Quale sarà il futuro della Serie C? Quanto riusciranno a resistere i club di Lega Pro? Cosa cambierà con le prossime elezioni in terza serie? TuttoC.com lo ha chiesto ad Alessandro Marino, presidente dell'Olbia e membro del Consiglio Direttivo della Lega.
Gli aiuti di Stato ancora non arrivano. Quanto possono andare avanti i club di Lega Pro in questa situazione?
"La legge di bilancio e il milleproproghe dovranno contenere aiuti dal punto di vista fiscale. Ci aspettiamo, da quanto ci è stato detto dalla FIGC e da Ghirelli, un pacchetto di aiuti. Se non arriveranno il 16 febbraio diverrà un momento molto difficile per tutti. Quel giorno, se non ci saranno novità, si accumuleranno vecchie scadenze fiscali con quelle nuove, con stipendi da pagare annessi. Gennaio è un mese decisivo per noi. E non dobbiamo dimenticarci che già il prossimo anno potrebbe essere peggiore di questo. Le sponsorizzazioni, che coprono una percentuale importante del fatturato, saranno una chimera nella prossima stagione".
Eppure il discorso della scarsa sostenibilità della Lega Pro va avanti da anni.
"Come Lega e come presidenti abbiamo gridato in questi anni per ottenere sostenibilità. Ma serve un contesto accettabile per averla. Anche chi aveva adottato sani principi gestionali in mezzo a questa pandemia si trova spiazzato. Quasi nessuno dei presidenti, adesso, è in grado di continuare se non intaccando in maniera pesante le finanze delle proprie aziende e i propri patrimoni personali. Il problema di liquidità puoi risolverlo in due modi: o con le banche, che però non vogliono sentir parlare del calcio, oppure con gli aiuti statali sulle tasse. Abbiamo chiesto la defiscalizzazione ma intanto si può pensare a rateizzare le tasse già presenti in un periodo più lungo. Salvando posti di lavoro e dando una mano all’economia".
Momento autocritica. Potevate fare di più?
"Personalmente in direttivo mi sono battuto a lungo per creare un salary cup. Ci ho provato in tutti i modi. Non per penalizzare i calciatori ma per dare continuità alle aziende. Alcune società pagano tanto e poi a un certo punto chiudono baracca. Altre pagano meno ma pagano sempre e a lungo. Piuttosto che il continuo turn over dei presidenti credo che sia più utile la sostenibilità".
Venerdì Assemblea di Lega. C'è da approvare il bilancio. E non tutti sembrano essere d'accordo.
"Come consigliere ho votato favorevolmente il bilancio. Dobbiamo scindere la parte economica da quella politica. Se qualcuno ha dei dubbi è giusto sollevarli ma l’approvazione del bilancio deve essere collegata all’approvazione della governance. Altrimenti si va fuori tema. Venerdì si tratterà di discutere una questione prettamente tecnica, da non confondere con quella politica. Bisognerebbe scindere l’assemblea del 18 dicembre, relativa al bilancio, con quella elettiva del 12 gennaio nella quale i club sceglieranno chi sarà il presidente della Lega Pro".
Che elezioni saranno?
"Molto delicate. Arrivano in un momento in cui i presidenti si trovano in grossa difficoltà. Quindi i candidati dovranno far leva sui temi economici visto che la situazione è drammatica".
Serie C da riformare. La C d'élite e il taglio dei club le idee più pressanti.
"Non sono contrario a una divisione della C in due categorie ma sono contrario a un taglio arbitrario delle squadre. La riforma deve essere ragionata e di sistema: servono risorse, non basta tagliare. Noi società di Lega PRo dobbiamo essere disponibili a innovare questo sistema che non funziona: la C ogni anno perde 60-80 milioni, in B e A tanti club perdono soldi. Io sono assolutamente disponibile al cambiamento ma dev'essere migliorativo e non peggiorativo".
Nel frattempo in Lega Pro i club del girone A, che utilizzano più giovani, hanno fatto causa per la nuova suddivisione del minutaggio: non più nazionale ma all'interno dei gironi.
"Quando le risorse diminuiscono si instaura una guerra tra poveri che ovviamente non porta a niente. La cosa più sbagliata al momento per noi presidenti di Serie C è quella di dividerci su questioni specifiche. Dobbiamo continuare a rimanere uniti come in questi ultimi anni, non dobbiamo arroccarci su posizioni singole. E questo vale anche per le riforme. Io per primo sono assolutamente pronto ad ascoltare tutte le proposte della FIGC. L’episodio in questione dev’essere circoscritto e non deve farci perdere l’unità".
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