Paghera: “Le 100 in rossoverde? Speravo andasse diversamente
Il centrocampista rossoverde ha festeggiato non nel migliore dei modi le 100 presenze con la maglia della Ternana: “Ora testa sulla prossima”
Il centrocampista rossoverde Fabrizio Paghera ha "festeggiato" con il Vicenza le 100 presenza con la maglia della Ternana. Il numero 20 rossoverde ha parlato ai microfoni di AM channel al termine della sconfitta rimediata dalle Fere contro i veneti. Queste le sue parole:
Centesima con la maglia della Ternana te la saresti immaginata diversa?
La speravo diversa, innanzitutto personalmente è bello indossare questa maglia nei momenti felici ma è un orgoglio difenderla in questi momenti un po’ più difficili. Sono orgoglioso di questo traguardo e spero di farne altre 100. Per la partita ed il campionato in generale, siamo dispiaciuti per noi, per tutti, per la gente che ci segue in massa anche in trasferta. È normale che se alla 28esima giornata siamo qui a recriminare, vuol dire che abbiamo avuto dei limiti, non penso che sia questo il momento di fare dei processi o di tirare delle conclusioni perché siamo nel pieno del campionato, del tour de force, dobbiamo rimanere compatti come abbiamo sempre fatto in questi anni insieme alla nostra gente e intanto portare a casa questa salvezza. Adesso l’unico pensiero deve essere questo, senza ansia e senza nessun altro tipo di discorso.
Il tuo ingresso è stato positivo, quel tiro di poco a lato….
Si questione di centimetri, il gol un po’ mi manca, ogni tanto provo a fare qualche inserimento, purtroppo non sono riuscito ad aprire la partita perché mancava ancora un quarto d’ora e sarebbe stato importante per la squadra. Ci teniamo almeno questa minima reazione che abbiamo avuto nel secondo tempo, ora è inutile che parliamo, si gioca ogni settimana, speriamo di chiudere il discorso salvezza il prima possibile.
Come ti spieghi questa altalena di prestazioni da parte della squadra?
Secondo me non è tempo d fare processi ed analisi, quelle si fanno a maggio. Ora è il momento di cercare di fare i punti che ci servono il prima possibile, lavorare forte e parlare poco. Dobbiamo preparare bene la partita con il Cosenza anche perché tre anni fa eravamo qui al Menti a giocarci una salvezza in Serie C, siamo già passati da momenti difficili, questo è un gruppo che può avere dei limiti ma ha dentro di sé un’anima che alla fine ci porterà a raggiungere quello che sogniamo.
A fine partita, i tifosi vi hanno ridato le maglie lanciate da te e Palumbo, cosa è successo?
Penso che la nostra gente fa tanti sacrifici per seguirci, ed erano amareggiati per la partita, per com’è andata. C’era già successo a Ferrara, c’è amaro in bocca, so che da parte nostra e da parte loro c’è stato un po’ di nervosismo ma so che nell’animo il popolo ternano si stringe sempre attorno alla squadra e saranno i primi ad incitarci da sabato prossimo.
Poteva un episodio riaprire la partita in extremis?
Purtroppo nel calcio con i sé e con i ma non si va da nessuna parte, se abbiamo perso è perché giustamente abbiamo pagato a caro prezzo un approccio sbagliato, poi le partite quando si incanalano è difficile recuperarle. Ci mancano sempre dei centimetri ultimamente, sia davanti che dietro, dobbiamo andarli a ricercarli nel lavoro, ma questo gruppo non ha paura di sporcarsi le mani e lo farà anche questa volta.
Dopo la debacle di Ferrara, non pensavate che quello potesse essere l’ultimo campanello di allarme?
É stata una brutta botta per quello, le sconfitte dovrebbero insegnare a non ripetere certi errori, purtroppo il calcio è un tribunale, se il verdetto è stato questo vuol dire che non abbiamo saputo fare tesoro degli errori e quindi è un limite nostro di maturità. Non ho comunque timore per la prossima, ci siamo già rialzati in passato, lo rifaremo sabato.
Siamo in crisi, che sta succedendo?
Probabilmente abbiamo perso un po’ di brillantezza, con la Cremonese penso che la squadra abbia fatto una buona prestazione, giocata sugli episodi, con il Pordenone siamo riusciti a vincerla, oggi abbiamo pagato l’approccio sbagliato, quando il campo non ti dà ragione vuol dire che stai sbagliando qualcosa, l’unica medicina è lavorare forte e parlare poco.