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Incontro con un ex-rossoverde: Salif Dianda

“Dianda! Dianda! Dianda-Dianda-Diandaaaaaaaaa! T’hanno visto giù lu Quincy, giù lu Quincy a…….!!!”

Lasciando perdere la fine di quella frase, alzi la mano chi, tra coloro che hanno frequentato il Liberati in quest’ultimo decennio, non ha mai cantato questo coro dedicato al piccolo e simpaticissimo calciatore rossoverde!

Era quella la Ternana di Mister Toscano e Dianda era una pedina inamovibile della rosa di quella squadra, ma era anche un giocatore idolo del tifo rossoverde, soprattutto per la sua generosità in campo ma anche per la sua semplicità e disponibilità nei confronti di chiunque lo avvicinasse, magari all’uscita dallo spogliatoio dopo una gara, al termine di un allenamento o semplicemente andando a passeggio in centro.

Una persona, prima ancora che un calciatore, che dava (e da tuttora) l’idea di essere uno della propria famiglia a chiunque lo avvicinasse.

Dianda nasce a Adzopè (Costa d’Avorio) il 17-12-1987, si trasferisce in Burkina Faso, paese di provenienza della sua famiglia, e cresce calcisticamente nelle giovanili dell’Africa Sports nel ruolo di trequartista, per poi trasformarsi, nel corso della sua carriera, in terzino di fascia.

Arriva alla Ternana nell’estate del 2011, quando la società rossoverde era appena stata ripescata in C1 dopo la retrocessione in C2 a seguito della sconfitta-shock nello spareggio play-out contro il Foligno (Foligno-Ternana 1-0, 29-05-2011; Ternana-Foligno 1-1, il 05-06-2011) e diventa ben presto un giocatore inamovibile della formazione di Mister Toscano, portando così la squadra alla vittoria del campionato e quindi alla conquista della serie B. Categoria che lo vedrà protagonista nella stagione successiva, sempre in rossoverde, fino al grave infortunio subito in occasione della partita contro il Brescia in uno scontro di gioco con l’attaccante delle “rondinelle”, Caracciolo. Un infortunio che lo terrà lontano dai campi di gioco per quasi due anni ma che, nonostante tutto, non lo allontanerà dalla maglia rossoverde dal momento che la Società gli rinnoverà ancora il contratto, sperando così di rivederlo presto in campo. Cosa questa che accadrà solo nella stagione 2014-’15, nella Ternana di Mister Tesser.

Nel Gennaio 2016 Dianda viene ceduto al Martina Franca, in serie C e la sua carriera proseguirà in società di serie D per poi terminare, al momento, nel Ferentillo Valnerina, dove ritroverà, come compagni di squadra e dirigenti, alcuni suoi ex-compagni di squadra rossoverde.

Oggi Dianda vive nella nostra amata città dove ancora è considerato da tutti i tifosi un idolo così come lo era quando vestiva la casacca delle Fere.

 

1) Ci parli della tua famiglia e della tua città di nascita?

Come detto sono nato nella città di Adzopè, una piccola e tipica cittadina africana, per poi trasferirmi giovanissimo nella capitale Abidjan, dove i miei genitori lavoravano, mio padre come meccanico mentre mia madre vendeva il pesce nel mercato cittadino.

2) Come comincia da bambino la storia di Dianda calciatore?

Come tutti i bambini del mondo e dell’Africa in particolare. Io andavo già a scuola però il calcio mi attraeva inevitabilmente di più dello studio, e quando con i miei amici trovavamo qualunque oggetto che potesse essere “trasformato” in un pallone, questo diventava oggetto di memorabili partite, a piedi scalzi, in mezzo alla strada o in qualunque pezzetto di terreno libero fosse possibile farlo.

Avere un vero pallone era un lusso che noi non potevamo permetterci. Quanta differenza con la realtà di oggi, specie nel mondo occidentale!

3) Ricorda quali erano i sogni calcistici del bambino Salif?

