Incontro con un ex-rossoverde: Francesco Raggi
Gli anni ’80 possono essere definiti, per i tifosi rossoverdi, come il decennio delle sofferenze e delle gioie. Infatti in quei dieci anni si è passati dalla retrocessione in serie C1 del 1980 all’esaltazione della vittoria di un campionato, pur se di C2, con lo spareggio di Cesena del 1989. In mezzo c’è stata la mazzata della retrocessione in C2 del 1986 e il fallimento del Dicembre 1987, con la gestione dell’istrionico presidente Migliucci.
Eppure, nonostante tutto questo, quegli anni sono ricordati da tutto l’ambiente rossoverde come un periodo dove seguire la Ternana era quasi una scelta di vita.
Infatti è proprio il 1980 quando nasce il gruppo di supporters organizzati “Freak Brothers” che enorme risalto avrà in quello stesso decennio ed in quello successivo. Seguire le sorti della propria squadra in maniera continua, incondizionata ed appassionata diventa appunto quasi un modello di vita, indipendentemente dai risultati e dalla categoria.
E’ per tale motivo che in quegli anni, pure se le soddisfazioni sono ben poche, il Liberati e la Curva Est in particolare, ribolle di passione ogni domenica, con centinaia di ragazzi che si impegnano non solo nell’orario delle partite ma sette giorni su sette.
E’ in questo contesto che nell’estate del 1981 arriva alla Ternana un giovane centrocampista spoletino dai piedi buoni e da un’ottima visione di gioco, per rinfoltire il vivaio con elementi di qualità, per poi arrivare in prima squadra due stagioni dopo, quando la Ternana partecipa al campionato di C1. Il suo nome è Francesco Raggi.
Raggi nasce a Spoleto (PG) il 01-10-1964 e cresce calcisticamente nella Bacigalupo Spoleto. Arriva in prima squadra quando sulla panchina della Ternana era arrivato Mister Meregalli, ex-rossoverde degli anni ’60, nonché vice di Mister Viciani del periodo d’oro della promozione in serie A.
Giocherà un solo anno con le Fere, insieme a suo fratello Alberto, portiere, e questo gli consentirà di mettersi in mostra e di essere poi conteso tra diverse società del calcio che conta nell’estate successiva, quando si trasferirà all’Arezzo in serie B.
Oggi Raggi vive nella sua bella città natale e continua a vivere nel mondo del calcio. In questa stagione inizialmente aveva assunto l’incarico di Responsabile Tecnico del settore giovanile della società Ducato Spoleto, in Eccellenza Umbra, mentre dal mese di Gennaio è stato nominato allenatore della prima squadra.
1) Signor Raggi, i suoi primi calci ad un pallone, da bambino, dove li ha dati?
In quei tempi era praticamente inevitabile non iniziare a giocare in strada sotto casa con gli amici e/o all’oratorio del mio quartiere. Non c’erano certo le scuole calcio di oggi e la strada ti insegnava a crescere, non solo per quanto riguarda il calcio. Partite interminabile che cominciavano appena dopo pranzo e finivano solo ad ora di cena, quando tornavi a casa spesso con le ginocchia sbucciate, sudato, sporco e magari con i vestiti lacerati.
2) Che ne pensava la sua famiglia di questa sua passione per il “gioco del pallone”?
I miei genitori mi hanno sempre lasciato scegliere secondo la mia volontà, anche quando mi sono reso conto che non potevo continuare a giocare e contemporaneamente studiare ed ho deciso di chiudere con la scuola dedicandomi alla mia carriera di calciatore. Mio padre, a differenza di quello che accade spesso oggi, non si è mai permesso di chiedere al mio allenatore dell’epoca delle sue scelte nei miei confronti.
3) Lei arrivò alla Ternana nell’estate del 1981; di chi fu questa scelta?
Fu qualche dirigente della Ternana che mi aveva notato e mi fece fare un “provino”, dopodiché la Ternana mi acquistò dalla mia società di appartenenza, la Bacigalupo Spoleto. Non ho mai saputo neanche chi fosse stato a consigliare il mio acquisto, ma l’importante per me era giocare e farlo in una società prestigiosa come la Ternana era motivo di grande orgoglio.
