Davide Sinigaglia è stato uno dei protagonisti della promozione in B della Ternana di dieci anni fa. "Quello fu un giorno indimenticabile e meraviglioso – ricorda l'ex attaccante rossoverde ai microfoni di TernanaNews. Lo stadio era pieno e ci spingeva con tutto il suo tifo. Dopo aver sbloccato la partita solo dopo 28 secondi è stato un pomeriggio in discesa dal punto di vista sportivo ma in grande crescita dal punto di vista emozionale, dapprima l'attesa dei risultati dagli altri campi e poi la magnifica festa, prima in campo e poi la parata fino alla fontana".
Ti aspettavi una stagione del genere culminata con la promozione? "Assolutamente no, le premesse erano ben diverse. Arrivavamo da una retrocessione e alla partenza dal ritiro con Mimmo Toscano eravamo in sette giocatori. Poi le cose iniziarono a migliorare con il ripescaggio e l'arrivo ogni giorno di almeno uno o due giocatori per completare la rosa. Da li è iniziata la nostra ricostruzione, la prima di coppa Italia contro il Giulianova, il primo successo roboante per 5-0 con poche centinaia di persone allo stadio e da li in avanti una crescita continua a pari passo con i tifosi e la città".
Hai un ricordo o un aneddoto particolare di quella stagione? "Ce ne sono molti di aneddoti particolari di quella stagione, penso comunque che il segreto sia stata la compattezza del gruppo fuori dal campo ed a testimonianza di questo ci sono parecchie cene fatte a casa di Miglietta o in giro per i ristoranti della città durante la settimana. Qualche volta esageravamo anche ma era la nostra forza".
Quali sono i compagni di squadra con cui hai legato di più? "Ce ne sono molti che sento ancora, quelli con i quali mi sento più spesso e mi sento più legato sono sicuramente il principino Miglietta, Nolè, Cejas, Gotti e Litteri".
Che rapporto hai con i tifosi ternani? "Un rapporto stupendo, ogni volta che ho la possibilità di sentire qualche tifoso ternano non mancano mai di farmi i complimenti ed insieme ricordiamo e ripercorriamo quella cavalcata stupenda. Sono sempre molto generosi ed affiatati nei miei confronti e per questo li ringrazio molto".
Cosa ti ha lasciato quell'esperienza in rossoverde? "Mi ha lasciato molto dal punto di vista sportivo, mi ha insegnato un nuovo modo di vincere, mi ha legato in modo indelebile ad una città, un popolo, alle fere".
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