Da bambino pensavo solo allo studio e a divertirmi con il pallone insieme ai miei amici e non pensavo certo di poter un giorno arrivare a giocare come calciatore professionistico, tanto più in Europa! Poi crescendo sono andato a fare dei provini con diverse squadre e a quel punto, all’età di circa 10/11 anni, ovviamente sono cominciati anche i sogni.

4) Come è arrivato a giocare in Italia?

Grazie ad un torneo che feci nel 2000 a Vibo Valentia con la mia squadra giovanile di allora, l’”Africa Sports”, dove al termine fui nominato miglior giocatore del torneo. Lì un insegnante e dirigente di una società mi notò e mi volle fortemente portare in Italia e tesserare con la sua squadra.

5) Arriva alla Ternana nell’estate del 2011. Quali sono state le dinamiche che lo hanno portato a vestire la casacca rossoverde?

Ero tesserato con l’Hellas Verona e nella stagione precedente avevo vinto il campionato di serie C1 con la Juve Stabia. Al termine di quella stagione avevo fatto ritorno alla società veneta con la prospettiva di rimanere, poi durante l’estate ci fu la richiesta della Ternana ed accettai senza pensarci due volte.

6) La Ternana nella stagione precedente era retrocessa in C2 però era appena stata ripescata in C1. Che ambiente trovò al suo arrivo in rossoverde?

Io arrivai a vestire la maglia rossoverde negli ultimi giorni della campagna acquisti e quando arrivai già c’era stato il ripescaggio e più che l’euforia per questo si è cominciato subito a pensare a lavorare con Mister Toscano, il quale non era certo uno che lasciasse troppo andare sul lato dell’impegno.

Partimmo comunque con la volontà e la convinzione di voler fare bene ma certamente in quel momento nessuno poteva scommettere sulla vittoria finale del campionato.

7) Allenatore di quella Ternana era Mister Toscano. Che allenatore è stato per lei, sia come calciatore che come uomo?

Un allenatore molto preparato tecnicamente, scrupolosissimo anche nei dettagli e bravissimo a saper creare l’ambiente giusto all’interno dello spogliatoio, creando un bel gruppo e dove nulla era scontato.

Io con lui ho avuto un legame strettissimo e mi ha aiutato tanto nella mia crescita professionale.

Posso dire che se anche la maggior parte della gente aveva, e probabilmente ancora ha, l’idea di un classico “sergente di ferro”, in realtà era una persona molto buona e comprensiva, sempre disponibile con tutti noi giocatori.

8) In quel campionato la Ternana incontra nuovamente il Foligno (Foligno-Ternana 2-2 in Coppa Italia, il 31-08-2011, in campionato: Ternana-Foligno 2-1, il 18-09-2011 e Foligno-Ternana 1-1, il 22-01-2012) che oltre ad essere un derby era anche la squadra che aveva fatto retrocedere in C2 i rossoverdi appena nel Giugno precedente. Sentivate voi giocatori che quella non poteva essere considerata dai tifosi una partita come le altre?

Ovviamente conoscevo benissimo i fatti accaduti pochi mesi prima e questo già ci responsabilizzava nei confronti dei tifosi. Ma soprattutto erano quest’ultimi a darci la grinta e la forza per quelle partite che sono considerate “particolari” da tutta la tifoseria rossoverde. E poi bastava vedere come si riempiva di rossoverde lo stadio, sia il Liberati che a Foligno, per capire quanto ci tenessero!

9) Quel campionato sarà un crescendo di risultati positivi e di emozioni, terminato con la promozione in serie B. Lo avrebbe mai creduto al momento della firma del suo contratto?

Assolutamente no! Inizialmente l’idea era quella di fare un buon campionato ma poi credo di poter dire, senza presunzione, di essere stati bravi noi, giocatori ed allenatore, a creare il clima giusto, sia impegnandoci al massimo durante gli allenamenti, sia a creare il famoso gruppo, frequentandoci al di fuori dal campo, con frequenti cene tra di noi, vivendo molto anche la città. Questo ha fatto si che si creasse la giusta situazione.

10) Secondo lei quale fu il momento decisivo nell’arco di quella stagione?