I miei primi due anni in rossoverde li ho giocati nella formazione “Primavera”. Ricordo che uscivo da scuola, passavo a casa a prendermi un panino preparato da mia madre e lo mangiavo mentre venivo a Terni con il treno. Arrivati alla stazione andavo al campo a piedi, insieme ad altri due miei compagni di squadra. Quanta differenza con i giovani di oggi i quali spesso i genitori li accompagnano fin dentro gli spogliatoi, magari portandogli anche la borsa!
4) Quando arrivò in prima squadra la Ternana nella stagione appena terminata si era salvata “per il rotto della cuffia”, solo all’ultima giornata e grazie alla classifica avulsa. Che ambiente trovò?
La società aveva programmato una stagione di transizione, dove l’obiettivo era quello di una salvezza tranquilla. Io fui aggregato in prima squadra per la preparazione estiva che quell’anno si fece proprio nella mia città.
Da parte della tifoseria c’era sempre grande passione, indipendentemente dall’andamento dei risultati della squadra ed eravamo sempre molto seguiti, sia in casa che in trasferta.
5) Chi conosceva, oltre a suo fratello, di quella rosa?
Non conoscevo nessun altro se non coloro che facevano parte della rosa dell’anno precedente per averci giocato spesso contro quando io militavo nella formazione “Primavera”.
6) Allenatore di quella Ternana era Giovanni Meregalli. Che rapporto aveva con il mister?
Per me è stato come un vero padre! E’ stato lui ad avere fiducia in me ed a farmi esordire in prima squadra.
Era molto preparato tecnicamente e molto scrupoloso nel preparare durante la settimana le partite della domenica. In quegli anni comunque si giocava ancora con la marcatura ad uomo e la tattica non era certo così esasperata come oggi.
Personalmente lo reputo come uno dei migliori allenatori che ho avuto nella mia carriera calcistica.
7) Che ricordi ha del suo esordio in rossoverde, alla prima di campionato (Ternana-Casertana 0-0, il 18-09-1983)?
Ricordo una bellissima giornata di sole, con un campo in condizioni perfette e soprattutto un pubblico eccezionale, con la Curva Est in particolar modo, piena e festante, che ci ha incitato per tutta la durata della partita.
Ricordo un po’ di emozione all’uscita dal tunnel ma subito sparita appena entrato in campo.
8) In rossoverde realizza tre reti (Francavilla-Ternana 1-1, il 22-01-1984; Ternana-Bari 2-2, il 20-05-1984; Ternana-Francavilla 2-2, il 03-06-1984). Tutti goal che portarono punti importantissimi ai fini della salvezza finale. Quale ricorda con più orgoglio?
Sicuramente il goal dell’ultima giornata contro il Francavilla perché fu veramente il goal che ci garantì la salvezza, mentre alla formazione abruzzese quel goal costò la mancata promozione in serie B.
C’è anche da dire a tal proposito che in quegli anni giocavo nel ruolo di centrocampista e di goal non ne facevo moltissimi, mentre negli ultimi anni della mia carriera, trasformatomi in attaccante, ho realizzato sempre un buon numero di goal.
9) L’8-01-1984 la Ternana è di scena a Bari, in casa della capolista. Quel giorno sarà ricordato per la famosa lattina che colpì Ratti e che determinò la vittoria a tavolino della nostra amata squadra. Anche quei due punti, conquistati in maniera anomala, furono determinanti ai fini della salvezza. Lei quel giorno era in panchina e scese in campo proprio sostituendo Ratti. Cosa ricorda di quell’evento?
Ricordo perfettamente quella giornata e quell’episodio in particolare. Tutti vedemmo il nostro compagno Ratti cadere aldilà dei cartelloni pubblicitari dopo essere stato colpito da quella lattina. Per questo motivo i sanitari decisero di trasportarlo in ospedale dove gli venne riscontrata una contusione al braccio e gli vennero dati 5 giorni di prognosi.
Ovviamente in quel momento non potevamo sapere che quella vittoria a tavolino ci permise di raggiungere la salvezza a fine campionato.
10) Proprio nell’ultima partita di campionato, appunto contro il Francavilla, appena lei entrò realizzò il goal del pareggio. Quel goal significò salvezza per la Ternana e mancata promozione in serie B del Francavilla. Immagino una gioia immensa che ancora ricorderà molto bene.
