Incontro con un ex-rossoverde: Enzo Riccomini
Gli anni ’70 hanno rappresentato sicuramente l’apice della storia ormai quasi centenaria della Ternana, con due promozioni in serie A e per il resto la costante partecipazione al campionato di serie B.
Sicuramente le basi per questo exploit, se si pensa che solo otto anni prima si militava ancora in serie D, erano state gettate nel decennio precedente, grazie ad un assetto societario ben strutturato, dove ognuno svolgeva al meglio il proprio ruolo.
Fu in questo contesto che alla guida della squadra rossoverde dopo la retrocessione dalla serie A arrivò un giovane allenatore emergente, proveniente dalla serie C, che subito ottenne il massimo dei risultati: Enzo Riccomini.
Riccomini nasce a Piombino (LI) il 22-08-1934 e dopo una relativamente breve carriera di calciatore in squadre di serie C, inizia la carriera di allenatore, sempre in società di serie C (Empoli e Viareggio) per approdare alla panchina rossoverde nell’estate del 1973.
Come detto la Ternana era appena retrocessa in serie B dopo la prima storica promozione in serie A della stagione precedente e si apprestava ad essere una delle protagoniste del campionato, con tutto l’ambiente che si aspetta un immediato ritorno nella massima serie. Riccomini riuscì nell’impresa non certo scontata e nella stagione successiva, quella del 1974-’75, fa l’esordio in serie A con le Fere.
Purtroppo anche questa seconda esperienza finirà, come la precedente, con la retrocessione in serie B e le strade tra il Mister e la Società rossoverde si divideranno. La carriera del tecnico toscano proseguirà poi con buoni risultati in società di serie B e, al termine, di serie C. Nella stagione 1979-’80 replicò il traguardo della promozione in serie A sedendo sulla panchina della Pistoiese.
La carriera si chiuse sulla panchina dell’amato Viareggio al termine della stagione 1992-’93, dopo che qualche anno prima aveva riportato la squadra toscana in serie C2 con la promozione dalla serie D.
Oggi Riccomini vive con la sua famiglia a Viareggio ed essendo ancora innamorato dello sport più bello del mondo, lo continua a seguire, come tantissimi italiani, grazie alla tv.
1) Cosa ha rappresentato il calcio nella sua infanzia?
Quando ero bambino c’era in corso la guerra e giocare a pallone era l’unico divertimento a portata di mano. Giocavo con i miei amici per strada e possedere semplicemente un pallone a quell’epoca era una gran fortuna.
Ero un bambino vivace e pur di giocare a pallone o andare al mare, meteo permettendo, ero sempre disposto anche a marinare la scuola. Al termine delle nostre interminabili partite ci buttavamo in mare, tutti sporchi e sudati e quella era la giusta conclusione. La mia mamma, al mio rientro a casa, aveva escogitato un metodo per capire se ero andato a scuola o a giocare sulla spiaggia: mi leccava la pelle e quando si accorgeva che ero salato…..erano guai!!!
Da adolescente partecipai ad un campionato UISP e siccome ero bravino mi cedettero al Cecina, poi da lì alla Fiorentina e quest’ultima mi diede poi in prestito all’Empoli.
2) La sua carriera di calciatore si concluse a soli 28 anni. Quali furono le cause che determinarono questa sua decisione?
Purtroppo ebbi un infortunio ai legamenti crociati del ginocchio. A quei tempi non facevano ancora l’intervento chirurgico, quindi il Prof. Scaglietti veniva da Bologna due volte alla settimana per farmi le terapie. Purtroppo però non ci fu il risultato sperato e così dovetti smettere con il calcio giocato.
A quel punto il segretario dell’Empoli, Sig. Bini, mi mandò a fare il corso da allenatore a Coverciano e così cominciai ad allenare prima nel settore giovanile della Società e successivamente arrivai sulla panchina della prima squadra.
3) Nell’autunno del 1973 arrivò a Terni proveniente dal Viareggio, società che militava in serie C. Chi fu l’artefice di questa scelta?
La mia memoria ormai mi tradisce però posso solo dire che c’erano i procuratori che ci pensarono.
4) Quali erano le aspettative di Società ed ambiente rossoverde?
Le aspettative della Società erano probabilmente ambiziose, visto che veniva da un periodo d’oro ed io, pur se debuttante in serie B, raccolsi la sfida. Da giovane ero coraggioso!
5) Chi scelse i giocatori che avrebbero fatto parte della rosa della squadra, lei, la Società o fu una scelta effettuata in collaborazione?
Tutte le scelte erano concordate tra noi, fatte in assoluta collaborazione.
6) Tra i giocatori di quella rosa secondo lei quali erano quelli di maggior tasso tecnico? Chi avrebbe meritato una carriera ancora più prestigiosa?
Tecnicamente ce ne erano diversi di ottima qualità, ma preferisco non fare nomi per non fare torti a nessuno.
La carriera di un calciatore poi dipende da innumerevoli fattori ed a parte le scelte azzeccate ci serve sempre una buona dose di fortuna.
7) Il suo vice di quella stagione era l’ex-rossoverde Giovanni Meregalli. Che rapporto aveva con lui?
Con Giovanni ho avuto un buonissimo rapporto, la scelta non poteva essere migliore.