Credo che la partita determinante fu quella di Carpi (Carpi-Ternana 1-1, il 05-02-2012) quando inizialmente non si sarebbe dovuta giocare a causa delle abbondanti nevicate dei giorni precedenti. Però la Società emiliana fece di tutto per giocarla, contro la volontà un po’ di tutti, cercando così di crearci dei problemi. Ricordo che dovemmo raggiungere lo stadio a piedi per un tratto abbastanza lungo a causa della neve. Li scattò probabilmente una rabbia che ci portò ancora più convinzione e determinazione.

11) Il 25-04-2012 si gioca la partita di recupero Ternana-Reggiana (2-0) che sancisce la vittoria del campionato. Seguiranno gli inevitabili festeggiamenti, al Liberati prima e in città dopo. Che ricordi ha di quella indimenticabile giornata?

Un ricordo ovviamente bellissimo! E chi lo potrebbe dimenticare?

Dopo il vantaggio io contavo i secondi che mancavano al termine, perché non vedevo l’ora che l’arbitro fischiasse la fine della partita. Poi arrivò anche il secondo goal e un po’ ci siamo tranquillizzati. Al termine della partita, tutto lo stadio, noi giocatori in campo ed i tifosi sugli spalti, siamo stati qualche minuto “in apnea”, ad attendere la conferma dei risultati che arrivavano dagli altri campi. Alla conferma ufficiale del pareggio del Taranto tutto il Liberati esplose in un boato di gioia, con noi calciatori a fare il giro del campo, con le bandiere prestate dai tifosi, con le sciarpe, mezzi nudi per le magliette regalate agli stessi. Poi ancora festeggiamenti tra di noi nello spogliatoio, infine quelli in città, con il nostro pulmann accompagnato per le vie dai tifosi in festa, fino a Piazza Tacito, con annesso classico bagno nella Fontana: indimenticabile!

12) Al termine di quella stagione, mentre tutta la città era impegnata a festeggiare la promozione in serie B, si giocarono le due partite di Supercoppa di Lega contro lo Spezia (0-0 a Terni il 13-05-2012 e 2-1 a La Spezia, il 17-05-2012). Purtroppo quindi il trofeo non arrivò. Fu una delusione per voi calciatori oppure a quel punto della stagione era diventato un obiettivo superfluo?

Obiettivo superfluo con Mister Toscano? Impossibile! Fin dal giorno dopo la partita con la Reggiana il Mister cominciò a tartassarci per farci capire l’importanza di quel doppio confronto! Tanto è vero che ci limitammo nella presenza ai vari festeggiamenti della città proprio in funzione di quell’obiettivo.

Ricordo che nella partita di ritorno passammo in vantaggio al 72°, con un goal di Docente su mio assist. Purtroppo pochi minuti dopo fummo raggiunti da un goal di Evacuo e a 6 minuti dal fischio finale realizzò il goal vittoria per gli spezzini il ternano di nascita, Lucioni. Un vero peccato! Avremmo potuto mettere quella Coppa nella bacheca della Società. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta di quella magica stagione.

13) Chi erano i leader, in campo e fuori, di quella squadra?

Quali i “segreti” che permisero quel successo?

Sicuramente, come spesso accade, i leader sono quelli con più esperienza, quindi i più “anziani”, come Ambrosi, Sinigaglia, Nolè, Miglietta, De Giosa.

Però torno a ripetere che la forza vera di quella squadra è stato il gruppo, dove ognuno ha dato il massimo di ciò che poteva.

14) Nella stagione successiva lei viene riconfermato e farà il suo ritorno in serie B (dopo le due presenze con la maglia del Verona di alcune stagioni prima). Diventerà una pedina inamovibile nella squadra di Mister Toscano, fino al giorno dell’infortunio. Che stagione era per lei fino a quel momento?

Fu un campionato, per ciò che mi riguarda, straordinario, dato che giocai praticamente tutte le partite da titolare, senza quasi mai essere sostituito. Stavo così bene fisicamente che per l’intera stagione non sentivo nemmeno un minimo di stanchezza. Era veramente l’anno giusto, se consideriamo poi che proprio in quella stagione partecipai alla Coppa d’Africa con la squadra del mio Paese, il Burkina Faso, raggiungendo la finalissima, poi purtroppo persa (Nigeria-Burkina Faso 1-0).