Anche in questo caso ricordo molto bene quel goal che realizzai di testa sotto la curva Est e la corsa verso i tifosi di quella curva così passionale. Ricordo anche i festeggiamenti all’interno del Liberati a fine partita tra noi calciatori ed i tifosi: ricordi veramente indelebili!
11) In quell’anno nello stesso girone della Ternana c’era anche il Foligno. Che ricordi ha di quei derby?
Alla partita di andata a Foligno (1-1, il 01-11-1083) purtroppo non scesi in campo perché infortunato, però ero in tribuna a vedere la partita e ricordo i tantissimi tifosi rossoverdi al seguito. Ricordo anche che ci furono degli incidenti tra le due tifoserie intorno allo stadio prima e dopo la partita.
Al Liberati, al ritorno (2-1, il 18-03-1984), ero invece in campo ed ho il ricordo di uno stadio entusiasta ed entusiasmante, soprattutto con la Curva Est coloratissima che ci sostenne per tutta la durata del match. Veramente indimenticabile!
12) Anche in quella stagione la Ternana si salvò quindi solo all’ultima giornata e per un solo punto. Che campionato fu per Francesco Raggi?
Una stagione eccezionale perché finalmente ero riuscito ad esordire nel calcio che conta, anche se a metà stagione subii un infortunio che mi costrinse a rimanere fuori per qualche giornata. Avevo cominciato subito bene, mettendomi in mostra nelle partite di Coppa Italia dove avevo anche realizzato due reti. Fu lì che Mister Meregalli decise di farmi poi giocare titolare in campionato.
13) Chi fu, in quella sua stagione in rossoverde, l’avversario diretto più difficile da affrontare? Per quale motivo?
Non voglio apparire presuntuoso ma sinceramente non ricordo nessuno che mi abbia messo in difficoltà particolari, pur essendo la serie C di allora di livello sicuramente più elevato rispetto a quella attuale, con giocatori di spessore, magari a fine carriera, che facevano la differenza.
Il fatto è che ero giovane e per me contava solo scendere in campo, senza tanti pensieri o preoccupazioni. A dimostrazione di questo c’è il fatto che io spesso non conoscevo nemmeno i nomi dei giocatori avversari. Sicuramente un modo di approcciare le partite molto diverso da quello di oggi, dove si studiano gli avversari anche grazie a dvd, internet, ecc..
14) Presidente di quella Ternana era nuovamente Giorgio Taddei, un mito per i tifosi rossoverdi, tornato dopo diversi anni alla guida della Società. Che rapporto avevate con lui, voi giocatori?
Lo ricordo quando veniva al campo a seguire gli allenamenti o le partite, però personalmente non ho avuto mai un rapporto stretto con lui, semplicemente perché essendo io un giovane era più logico si rapportasse con i miei compagni più anziani ed esperti piuttosto che con me.
15) Nell’estate successiva, quella del 1984, lei venne ceduto all’Arezzo, in serie B, dove avrebbe vinto il campionato. Visto che saliva di categoria, immagino ci sarà stata soddisfazione per la scelta fatta. Giusto?
Devo dire che la mia esperienza in rossoverde fu molto positiva, anche al di fuori del calcio giocato, perché ero venuto a vivere in città, dove andavo ancora a scuola e tornavo solo ogni tanto a Spoleto dai miei. Vivevo la città sette giorni su sette, avendo allacciato diverse amicizie anche tra i tifosi, alcuni dei quali frequentavo spesso durante il mio tempo libero.
Insomma ho dei ricordi veramente molto belli di quegli anni e di quell’ambiente.
In quella estate leggevo nei giornali dell’interessamento nei miei confronti di società importanti come Roma, Napoli, poi la Ternana mi disse che dovevo andare ad incontrarmi con i dirigenti dell’Arezzo. Ricordo che andai da solo, con l’utilitaria di mia madre, a parlare con un dirigente aretino e così ci accordammo per il mio trasferimento in maglia amaranto, insieme al mio compagno di squadra Colantuono.
Ovviamente il fatto di arrivare in serie B fu un motivo di grande soddisfazione. (min. 44,10)
16) Dopo due anni di serie B con la squadra toscana lei torna in categorie inferiori. Secondo lei quali furono le cause di questa “retrocessione personale”?
