sta unicamente nel fatto che comunque i tifosi hanno apprezzato il lavoro che venne fatto.
17) Quali sono secondo lei le qualità che deve assolutamente avere un allenatore?
La capacità più importante, che non può mai mancare, è quella di essere in grado di creare il gruppo, tra tutti i giocatori della rosa, lo staff tecnico, ecc. E' imprescindibile ai fini del risultato.
Ogni volta che sono riuscito in questo aspetto ho avuto ottimi risultati, quando invece non ci sono riuscito i risultati hanno sempre lasciato a desiderare.
18) Quale è stata la gioia più grande nella sua carriera di allenatore?
La soddisfazione di aver allenato tanti “Uomini” veri!
Se invece devo dire della gioia più grande vissuta sulla panchina, sicuramente la partita della Roma in Champion’s League contro il Barcellona (Roma-Barcellona 3-0, il 10/04/2018), quando ci qualificammo dopo aver perso per 4-1 all’andata: indimenticabile! L’ambiente della Roma è veramente unico!
19) Ripensando alla sua carriera da calciatore, ha più rimpianti o più soddisfazioni?
Ho fatto la carriera che meritavo di fare, ne più e né meno! Quindi non ho nessun rimpianto perché quello ero.
Forse una cosa che farei oggi e che all’epoca non ci si prestava molta attenzione è la cura maggiore del proprio fisico. Questo non significa che mi avrebbe permesso di andare più avanti ancora, però sicuramente lo avrei fatto, comunque per me.
20) Oggi che è arrivato ai massimi livelli del calcio italiano, appunto come vice di Mister Di Francesco, le piacerebbe tornare sulla panchina rossoverde? E a quali condizioni?
La Ternana è la Ternana! Non aggiungo altro!
La carriera di Pierini in rossoverde (Calciatore):
197?-’74 (Giovanili):
1975-’76 (Serie B): Presenze in campionato: 3, Goal: 0 Presenze in Coppa Italia: 1, Goal: 0
1976-’77 (Serie B): Presenze in campionato: 0, Goal: 0 Presenze in Coppa Italia: 4, Goal: 0
La carriera di Pierini in rossoverde (Allenatore):
1995-’96 (Serie C2): eliminazione in semifinale playoff
La carriera di Danilo Pierini (calciatore):
1968-’74: Ternana (Giovanili)
1974-’75: Asti (serie D)
1975-Ott. ‘76: Ternana (serie B) presenze: 3 (+5 Coppa Italia)
Ottobre 1976-’77: Mantova (serie C)
1977-’78: Fano (serie C)
1978-’82: Savoia (serie C2)
1982-’84: Messina (serie C2 e C1)
1984-’85: Teramo (serie C2)
1985-’87: Brindisi (serie C1)
1987-’88: Cavese (serie C2)
1988-’89: Tivoli (serie D)
1989-’90: Narnese (serie D)
La carriera di Danilo Pierini (allenatore):
1990-’95: Ternana (Giovanili)
1995-’96: Ternana (serie C2)
1996-‘04: Ternana (giovanili)
2004-’05: Rosetana (serie C2)
2005-’06: Vastese (serie C2)
2006-‘07: Manfredonia (serie C1)
2007-’08: Val di Sangro (serie C2)
2008-‘09: Vigor Lamezia (serie C2)
2009-’10: Pescara (seie C) (vice allenatore, con Eusebio Di
Francesco)
2010-’11: Pescara (seie B) (vice allenatore, con Eusebio Di
Francesco)
2011-‘12: Lecce (serie A) (vice allenatore, con Eusebio Di
Francesco)
2012-‘17: Sassuolo (serie B e A) (vice allenatore, con Eusebio
Di Francesco)
2017-‘19: Roma (serie A) (vice allenatore, con Eusebio Di
Francesco)
2019-‘20: Sampdoria (serie A) (vice allenatore, con Eusebio Di
Francesco)
Marco Barcarotti
(intervista realizzata nel Aprile 2020)
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