Purtroppo quell’infortunio interruppe bruscamente il mio sogno!

15) Il 25-09-2012 (Ternana-Crotone 1-0) arriva anche il suo primo ed unico goal in maglia rossoverde. Ricorda le emozioni vissute in quel frangente?

Un’emozione unica! Anche perché ormai era diventata quasi un “caso” la mancanza di un mio goal. Mi capitava di essere fermato in centro da qualche tifoso che mi spronava a dare tutto per riuscire in quell’impresa, oppure durante la partita sentivo lo stesso incitamento provenire da qualche settore del Liberati. Fu quasi una liberazione, ma piena di gioia. Quando vidi il pallone oltrepassare la linea bianca non capii più nulla e cominciai a correre facendo il giro di tutto lo stadio, con i miei compagni che mi correvano dietro per festeggiarmi.

Anche in questo caso un’emozione che non potrò dimenticare mai!

16) Purtroppo però arriva quel pomeriggio “maledetto” del 28-03-2013 (Ternana-Brescia 1-0), quando in un’azione di gioco si scontra con l’avversario riportando una grave lesione al ginocchio che lo costringerà ad una lunghissima convalescenza. Ci racconta quell’episodio?

La partita era iniziata da pochi minuti quando è arrivata una palla sulla linea laterale destra, quella del mio raggio d’azione. La raggiungo e cerco di proteggerla dall’attacco di Caracciolo, il quale mi da una piccola spinta, niente di che. Io cado a terra ma il mio piede rimane incastrato nell’erba e Caracciolo mi cade sopra.

Ho avvertito subito una sensazione strana al ginocchio, come se fosse “uscito e poi rientrato” e dopo, appena uscito dal campo, un gran dolore che mi ha fatto anche svenire.

Ho capito in quel momento che mi ero fatto male seriamente. Infatti riportai una lesione del crociato, del collaterale e del nervo sciatico. E pensare che non mi ero mai fatto male precedentemente nella mia carriera!

Però mi sono fatto subito coraggio ed ho pensato che dovevo guardare avanti, andare oltre, anche se in realtà poi non è stato affatto semplice.

17) Potrà tornare in campo solo quasi due anni dopo (Ternana-Crotone 2-1, il 15-01-2015), con mister Tesser. Anche in questo caso: ricorda le emozioni provate in quel momento?

Ovviamente ero felicissimo! Non vedevo l’ora di poter ritornare in campo. Prima però ho giocato diverse partite con la Primavera e quando mi sono sentito pronto sono tornato in prima squadra.

Fisicamente mi sentivo bene però tornare in campo dopo due anni in una partita ufficiale di serie B è sempre complicato ma le emozioni si riescono a dominare e guardi avanti, al futuro.

Tra l’altro mi presi subito un’espulsione dall’arbitro Maresca a causa di una mia entrata in scivolata sull’avversario, che però stava a significare appunto che mi sentivo tranquillo altrimenti un’entrata del genere non la fai la prima partita dopo un infortunio del genere.

18) A Terni ha avuto tre allenatori: Toscano, Tesser e Breda. Ci dice il rapporto di Dianda con ognuno e le differenze, tecniche ed umane, tra loro?

Con Toscano, come ho detto prima, un rapporto eccezionale, sia sotto l’aspetto tecnico che quello umano.

Con Tesser pure un buon rapporto. Molto preparato professionalmente ed ottimo motivatore, un po’ scaramantico, ma uno che non lascia nulla al caso. In campo ti permetteva di prendere delle iniziative, cosa che non sempre potevi fare con gli altri due.

Breda ho avuto meno tempo per conoscerlo, dato che poi sono andato via dalla Ternana, però una gran brava persona, dai modi sempre gentili.

19) Nel Gennaio del 2016 appunto viene ceduto definitivamente al Martina Franca, in serie C. Se l’aspettava questa scelta societaria o per lei fu una delusione?

Sinceramente non potrei dire che me l’aspettassi però è vero pure che io avevo necessità assoluta di giocare con una certa continuità altrimenti non sarei più riuscito a tornare ai livelli precedenti. Quindi ho accettato di buon grado la proposta della cessione.