All’Arezzo avevo avuto come allenatori due ex-rossoverdi: Enzo Riccomini e Mario Russo, i quali mi avevano dato fiducia e le mie presenze in campo furono di un certo rilievo, ma con l’arrivo di Beppe Chiappella le presenze diminuirono drasticamente. A quel punto preferii cambiare aria e decisi di andare a Barletta, dove vincemmo il campionato di C1 con la guida di Romano Fogli.
17) Dei suoi compagni di squadra di quella stagione, con chi legò maggiormente, in campo e fuori? Con chi di loro è rimasto ancora in contatto?
Quella squadra aveva un’età media abbastanza alta e, come è logico che sia, legai maggiormente con i più giovani, miei coetanei, come Colantuono, Spagnuolo, Scarpa.
Non sono rimasto più in contatto stretto con nessuno, solo sporadicamente mi sento con Colantuono, Paolucci e Ratti, con il quale ho anche militato per cinque anni nel Lecco.
18) Tornò al Liberati da avversario con il Teramo [1-1 (6-5 d.c.r.), il 13-09-1987 in Coppa Italia; 3-1, il 04-12-1988 in campionato]. Che accoglienza le riservò il pubblico ternano?
Erano passati alcuni anni dal mio addio alla maglia rossoverde quindi l’accoglienza non fu particolarmente “aspra”.
Per quanto riguarda la partita di Coppa Italia per la verità fui anche applaudito alla mia uscita dal campo, ma questo certamente non mi inorgoglì. Infatti il motivo fu che fui proprio io a sbagliare il rigore finale che permise alla Ternana di passare il turno, dopo che all’andata ero stato sempre io a realizzare il goal della vittoria del “mio” Teramo (Teramo-Ternana 1-0, il 30-08-1987).
19) Se le chiedessi di dare una definizione tecnica del giocatore Francesco Raggi, magari ad un giovane che non lo ha mai visto giocare, come si definirebbe?
Un giocatore dai piedi buoni, che correva tantissimo e che aveva un tiro niente male. Le mie carenze erano: la poca capacità nei contrasti e soprattutto il colpo di testa, anche se la mia statura avrebbe fatto pensare il contrario, tanto è vero che goal di testa nella mia carriera ne ho fatti pochissimi.
20) Le è mai capitato di perdere le staffe in campo?
Negli anni giovanili non mi è mai capitato dato che ero uno abbastanza tranquillo in campo, invece a fine carriera ero un po’ cambiato nel carattere e per questo motivo ho preso un bel numero di squalifiche.
21) Quanto è cambiato il calcio di oggi rispetto ai suoi tempi?
Tantissimo! Così come tantissimo è cambiata la nostra società. Ora c’è molto meno rispetto nei confronti dei compagni più anziani; un tempo il giovane era “costretto” anche a portare la borsa al compagno più anziano, oggi una cosa del genere sarebbe impensabile.
La carriera di Raggi in rossoverde:
1981-’83 (Serie C1): Settore giovanile
1983-’84 (Serie C1): Presenze in campionato: 28,
Goal realizzati: 3 Presenze in Coppa Italia: 7, Goal realizzati: 2
La carriera di Francesco Raggi (da giocatore):
197?-’81: Bacigalupo Spoleto (settore giovanile)
1981-’83: Ternana (settore giovanile)
1983-’84: Ternana (serie C1) presenze: 28, goal: 3
1984-’86: Arezzo (serie B) presenze: 37, goal: 4
1986-‘87: Barletta (serie C1) presenze: 20, goal: 3
1987-‘89: Teramo (serie C2) presenze: 40, goal: 5
1989-‘96: Lecco (serie C2) presenze: 130, goal: 20
1996-’03: Oggiono Calcio (serie D) presenze: 150, goal: 120
La carriera di Francesco Raggi (da allenatore):
2003-’05: Oggiono Calcio (serie D)
2005-’06: Calangianus (serie D)
2006-‘09: Galbiatese (Eccellenza Regionale)
2009-‘12: Colico (Promozione Regionale)
2013-‘16: Caprino Bergamasco (Eccellenza Regionale)
2018-’19: Ducato Spoleto (Responsabile Tecnico settore
giovanile)
Marco Barcarotti
(intervista realizzata nel Gennaio 2019)
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