8) Al termine di quel campionato arriva l’agognata promozione. La Ternana si piazza in terza posizione, ad un solo punto dal Varese e dall’Ascoli, distanziando di quattro punti il Como. Ricorda quali furono le sue emozioni?
Emozioni indimenticabili! Anche se io non sono mai stato una persona che le manifesta in maniera esuberante, ma per me era la prima promozione in serie A, un sogno che si avverava.
Veramente una felicità immensa!
9) Nonostante la promozione l’ambiente, pur essendo ovviamente soddisfatto, non reagì come due anni prima, dopo la promozione con Mister Viciani. I festeggiamenti ad esempio furono più sobri e circoscritti. Sembrava quasi che tutti dessero per scontato il ritorno in serie A. Quali furono i motivi secondo lei?
La felicità della città intera io sinceramente l’ho percepita moltissimo. Comunque, probabilmente, ha influito molto che la stampa, l’opinione pubblica e la tifoseria intera era ancora innamorata della figura di Viciani. Per usare un termine in senso bonario, avevano tutti la “Vicianite”!
10) Nell’estate successiva quindi la Ternana si prepara nuovamente alla serie A. Anche in questo caso, chi furono gli artefici della campagna acquisti?
La feci insieme alla Società ed acquistammo anche un paio di elementi importanti, di ottima qualità, ma purtroppo poi subirono degli infortuni.
11) In questa seconda sua stagione sulla panchina rossoverde il suo vice era un ex-calciatore di lunga militanza: Omero Andreani. Anche in questo caso le chiedo: quale era il rapporto professionale ed umano con il suo secondo?
Ho sempre avuto un ottimo rapporto con tutti i miei collaboratori e pure con Omero non fu diverso.
12) Purtroppo anche al termine di quella stagione arrivò la retrocessione in serie B. Secondo lei quali furono le cause?
La squadra era rimasta agganciata al treno della salvezza fino alla fine di Marzo poi ricordo che perdemmo le ultime partite e questo compromise definitivamente l’esito della stagione.
La causa non fu una sola ma un insieme di fattori diversi.
La vita è come un tema, più lo leggi e più lo correggi, c’è anche il detto squadra che vince non si cambia.
Comunque non mi voglio sottrarre dalle mie responsabilità di non essere riuscito nell’impresa della salvezza, anche grazie a qualche infortunio di troppo, agli arbitraggi mai favorevoli, chissà…
13) A quel punto le strade tra lei e la Ternana si divisero. Una scelta voluta o subita?
Una scelta….ed è stato giusto così!
14) Qual è stato il rapporto con il Presidente Taddei?
Ottimo! Un bellissimo rapporto, con un vero “Signore”, una persona seria!
A Terni mi sono trovato molto bene e mi siete rimasti tutti nel cuore.
15) Lei farà ritorno in diverse occasioni al Liberati (Ternana-Ascoli 3-2, il 05/06/1977. Ternana-Pistoiese 1-1, a Perugia il 23/04/1979. Ternana-Pistoiese 1-1, il 25/11/1979)
Ricorda quale fu l’accoglienza che le riservò il pubblico ternano?
Sono troppo avanti con gli anni per ricordare questi particolari e comunque anche se mi avessero accolto con i fischi è giusto che i tifosi facciano i tifosi…
16) Quelli erano anni dove la tifoseria rossoverde, pur non essendo ancora “organizzata” come sarebbe poi avvenuto negli anni immediatamente successivi, era molto vicina alla squadra e sempre numerosissima, sia in casa che in trasferta. Quanto sentiva lei questa passione per i colori che rappresentavano la città intera?
Il Liberati era sempre pieno e si può immaginare benissimo che stimolo possa essere stato per me che ero all’inizio della mia carriera.
Questa grande passione che percepivo continuamente aveva per me un valore inestimabile perché mi dava quella carica giusta che spero di aver poi trasferito a tutta la squadra.
17) Quand’è che ha capito che il calcio sarebbe stato il suo futuro?
Sicuramente nel momento che venni acquistato dalla Fiorentina.
18) Secondo lei quali sono le doti imprescindibili che deve avere un buon allenatore?
Semplicemente carisma e gestione del gruppo.
19) Cosa ha rappresentato per la sua vita il calcio?
Insieme alla mia famiglia tutto ciò che ho avuto di bello!
La carriera di Riccomini in rossoverde:
1973-’74 (Serie B)
1974-’75 (Serie A)
La carriera di Enzo Riccomini (allenatore):
1969-’70: Empoli (serie C)
1970-’73: Viareggio (serie C)
1973-’75: Ternana (serie B e A)
1975-’77: Ascoli (serie A e B)
1977-’80: Pistoiese (serie B)
1980-’82: Sampdoria (serie B)
1982-’84: Pistoiese (serie B)
1984-’87: Arezzo (serie B)
1987-’88: Barletta (serie B)
1988-’89: Sambenedettese (serie B)
1989-’91: Viareggio (serie D e C2)
1991-’92: Alessandria (serie C1)
1992-’93: Viareggio (serie C2)
Palmarès allenatore:
1973-’74: Ternana (promozione in serie A)
1979-’80: Pistoiese (promozione in serie A)
1989-’90: Viareggio (promozione in serie C2)
Marco Barcarotti
(intervista realizzata nel Gennaio 2021)
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