Avevo avuto una proposta anche del Cittadella e con il senno di poi devo dire che anche quella mia scelta fu errata perché la squadra veneta vinse il campionato ad andò in serie B mentre con il Martina Franca ci salvammo alle ultime giornate, ma la cosa più grave fu che la stagione successiva fallì la Società, con tutte le relative problematiche.

20) Che rapporto ebbe con il Presidente Zadotti e con il Patron Simone Longarini?

Zadotti un presidente molto presente con la squadra e pure con il sottoscritto, specie in occasione del mio infortunio. Non posso certo lamentarmi di lui.

Di Longarini non posso che parlarne bene, visto che con me è stata una persona eccezionale e posso dire che mi ha aiutato tantissimo nel momento dell’infortunio di cui parlavamo prima. Mi mandò ad operare in clinica a Roma e venne anche a farmi visita mentre ero ricoverato.

Ricordo inoltre che mi fece il contratto, dopo quasi due anni che stavo fermo per recuperare dall’infortunio, non sapendo ovviamente come avrei recuperato, rischiando quindi anche del suo. Questo sta a senz’altro a significare che mi volesse veramente bene!

21) Oggi lei vive a Terni. Qual è il legame di Salif Dianda con la città e con i suoi vecchi tifosi?

Un rapporto meraviglioso! Quello che c’è stato fin dal primo giorno che ho messo piede in città. Ancora oggi quando incontro qualche tifoso in centro sono rimasto sempre quello della famosa canzoncina che mi cantavano dagli spalti del Liberati. Come si fa a non volergli bene? Non a caso sono tornato a vivere per scelta a Terni.

La carriera di Dianda in rossoverde:

2011-’12 (Serie C1): Presenze in campionato: 29, Goal: 0                                                                                                                                                           Presenze in Coppa Italia: 1, Goal: 0

Presenze in Supercoppa di Lega: 2, Goal subiti: 0

2012-’13 (Serie B): Presenze in campionato: 29, Goal: 1                                                                                                                                                           Presenze in Coppa Italia: 1, Goal: 0

2013-’14 (Serie B): Presenze in campionato: 0, Goal: 0                                                                                                                                                           Presenze in Coppa Italia: 0, Goal: 0

2014-’15 (Serie B): Presenze in campionato: 3, Goal: 0                                                                                                                                                           Presenze in Coppa Italia: 0, Goal: 0

2015-’16 (Serie B): Presenze in campionato: 3, Goal: 0                                                                                                                                                           Presenze in Coppa Italia: 2, Goal: 0

La carriera di Salif Dianda:

1997-‘00: Africa Sports (giovanili)                    

2004-‘05: Vibonese (giovanili)  

2005-‘06: Verona (giovanili)  

2006-‘07: Verona (serie B)                      presenze: 2; goal: 0

Gen.2007: Lugano (serie B svizzera)      presenze: 10; goal: 1

2007-‘08: Verona (serie C1)                    presenze: 7; goal: 0 Gen.2008: Vibonese (serie C2)               presenze: 10; goal: 0

2008-‘09: Verona (serie C1)                    presenze: 4; goal: 0

2009-‘10: Sangiovannese (serie C2)       presenze: 31; goal: 3

2010-‘11: Juve Stabia (serie C1)             presenze: 21; goal: 0

2011-‘16: Ternana (serie C1 e B)            presenze: 64; goal: 1

Gen.2016: Martina Franca(serie C)         presenze: 17; goal: 0

Gen.2017: Correggese (serie D)              presenze: 14; goal: 1 2017-‘18: Calcio Romanese (serie D)     presenze: 25; goal: 1

2018-‘20: Ferentillo Valnerina (2° Cat.) presenze: ?; goal: ?

NAZIONALE

2006-‘07: Burkina Faso (Under 20)        presenze: 14; goal: 2

2008-‘13: Burkina Faso                           presenze: 2; goal: 0

                                                                        Marco Barcarotti

(intervista realizzata nell’Ottobre 2019)

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Ternananews Redazione

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