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Messaggero – Traini e le sue scorribande, il Liberati in delirio

C 'era una volta un bomber, oggi c'è un signore che si diverte ad insegnare il gioco del calcio ai più giovani. Nicola Traini, 68 anni, di Offida, in provincia di Ascoli, era il centravanti della Ternana, targata Corrado Viciani, (stagione 1972-’73), del primo campionato in serie A. Un anno finito male, con la retrocessione, ma che tutti i tifosi ricordano, e poi l'acquisto dell'attaccante marchigiano divise la tifoseria in quanto il giocatore proveniva dal Perugia; insomma, un arrivo contestato ma che poi si trasformò in grande amore.

Ma dove inizia la sua carriera di calciatore? "Iniziai a giocare nelle strade del mio paese, poi a 17 anni già ero nella prima squadra, in prima categoria. Mi ricordo che quell'anno realizzai 18 gol, e a fine stagione mi volevano Sambenedettese e Ascoli. Dopo una lunga trattativa fui ceduto alla Samb per 400 mila lire".

Traini a San Benedetto rimane due anni, ma gioca poco, si fa male spesso, e poi è troppo esile – pesa solo 63 chili – per giocarsela contro i difensori della serie C e allora, a fine stagione, la dirigenza decide di mandarlo a farsi le ossa a Fabriano, in serie D.

A Fabriano come andarono le cose? "Per prima cosa mi misi a posto fisicamente, poi mi ingrassai di qualche chilo; insomma, misi dentro un po' di forza e alla fine realizzai 14 gol e la Sambenedettese decise di riprendermi".

A San Benedetto questa volta Traini torna con le credenziali giuste; il ragazzo è diventato forte e sa far gol. In quella squadra Traini rimane due anni e con Urban diventano i "gemelli del gol". È vero che con Urban eravate un tutt'uno? "Con lui ci integravamo benissimo: io partivo da lontano, attaccavo gli spazi, mentre lui era il classico centravanti da area di rigore; usava entrambi i piedi. Era davvero formidabile. Mi ricordo che quell'anno realizzai 10 gol e fui giudicato il miglior giocatore della serie C".

I gemelli del gol sono corteggiati da mezza Italia, ma alla fine a spuntarla è il Perugia. Ma come andarono le cose nel capoluogo umbro? "Il Perugia decise di puntare su di noi, io e Urban ancora insieme. Giocammo un gran campionato e io fui convocato anche nella Nazionale di serie B dove divenni la riserva di un certo Giorgio Chinaglia".

A Perugia Traini rimane due anni, poi, è l'estate del 1972, quando arriva la chiamata della Ternana, appena promossa in serie A. Traini accetta il trasferimento. A livello calcistico, a Terni, le cose non vanno bene, perché? "Già in preparazione mi feci male e feci fatica a mettermi a posto anche perché con Viciani se non ti allenavi erano problemi; poi non mi trovavo con il gioco del tecnico toscano. Lui preferiva giocare nello stretto, l'uno-due, mentre io ero uno che voleva la palla lunga, attaccavo gli spazi. Insomma, quell'anno della serie A fu un fallimento".

E la Ternana decide, allora, di mandare Traini al Como, con la formula della comproprietà, dove l'attaccante marchigiano incontrerà Pippo Marchioro (la squadra fece così bene che l’anno successivo il tecnico approdò al Milan) che valorizzerà le sue qualità. Indimenticabile il 2 a 0 al Palermo – allenatore Corrado Viciani – allo stadio Sinigaglia con doppietta di Traini.

Stefano Bentivogli

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