Andrea Abodi, nei giorni scorsi a Tula per la vittoriosa trasferta di "B Italia" sulla Fnl della Russia (1 a 0 grazie al gol di Camporese), prende posizione sulla legge sugli stadi: "La posizione della Lega serie B è che abbiamo bisogno non di una legge qualunque, ma di uno strumento che ci consenta di accorciare le distanze con il resto d'Europa. Distanze economiche così come infrastrutturali. Troppo spesso ci ritroviamo tra addetti ai lavori per certificare queste distanze, come, per esempio, la mancanza di presenze negli stadi. Non ci chiediamo, però, perché le persone non entrano più nei nostri impianti. Nella realtà ci presentiamo con stadi vecchi, datati, scomodi e difficilmente accessibili, oltre che con pochi servizi. Non è l'unica ragione, ma sicuramente quella principale. Da questo punto di vista – prosegue il presidente – bisogna trovare un equilibrio tra le esigenze di sviluppo e la necessità di salvaguardare il suolo e il territorio. Se uno di questi aspetti prevale sull'altro il processo non va avanti; queste distanze permangono e continueremo, purtroppo, anche nei prossimi mesi a certificarle".
Circa la cosiddetta "clausola residenziale" inserita nel disegno di legge del deputato Dario Nardella (PD), Abodi dice: "Non bisogna escludere nulla. Bisogna semmai prevedere tutto sulla base di ciò che il progetto ha bisogno, nella piena compatibilità finanziaria e ambientale. I due elementi non credono che debbano entrare per forza in contrasto. Credo, piuttosto, che queste divergenze nascano più da una posizione ideologica che politica. Questo è un Paese, dove ci raccontano sempre le ragioni per cui un'iniziativa non può' essere realizzata, mentre non ci spiegano mai come farle succedere. In Italia, abbiamo necessità di "soluzioni", per realizzare i progetti di nuovi impianti o di stadi da riqualificare.
C'è bisogno sicuramente di una legge che dia certezza all'iter amministrativo e ci consenta di capire (facendo un'attenta analisi del contesto) come generare la leva finanziaria privata, per fare in modo che questi impianti nascano e, soprattutto, si mantengano nel tempo. Devono essere impianti a misura, anche perché non abbiamo bisogno di mega impianti. Piuttosto – conclude Abodi – devono rispondere alle esigenze dei territori, sia per quanto riguarda la capienza, che per i servizi offerti alla città. Da questo punto di vista porre vincoli e limiti eccessivi, che già esistono a norma di legge, è un modo per non far decollare il progetto nel suo complesso".
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